Musica nell’infanzia: un tesoro per lo sviluppo del bambino.

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Atelier musica

Fin dalla prima infanzia, la musica influisce positivamente sul cervello, sullo sviluppo cognitivo ed emotivo, rappresentando un valore aggiunto per la crescita e per la successiva età adulta. Ne parliamo con Stefano Andreutti, musicista specializzato in laboratori e progetti musicali per l’infanzia che cura gli atelier musicali di Villaggio Educante.

Ci racconta un po’ del suo lavoro?
Sono musicista e compositore e da oltre 20 anni mi occupo di laboratori musicali per i bambini, da quelli più piccoli delle scuole dell’infanzia, fino alla primaria.
Mi sono avvicinato alla propedeutica frequentando i corsi del metodo Orff, una metodologia che fa vivere l’esperienza della musica fisicamente ed emotivamente attraverso il ritmo – con piccole percussioni soprattutto – e il movimento, contribuendo alla formazione e allo sviluppo della persona.
Mi interessa particolarmente l’aspetto della musica collegata al corpo e al gioco, tanto che ho affiancato ai miei laboratori il metodo Dalcroze, anch’esso basato sulla relazione e sull’importanza tra musica e movimento.
Quindi il suo metodo parte da questo tipo di approccio?
Esatto. Insegno musica partendo proprio dal movimento corporeo del bambino che così può vivere e sentire a livello fisico il suono e il ritmo in modo più creativo, più spontaneo, attraverso l’esperienza che coinvolge tutto il corpo, non solo l’udito.
Qual è il valore aggiunto di questo metodo?
Il bambino si diverte prima di tutto, e poi sviluppa una conoscenza dello spazio e la capacità di gestirsi e il piacere della relazione con gli altri.
Come ha impostato l’Atelier per Villaggio Educante?
Organizzo gli incontri partendo proprio dal metodo Orff e quindi privilegiando un’attività “attiva” invece del semplice ascolto, puntando sul coinvolgimento e sull’interazione: sono veri e propri laboratori in cui i bambini si immergono, utilizzando anche una strumentazione di piccole percussioni.
Utilizza normalmente altri tipi di attività?
Per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria, ho elaborato un progetto sul “paesaggio sonoro” (quello che la FISM ha chiamato Progetto Digitale).  Lo scopo e “imparare” o re-imparare a percepire tutti i suoni che ci circondano, sia nell’ambiente fisico (casa o scuola) sia all’aperto.
I bambini hanno in mano dei microfoni con cui registrano i suoni dell’ambiente per poi essere riascoltati e rielaborati in modo creativo, magari creando delle storie ad essi collegati. Per i bambini è davvero divertente e coinvolgente: imparano ad utilizzare la parte tecnologica legata al suono e imparano a fare caso a suoni a cui ormai la nostra mente non è più abituata.
La località rende ogni progetto unico: un fiume, una fontana, una strada, una fabbrica rumorosa, tutto contribuisce a creare il paesaggio sonoro.
Quindi le lezioni non sono mai passive.
Al contrario, ogni lezione è diversa e cambia a seconda del luogo e della riposta dei bambini. Mi piace mescolare forme didattiche differenti, e mi avvalgo dell’utilizzo di libri illustrati che raccontano di musica, suoni o rumori.
I bambini così vivono un’esperienza che è musicale, ma non solo, è anche attività sociale e conoscenza: acquisiscono più sicurezza nei propri mezzi, maggiore coordinazione, capacità di ascolto e nuove e diverse competenze.

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