Plart, molto più che un museo: ora apre le sue porte per Affido Culturale a Napoli

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La plastica e i materiali sintetici sono i padroni della scena al Plart, museo privato nel cuore di Napoli, che da oggi mette la propria collezione e le proprie attività a servizio delle bambine e dei bambini aderenti ad Affido Culturale. 

La diffusione della storia e della cultura contemporanea legata alla plastica attraverso l’esposizione di plastiche storiche, la promozione di un uso consapevole di questo materiale e la diffusione di pratiche di conservazione relative ad opere d’arte e di design realizzati in materiali sintetici non potevano che essere principi condivisi da Con I Bambini nell’ottica del contrasto alla povertà educativa.

 

 

Alcune date importanti per il Plart:

– nel 2009, per il particolare valore della sua collezione, è stato riconosciuto dalla Regione Campania come Museo d’interesse regionale;

– dal 2010 è entrato a far parte della rete dei Giacimenti del Design Italiano istituita dalla Triennale di Milano – Museo del Design;

– nel 2018 è inserita tra le Istituzioni di Alta Cultura della Regione Campania e

– dal 2020 fa parte dei Luoghi del Contemporaneo, progetto promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT per la mappatura e la promozione della rete dei luoghi dell’arte contemporanea in Italia.

 

 

 

 

Per i giovanissimi partecipanti di Affido Culturale e le loro famiglie sarà quindi possibile immergersi in mostre temporanee e, soprattutto, nell’eclettica collezione permanente.

La collezione di oggetti in plastica della Fondazione Plart – 2000 esemplari – è il risultato di un paziente e attento lavoro di scouting condotto dai fondatori Salvatore Paliotto e Maria Pia Incutti, sempre “presente” in sede anche attraverso il suo ritratto non figurativo a firma di Haim Steinbach. Altri artisti in esposizione con le proprie opere sono Tony Cragg presente con Crown Jewels, Riccardo Dalisi con la serie Ballerine, Franco Mello e Guido Drocco con l’iconico Cactus fino a Andrea Branzi, presente con la collezione Attinie, creata appositamente per il Plart e con la quale il noto architetto ha reinterpretato in chiave contemporanea un oggetto d’uso molto poco indagato dal mondo del progetto, il pettine!

 

 

Dal 2008 a oggi, la Fondazione Plart è riuscita ad ampliare e diversificare la sua offerta culturale combinando attività espositive tradizionali, formazione specialistica, ricerca sul design eco-sostenibile e sulla conservazione di manufatti in plastica, riuscendo così a valicare l’accezione più tradizionale di “museo”.

Della Fondazione Plart hanno detto:
Oltre all’indiscutibile valore intrinseco, la collezione del Plart consente di stabilire rapporti e relazioni fruttuose, dal punto di vista storico-critico, fra ambiti apparentemente distanti: l’artigianato e l’arte da un lato, la produzione industriale dall’altro. Inoltre, la collezione può consentire un’approfondita analisi dell’evoluzione del gusto ‘popolare’ nel corso di due secoli che vedono le diverse forme, i diversi ambiti, interagire sempre più spesso con risultati nuovi”.
(Renato De Fusco, 2014)

 

Nel corso di questi anni il Plart ha anche promosso attività culturali ed espositive che indagano nel mondo delle arti, al di là di steccati disciplinari definiti. Sostiene la ricerca condotta da artisti e designer che collaborano con università e centri di eccellenza nell’ambito della sperimentazione di materiali ecosostenibili oltre ad essere impegnata in un lavoro di scouting legato ai giovani talenti della scena nazionale e internazionale del design che utilizzano materiali sostenibili alternativi alla plastica.

 

 

Anche nell’ambito della conservazione, il Plart porta avanti attività di ricerca finalizzate allo sviluppo di metodologie innovative di restauro dei materiali plastici che compongono la sua variegata collezione, attraverso soprattuto l’organizzazione di convegni scientifici e workshop per l’alta formazione di conservatori e restauratori, organizzati in collaborazione con le università e i principali centri di ricerca internazionali. È proprio in quest’ottica che si ascrive la partecipazione del Plart come membro fondatore dell’Associazione Internazionale PHEA (Plastics Heritage Association), nata nel 2018.

Per saperne di più: www.fondazioneplart.it

Social: pagina FB @fondazioneplart 

 

 

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