“Approcciarsi alla Documentazione Educativa”. Un percorso teorico pratico per Nidi e scuole dell’infanzia.

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La “documentazione educativa” come pratica che da decenni rappresenta ormai una strategia consolidata, soprattutto nelle realtà educative più avanzate in tutta Europa, per dare visibilità all’infanzia, amplificare le competenze dei docenti e migliorare la qualità delle proposte educative rendendole sempre più “a misura” dei bambini.

Era dedicato proprio a questa tematica lo speciale percorso formativo appena concluso, realizzato all’interno del progetto Villaggio Educante, dalla pedagogista Francesca Mancini.

Il percorso è nato per colmare un bisogno formativo che le insegnanti e le educatrici dei territori coinvolti hanno manifestato fortemente.  In risposta a questi bisogni formativi, che toccano le competenze progettuali ma anche la capacità di offrire ai bambini esperienze sempre più pensate e significative per la loro crescita, nasce la proposta di “approcciarsi alla documentazione”.

Parlare di documentazione in riferimento ai servizi educativi e scolastici significa aprire una riflessione sul dare valore ai gesti quotidiani che educatrici e insegnanti compiono con e per i bambini ma anche mettere in luce, attraverso strumenti visuali e progettuali, le intelligenze dei bambini e i loro molteplici e raffinati modi di apprendere.

Documentare è un lavoro essenziale per diffondere una cultura pedagogica della prima infanzia e allontanarla da stereotipi anacronistici che non rispecchiano più ciò che effettivamente ora sappiamo dei modi di apprendere e di imparare a pensare dei bambini. La documentazione educativa va oltre la semplice fare fotografie o video. La documentazione, infatti, è una pratica che abbina la potenza delle immagini al racconto di ciò che i bambini vivono e sperimentano quotidianamente, mette al centro le loro idee, le loro parole, le loro teorie sul mondo.

Per gli insegnanti, saper usare sapientemente i codici comunicativi propri della documentazione (fotografici, video, della scrittura narrativa) per costruire installazioni documentative a parete (pannelli progettuali, pannelli di lettura degli spazi e dei loro significati, pannelli di identità della scuola, bacheche, ecc.) o “a sfoglio” (diari quotidiani, approfondimenti progettuali) significa diventare sempre più capaci di condividere con le famiglie ciò che accade nella quotidianità della scuola, rendendoli complici e partecipi del percorso di crescita dei loro bambini.

La documentazione educativa è quindi anche uno strumento di partecipazione perché mira a rendere espliciti i significati dei gesti e delle scelte educative delle insegnanti ma è anche un racconto del percorso di ciascuna scuola che, attraverso di essa, può mostrarsi a famiglie e territorio nella sua identità storica, nei suoi valori e principi ma anche nel proprio cammino di rinnovamento pedagogico. Saper documentare e voler documentare ciò che si è e ciò che si fa, presuppone uscire dall’autoreferenzialità per mettersi in dialogo con la comunità educante.

In questo primo percorso, cui seguiranno approfondimenti nei prossimi anni, le educatrici e le insegnanti hanno messo a fuoco quegli strumenti documentativi che costituiscono l’autobiografia di un servizio che rappresenta la base indispensabile da cui partire in vista di un’apertura anche a nuove posture educative.

Negli incontri, numerose sono state le proposte pratiche-laboratoriali per dare alle partecipanti la possibilità di imparare costruendo insieme e, in queste occasioni, lo scambio e il dialogo fra equipe diverse di territori differenti ha rappresentato indubbiamente il valore aggiunto che ha permesso di iniziare a dare corpo ad una rete di scambio pedagogico che intendiamo rafforzare negli anni a venire attraverso ulteriori e significative proposte.

 

 

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