WeWorld contro il Cyberbullismo: 5 regole per prevenirlo
di Con i Bambini
Di bullismo, reale o virtuale, sembra non si riesca a smettere di parlare, tanti sono i tristi fatti di cronaca che quasi ogni giorno affiorano sulle prime pagine dei giornali, da nord a sud Italia. Storie di abusi, minacce, diffamazioni, di suicidi nati da una foto rubata sfuggita, grazie al web e ai social, completamente a qualsiasi controllo. Storie quotidiane che ci raccontano che la realtà per gli adolescenti di oggi è molto diversa dai loro coetanei di 10 anni fa. Il mondo digitale sempre più diventa estensione e parte integrante di quello reale, un mondo che ai ragazzi appare semplice, innocuo, divertente ma per affrontare il quale si dimostrano spesso impreparati, fragili, senza risorse.
Il cyberbullismo (o bullismo digitale) – l’esercizio da parte di un minore di una qualche forma di violenza verso un suo pari compiuta utilizzando strumenti digitali – diventa quindi un pericolo temibile a cui sono esposti tutti i ragazzi e di cui diventa vittima il 6% degli adolescenti italiani. Tra questi l’11% ha tentato il suicidio e ben il 50% ha portato a termine atti autolesionistici.
Un fenomeno su cui non dobbiamo abbassare la guardia e su cui WeWorld ha già organizzato percorsi di formazione, nei progetti di contrasto alla dispersione scolastica, rivolti tanto ai ragazzi, quanto agli adulti (insegnanti e genitori), sull’uso di internet e dei suoi applicativi, perché convinti che l’uscita dalla povertà educativa passi anche attraverso un consapevole utilizzo della tecnologia.
Crediamo sia estremamente importante far riflettere i ragazzi, per questo il 2 maggio scorso abbiamo organizzato, all’interno del Festival dei Diritti Umani di Milano, un’edizione straordinaria di “EXPONI LE TUE IDEE!”, il contest nazionale di dibattiti tra scuole, proprio sul cyberbullismo.
Dopo il dibattito di fronte a più di 400 ragazzi abbiamo lanciato il nostro manifesto contro il cyberbullismo, ovvero le 5 regole base per non alimentare il fenomeno:
CYBER BULLISMO – 5 REGOLE PER NON ALIMENTARLO
- Se vedi un video o foto in cui è presente un caso di cyberbullismo, non condividerli, anche se per commentarli negativamente, alimenteresti il fenomeno
- Segnala il video e le foto al social network e richiedine la rimozione
- Se conosci la vittima, mandale un messaggio di sostegno
- Invita i tuoi amici a non diffondere il contenuto e a segnalarlo, proprio come hai fatto tu
- Anche solo fare uno screenshot a un video o alla foto per commentarle è un modo per condividerle. Evita.
IL MANIFESTO DI WEWORLD CONTRO IL CYBERBULLISMO è stato diffuso online attraverso i social e con un’azione capillare a tutte le scuole del network “EXPONI le tue IDEE!”, e ai ragazzi che frequentano i centri Frequenza200, progetto nazionale di WeWorld contro la dispersione scolastica.
Non siamo i soli ad aver capito quanto questo sia un tema cruciale per il futuro dei nostri ragazzi. E’ urgente un’azione educativa e preventiva. Come sembra emergere dal testo licenziato dal Senato, dove l’accento è posto su misure di prevenzione e di educazione nelle scuole sia per le vittime, sia per i “bulli”. Tra cui la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia), di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. La legge era stata gravata in seconda lettura alla Camera di contenuti securitari e repressivi che poco avrebbero prevenuto il fenomeno. Vedremo se l’impostazione data dal Senato sopravvivrà.
Il punto infatti non è reprimere l’uso sbagliato da parte di giovani ed adulti degli strumenti digitali ma varare misure preventive e formative per educare gli adolescenti ad un uso corretto degli strumenti digitali.
Come WeWorld, che ha inserito nei progetti di contrasto alla dispersione scolastica percorsi di formazione sull’uso di internet e dei suoi applicativi, così molte scuole approfitteranno anche delle risorse del nuovo Piano Operativo Nazionale Scuola con fondi europei che di recente il MIUR ha varato e che prevede diversi interventi volti a rafforzare competenze di cittadinanza globale e creatività digitale (in tutto 180 più 80 milioni).
Tutti gli interventi che abbiamo menzionato hanno in comune un elemento, richiedono la collaborazione di più attori della comunità educante, perché anche attraverso il contrasto al bullismo digitale si combatte la povertà educativa.
Marco Chiesara
Presidente WeWorld
[Materiale a cura di WeWorld. Con i Bambini non è responsabile di quanto pubblicato]