Laboratori STEM per rendere la matematica “alla mano”

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«Le mani sono democratiche»: è citando la celebre matematica Emma Castelnuovo che Luigi Menna del CIDI  ci  racconta dei suoi laboratori STEM Matematica.

Un percorso volto a insegnare la matematica quale strumento utile a potenziare abilità e a interpretare molti dei fenomeni che i bambini osservano quotidianamente. Come per i laboratori raccontati negli articoli precedenti, ci siamo trovati a mettere in campo tutta la nostra creatività per superare la barriera della distanza.

«Le maestre in questo caso sono importantissime, se noi siamo a distanza loro stando in classe con gli alunni diventano le nostre mani, ci prestano le mani» riflette Menna. «I concetti matematici sono più facili da trasmettere se vengono veicolati attraverso un’esperienze concreta: i ragazzi li fanno propri. Per esempio adesso stiamo lavorando con la carta: stiamo facendo le pieghe. Questa semplice azione che può sembrare banale ha la capacità di veicolare concetti quali la perpendicolarità, il parallelismo che assumono un valore immediato. Nei prossimi incontri, inoltre, utilizzeremo Geogebra e dunque il tablet: potremo far muovere le figure, giocarci ancora in un altro senso».

Il gioco e  l’esperienza pratica sono strumenti fondamentali, così come fondamentale è la capacità di dare un nome a ciò che si apprende.

«Comunicare il concetto è una grande vittoria: il ragazzo deve riuscire a descrivere la propria operazione, capire di che parole ha bisogno per comunicarla al compagno o al professore. Spesso è necessario che ci sia un lavoro di squadra integrato per raggiungere ragazzi più fragili. L’intervento una tantum non serve, ci vuole un discorso ragionato, continuo e una presenza costante nel territorio».

 

 

 

 

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