Disabili, la risposta è l’integrazione
di lenuvole
Integrazione e socializzazione per persone con disabilità. Sono queste le basi che hanno spinto, nel 2007, Luca Trapanese a fondare “A Ruota Libera”, un’associazione che offre supporto alle persone disabili in età post-scolare. A Ruota Libera, è partner del progetto Arteteca.
Luca, perché la scelta di lavorare proprio con i ragazzi disabili?
Per me non è un lavoro, ma una vocazione. La scelta risale ad un episodio della mia vita personale. All’età di 14 anni ho vissuto un’esperienza molto forte che mi ha fatto avvicinare al mondo della malattia e della disabilità. Il mio migliore amico si ammalò di cancro e io rimasi vicino a lui per tutto il percorso, che purtroppo terminò con la sua morte. In seguito, decisi di andare a Lourdes con l’Unitalsi. Lì ho conosciuto molti ragazzi disabili, tra cui, Luigi Battilo, ammalato di sclerosi multipla. Con Luigi è iniziata un’amicizia molto forte ed insieme abbiamo deciso di intraprendere un progetto per ragazzi disabili adulti. Al termine della scuola dell’obbligo, spesso, erano rinchiusi in casa senza avere nulla da fare. Così nasce nel 2007 “A ruota libera” che oggi è diventato un punto di riferimento per 70 ragazzi disabili e per le loro famiglie.
Oltre ad aver aderito ad Arteteca, avete tanti progetti, tra cui la “Casa di Matteo”, che ormai va avanti da più di un anno…
Arteteca è un progetto importantissimo e utilissimo, perciò abbiamo sposato la causa fin da subito. Noi ci occuperemo, con le nostre operatrici, della parte didattica. La Casa di Matteo, invece, è un progetto unico in tutto il Sud Italia. Nel quartiere Vomero di Napoli, accoglie quei bambini che nessuno vuole e che il Tribunale non sa come collocare. Da fine dicembre 2017 abbiamo accolto sei minori con gravissime patologie. Non ci sono criticità nella gestione, anzi, abbiamo organizzato un’equipe fatta di educatori e infermieri che da subito è entrata nel progetto. Inoltre, abbiamo circa 30 volontarie tra nonne, mamme e ragazze che ci aiutano nella gestione della comunità. Tanti sono anche i donatori e partner.
Poi c’è la Casa delle Arti e dei Mestieri…
E’ nata dall’idea di rivitalizzare gli antichi mestieri napoletani e contestualmente creare lavoro per giovani svantaggiati. Da ex tossicodipendenti, extracomunitari a ragazzi con lievi ritardi. Ad oggi abbiamo circa 80 presenze a settimana. Tutti i nostri maestri ci sono artigiani e professionisti nel settore. Molti dei ragazzi che in questi anni hanno frequentato la nostra scuola, oggi hanno un lavoro oppure hanno aperto una loro piccola attività artigianale. Fondamentale è il sostegno del Pio Monte della Misericordia. Oltre ad aiutarci economicamente, ci ha dato in comodato d’uso gratuito l’immobile nel quale nasce la Casa delle Arti e dei Mestieri.
Che progetti avete per futuro?
In pentola bolle molto. Abbiamo realizzato il “Villaggio Sociale”: un progetto che si occupa concretamente del “dopo di noi”. Nasce nel Parco regionale di Roccamonfina (Caserta), con la creazione di quattro comunità per ragazzi disabili che per diversi motivi hanno deciso di vivere in autonomia. Ovviamente c’è la supervisione degli operatori. Inoltre i ragazzi lavorano in un bar, gestiscono una fattoria didattica, coltivano un terreno e producono del buonissimo miele.
Siamo partiti con il progetto Salva, a sostegno delle donne vittime di violenza.
Al Complesso Illiano di Bacoli (NA), una residenza del ‘700, che ci è stata data in comodato d’uso gratuito dal Pio Monte della Misericordia, partiranno nel maggio del 2018, quattro progetti importanti.
La “Casa di Matteo” di Bacoli, gemella della prima di cui abbiamo detto: una comunità socio-sanitaria per bambini e neonati in stato di adozione o affido, per ragazzi affetti da patologie ad alta complessità assistenziale e in stato terminale.
La ludoteca “speciale”, che accoglie bambini i quali necessitano accompagnamento rispetto ai bisogni speciali.
La “Casa di Alessandro”, una casa che accoglie le famiglie con i bambini provenienti da fuori regione Campania o da altre città della Campania che sono ricoverati presso gli ospedali di Napoli e Pozzuoli per terapie di lunga degenza e che necessitano di un luogo ospitale.
La “Casa delle Arti” a Bacoli: una scuola per giovani svantaggiati o con problemi sociali che promuove laboratori di antichi mestieri napoletani per l’avvio ad attività lavorative.
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