Innovare e Generare

di

 Innovazione..

questa la parola che ci ha guidati negli ultimi mesi, nelle riflessioni e nelle azioni, nei territori e negli uffici, nei dialoghi di confronto e nella ricerca di sguardi per il futuro.

La definizione di Innovazione, in senso concreto, consiste in “ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc. (Treccani).

Così ci siamo chiesti, cos’è stato per il nostro progetto Bell’Impresa l’innovazione?

È avvenuta? Dove? In quali luoghi e in quali persone? In quali processi e in quali sistemi?

Per fortuna non abbiamo ragionato da soli…

il 31 maggio si è tenuto a Roma un incontro organizzato da Con i Bambini all’interno del percorso di Comunità di Pratiche a cui abbiamo partecipato assieme agli enti selezionati da Un passo avanti delle regioni del Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna.

Da sinistra Giulia Bertarelli cooperativa C.I.D.A.S. , Barbara Ghetti (Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena), Michela Cona e Simone Perina (Hermete), Silvia Presti (Campi d’arte), Monica Ruffato (Con i Bambini) e Marco Imperiale, direttore di Con i Bambini.

Nonostante la varietà dei territori, dei target di riferimento, dei partenariati, siamo partiti tutti insieme, 3 anni fa, allo sfociare della pandemia da covid-19, con un desiderio comune: impattare nei luoghi che amiamo e in cui lavoriamo in modo tale da ottenere esiti inediti e risposte originali.

Una cosa per nulla semplice!

Dalla condivisione è nata la consapevolezza che abbiamo lavorato molto sui processi e la metodologia, che il territorio, la rete, i partenariati sono di valore ineguagliabile, che pubblico e privato dialogano e si relazionano sempre più frequentemente.

E tutto questo come si traduce nei servizi? Nel concreto dei territori e delle scuole? Nella realtà dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze?

Con questa chiave di lettura possiamo rileggere oggi gli eventi conclusivi che si stanno sviluppando in questo periodo di fine anno scolastico, che vogliono raccogliere e mostrare la storia e la crescita di un percorso lungo e a volte anche impervio.

Nella primaria di S.Pietro in Cariano per esempio, è successo che il 21 maggio, 41 bambini di quinta, dopo aver fondato le due Cooperative scolastiche “I Fuorilegge” e “I Capobranchi” hanno presentato a teatro un albo illustrato, “Il girotondo di VerdeBlu”.

Pagine che parlano della possibilità di NON ESSERE CAPACI, dedicate a tutte quelle persone, grandi e piccini, che almeno una volta non si sono sentiti capaci, ma che con coraggio hanno affrontato la loro situazione perchè ognuno di noi ha diritto di non essere capace”.

I testi, l’espressione delle emozioni, i personaggi sono stati prodotti dai bambini stessi durante dei laboratori scolastici di scrittura creativa e di illustrazione affiancati da esperti quali Chiara Raineri.

Ma cosa c’è di innovativo?

Il testo su un tema insolito del libro? La tecnica del collage per la realizzazione dei disegni? Il fatto che sia stato interamente prodotto da bambini e bambine? L’incontro a scuola con esperti?

Tutto questo è molto innovativo… Ma non è tutto!

Innovativo è il processo con cui questo albo è nato e le competenze che i bambini hanno allenato per tre anni con consapevolezza.

È l’aver fatto scuola in modo diverso.

È l’aver scelto di lasciar spazio ai ragazzi e averli sostenuti nel loro desiderio di voler raccontare, di avere voce, di prendere parola; è il dar loro credito, innestare fiducia nelle loro potenzialità, nelle loro idee e permettere che diventino protagonisti.

A teatro, davanti a genitori, pubblica amministrazione, docenti e dirigente scolastica, esperti che li hanno affiancati nella realizzazione, i bambini con molta naturalezza hanno raccontato attraverso questa esperienza abbiamo riflettuto sulla parola Competenza…

Sapere sono le conoscenze, Saper Fare sono le abilità, Saper Essere è la qualità più bella che c’è perché significa portare noi stessi…

Abbiamo potuto misurare le nostre conquiste…

Saper lavorare in gruppo, Esprimere le proprie idee, Non aver paura di parlare in pubblico, Non arrendersi di fronte le difficoltà sono state 4 competenze molto importanti per noi perchè ci hanno aiutato a scuola e nella vita di tutti i giorni”.

E ancora, l’innovazione sta nel lavoro di gruppo, quella che chiamiamo comunità educante, definita come “un tessuto di relazioni solidali e collaboranti, costituito e alimentato da coloro che vivono e operano in un territorio, che ne hanno a cuore il destino e che riconoscono la responsabilità dell’abitarlo insieme” dal Manifesto e Carta delle comunità educanti prodotto dal progetto “Fuoricentro: coltiviamo le periferie” Trentino.

E a S.Pietro in Cariano chi sono state quelle persone che hanno costruito relazioni solidali e collaboranti? Docenti ed educatori, genitori, dirigente, pubblica amministrazione, l’azienda territoriale intervenuta in classe per spiegare il marketing a bambini di 11 anni, la funzionaria dell’ufficio amministrativo che li ha affiancati nel costruire il budget di vendita, l’ufficio comunicazione che li ha affiancati nell’impaginazione, la bibliotecaria che ha permesso di porre le prime basi su cos’è un albo illustrato.

Ma queste persone esistevano anche prima! Vivevano già in quel territorio!

Ma in questo processo è successo qualcosa di nuovo: si sono attivate, si sono messe in relazione, si sono messe a disposizione per un focus comune, quello di costruire un progetto insieme a bambini e bambine e realizzare delle idee innovative!

E così risuonano nella mente delle parole potenti condivise a Roma con gli amici degli altri progetti italiani…

Sperimentare modi nuovi,

Cambio di visione, Cambio di posizionamento,

Lasciare spazio,

Inedito,

Autoconsapevolezza,

Capacità di mostrare,

Volontà di cambiamento!

Si è parlato infine anche di Generatività sociale.

Magatti e Giaccardi (2014) individuano 4 fasi nel processo di generatività.

C’è il “Tempo del Desiderare”, in cui motivazione, energia e competenze si attivano verso un obiettivo;

il “Tempo del Mettere al mondo” in cui ci si confronta e si co-progetta con gli altri, in cui le cose pensate cominciano a prendere forma;

c’è il “Tempo del Far Crescere” ciò che è stato generato, sviluppando azioni di cura, di nutrimento, continuando a costruire reti, condividendo strumenti, cominciando a passare il testimone della responsabilità, perchè ciò che è nato duri nel tempo e sia sostenibile. È il tempo anche per riflettere e formarsi. L’abbiamo rappresentato come una trottola, che si muove continuamente e anche in modo imprevedibile, ma che talvolta ha bisogno anche di una spinta;

infine c’è il “Tempo del Lasciar andare” perché qualcun altro prenda in carico responsabilità e nuovi “processi di spinta”.

È successo a Garda, dove si è proposto un percorso sul gioco quale strumento di inclusione, di conoscenza di altre abitudini e culture, di apertura mentale e di prospettiva sociale e ci si è ritrovati ad ospitare un evento a marzo con più di 100 ragazzi e ragazze proveniente dalle altre 9 cooperative scolastiche, con carabinieri e polizia municipale attivi nel weekend per supportare l’iniziativa, con docenti e genitori provenienti da 13 comuni, con una Pubblica amministrazione desiderosa di accogliere e promuovere valori di cooperazione, protagonismo giovanile e cittadinanza attiva.

È successo a Marano dove in seguito a un laboratorio pratico-manuale di costruzione di oggettistica, ci si è ritrovati a partecipare all’evento dei mercatini natalizi del paese con un banchetto grazie all’iniziativa di una bambina della Cooperativa scolastica che si è proposta al gruppo organizzatore.

Dove si è proposto ai bambini di realizzare un sondaggio su tutta la scuola per raccogliere i desideri di miglioramento e sperimentare sul campo delle competenze logico-matematico e ci si è ritrovati in Municipio a mostrare i risultati al Sindaco e a donare il ricavato (dei precedenti mercatini natalizi) per chiedere e contribuire all’acquisto di un’altalena per l’ex scuola.


È successo a S.Giorgio in Salici in cui è stata proposta una passeggiata, con la guida dell’Associazione giovanile “(E)vento tra i salici” e con il coinvolgimento delle famiglie, durante la quale 
raccontare il percorso dell’anno, posizionare le casette per gli uccellini create dai bambini con il legno e metterne altre a disposizione delle famiglie e ci si è ritrovati nel canile comunale di Verona, assieme a 6 famiglie, a donare i fondi raccolti dai bambini.

È successo anche a Peschiera dove si sono proposti percorsi di falegnameria e ci si è ritrovati a impattare coi bambini, ben consapevoli dei loro bisogni, sul Benessere a scuola, grazie all’autoproduzione di giochi in legno e non, alla creazione di un angolo morbido mobile da giardino con tavoli e pouf, fino alla creazione di una casetta del Bookcrossing realizzata da una delle cooperative della scuola.

Un ultimo esempio di generatività ha interessato la scuola secondaria di Bussolengo in cui la cooperativa scolastica ha incontrato il comitato genitori e, dall’unione di più idee e desideri, è nata un’esperienza di collaborazione con la comunità adulta della Cooperativa sociale territoriale Agespha nella riqualificazione delle panchine di un parco giochi. L’occasione ha permesso il rinforzo della conoscenza e dell’apertura tra giovani e persone adulte con disabilità, ma anche la nascita di reti tra ragazzi e comitato genitori e infine l’attuale desiderio di riprogettare per il futuro ancora qualcosa di nuovo insieme

chissà cosa sarà!

Come educatori, vedere le proprie idee e i propri desideri acquisire una forma inedita può spaventare, lasciare sorpresi o anche disarmati… ma comprendere di aver acceso delle micce che stanno prendendo la propria strada e la propria forma, quella che gli appartiene, significa aver attivato degli “effetto onda”, delle azioni a catena, delle idee a cascata, significa aver stimolato i territori, con le loro energie, ad esprimersi e ad attivarsi nel trovare risorse e soluzioni ai propri bisogni e desideri.

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