La Città dei Ragazzi di Fumane di Valpolicella

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Una città a misura di bambini

In un immaginario comune fatto di servizi educativi pensati e confezionati da adulti ed esperti, scopriamo in provincia di Verona, a Fumane di Valpolicella, un progetto che mette al centro i suoi giovanissimi utenti già in fase di progettazione e realizzazione.

Cooperativa Hermete, all’interno di progetto Bell’Impresa, ha proposto nel mese di luglio 2021 un summer camp rivolto a studenti della primaria e della secondaria di primo grado ispirato al modello della Città dei ragazzi anche conosciuta come “Mini BZ”.

Abbiamo intervistato Valentina Salzani nelle vesti di educatrice e responsabile del progetto che ci ha spiegato in cosa consiste l’iniziativa.

Cos’è e come funziona la Città dei ragazzi di Fumane?

Abbiamo costruito due città, sviluppate in aree diverse e distanti tra loro del Comune di Fumane che comunicheranno l’una con l’altra attraverso alcune forme di commercio. Diversamente dal modello sviluppato a Bolzano, è previsto che la città venga costruita insieme ai bambini. Infatti i giovani ospiti al loro arrivo, il primo giorno, non trovano una città pronta per essere “vissuta” ma attraverso proposte ben precise rispetto alle figure professionali che vorrebbero conoscere e sperimentare, scelgono servizi e luoghi della città. Tutte le proposte vengono poi valutate e scelte in base alla loro fattibilità. I ragazzi diventano cittadini appena mettono piede all’interno della città e comprendono che il primo servizio da attivare è, per forza di cose, l’anagrafe che consente di creare i documenti di cittadinanza: una carta di identità, un libretto del lavoro e un documento che funge da conto corrente depositato in banca. All’ingresso della città i bambini trovano alcune regole base già date ma anche queste possono essere messe in discussione nel corso dell’esperienza al fine di creare una Costituzione della Legge vicina al loro sentire.

ecologia

Insomma una città dove i ragazzi sono i veri protagonisti. Il ruolo degli adulti, invece?

“Abbiamo coinvolto diversi educatori che hanno il ruolo di facilitatori, figure chiave il cui obiettivo è aiutare i bambini a fare. Questo approccio permette di dare molta attenzione al singolo, inoltre, fa sì che non vengano calate regole dall’alto. I nostri educatori hanno potuto contare sull’aiuto di alcuni giovani stranieri di età compresa tra 18 e 30 anni coinvolti attraverso un campus internazionale organizzato dall’associazione di promozione sociale Lunaria nel contesto del progetto Corpo Europeo di Solidarietà. Durante tutto il centro estivo abbiamo ospitato degli esperti del territorio e professionisti del mondo del lavoro che spiegassero ai bambini come si lavora in diversi contesti. In particolare il Comune di Fumane si è dimostrato molto attento nel coinvolgere diversi suoi rappresentanti come il Sindaco, un referente dell’Ufficio Ecologia e uno dell’Anagrafe per spiegare i servizi specifici. Sono stati, inoltre, coinvolti i genitori dei bambini che hanno avuto la possibilità di entrare in città con precise regole: solo se invitati dai propri figli e accompagnati da loro in una visita curata in ogni minimo dettaglio. Questo è un altro elemento che differenzia la nostra Città dei ragazzi dal modello tradizionale per il quale la città rimane chiusa rispetto all’esterno.” 

giornale

 

Quali dinamiche si sono create in “città”? 

“La convivenza tra studenti di medie ed elementari sembra funzionare: i più grandi aiutano i più piccoli e questi ultimi imparano dai più grandi. I bambini scelgono le attività a cui dedicarsi in base alle proprie attitudini. I più piccoli scelgono attività più semplici, adatte alla loro età e solitamente questo avviene in modo molto naturale.”

Qual è l’obiettivo del progetto?  

“La città dei ragazzi è un grande gioco di ruolo la cui esigenza è lavorare con i bambini sulle competenze relazionali come la gestione del conflitto, l’autonomia, le competenze di cittadinanza. Inoltre l’esperienza dà risposta ad un crescente bisogno di contatto e relazione avvertito anche dai più piccoli, specie dopo il lockdown.”

 

In termini orientativi qual è il valore aggiunto di questo progetto per i ragazzi della primaria?

“Io credo che il punto focale sia dare ai bambini l’occasione di trovare qualcosa in cui essere bravi. Spesso infatti sono inseriti in un contesto scolastico che premia solo una tipologia di conoscenza ed alcuni di loro sono esposti a costanti fallimenti. Importante nella Città dei ragazzi è poter sperimentare, attraverso i lavori, abilità non richieste normalmente, o non valorizzate, nel contesto scolastico, in modo da puntare sulla riuscita di tutti. Infatti abbiamo notato in queste settimane che i bambini più in difficoltà in questo progetto funzionano molto.”

Giunti al termine di questa esperienza intensa e completamente nuova, come puoi riassumere le tue impressioni rispetto all’esperienza che state vivendo? 

“Le mie impressioni sono molto positive. Sono felice di aver fatto la scelta di non inserire i bambini in una città precostituita ma di aver dato loro lo spazio di crearsi un contesto che li rappresentasse, è stato molto faticoso i primi giorni, perché siamo partiti con delle de-strutture molto difficili da gestire ma ha portato dei risultati molto alti dal punto di vista dello sviluppo di competenze da parte dei bambini. Inoltre non aver costruito una città chiusa ma aver connesso il progetto con il territorio ha permesso di alzare il livello sui significati da dare all’essere cittadini. Infine lavorare con un livello di autonomie dei bambini così alto è sempre molto complesso dal punto di vista della gestione ma è l’unico modo in cui i bambini possano riprendere ad imparare a relazionarsi dopo un periodo dove le relazioni libere e non gestite dagli adulti sono state praticamente eliminate.”

Sentiamo ora l’altra faccia della medaglia: cosa ne pensano i ragazzi? Sono stati intervistati i Sindaci delle due Città dei Ragazzi di Fumane: Jacopo, 9 anni e Michelangelo, 11 anni.

 

1. Come si chiama la vostra città? Cosa si può trovare in questa città? 

Jacopo: Si chiama Ragazzopoli perché è una città gestita da ragazzi e ragazze. Si può trovare il bar, la scuola di lingue dove si può imparare qualsiasi lingua, ogni giorno si fa una lingua diversa, una pizzeria e una sala giochi e una ludoteca dove vendono i migliori giochi che si possono trovare sul mercato.

Michelangelo: Policity da Polisportiva city e ci sono vari negozi come pizzeria e bar ma ci sono anche la banca, il giornale e altri uffici come l’ufficio collocamento.

pizzeria menù

2. Quali sono le attività a cui ti dedichi maggiormente in città? Che ruolo hai in questa città?

Jacopo: Faccio la sala giochi e anche il sindaco. É bello ma molto impegnativo perché devi accontentare tutti e trovare una giustificazione per tutto. Nella sala giochi stiamo lavorando ad un computer dove le persone possono scegliere dei personaggi e giocarci. Abbiamo provato a creare una specie di console per videogiochi ma è andata male e non l’abbiamo messa in vendita alla fine. Collaboro con un altro bambino che ci sta ascoltando, Alexei.

Michelangelo: Io lavoro al capogiro: faccio disegni, metto un prezzo adatto e li vendo. Nel negozio dove lavoro io ci sono altre persone che fanno origami o mandala. Mi occupo anche di parlare alle persone che vengono qui e organizzo eventi.

 

3. Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

Jacopo: Mi ha insegnato ad essere più responsabile, come si sentono gli adulti al lavoro senza dire che si vuole quello o quell’altro ma accontentandosi di quello che si ha.

Michelangelo: Che un sindaco deve prendere le decisioni chiedendo anche ai cittadini.

 

È possibile seguire il progetto attraverso le pagine social e i canali di Cooperativa Hermete. Qui il link del bellissimo video realizzato dai ragazzi durante il Summer camp.

Bravi ragazzi e bravi educatori!

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