Buone pratiche al Villaggio: a Macerata il diario delle famiglie!

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“Siamo andati in mille posti nuovi… c’erano tanti fili e gomitoli là fuori. Era un universo nuovo fatto di allegri nodi e intrecci, pieno di colori”, dall’albo illustrato di Alberto Pellai, Io gomitolo tu filo.
Un albo letto durante i primi incontri allo Spazio piccolissimi del Villaggio Semi D’acero di Macerata. Una bella metafora di quanto grande e ricca possa essere una rete di relazioni che si va ad intrecciare in uno spazio condiviso da mamme, papà, bambini e bambine.
Come costruire una rete solida? Quali pratiche la sostengono? Da queste domande, che ogni giorno noi educatrici del Villaggio ci poniamo, è nata l’idea di mettere a disposizione un diario all’interno dello spazio.
Da principio era stato offerto alle famiglie come strumento da poter utilizzare durante la permanenza al Villaggio, riposto in una stanza appositamente curata con poltroncina e mobiletto dove appoggiarsi per poter scrivere. Ad ogni incontro le famiglie osservavano il diario ma senza avvicinarsi, preferendo piuttosto trascorrere il tempo con i propri bambini e conversare tra loro. Hanno ragione, pensavamo.
“Ho proposto un giorno ai genitori presenti all’incontro – racconta Emanuela, educatrice del Villaggio -, di provare a far circolare il diario tra le famiglie. Lo avrebbero potuto tenere per una settimana, o più, e avere così modo di scegliere quando poterlo usare. Ho suggerito loro di concedersi un momento per se stessi, ho spiegato quanto sia importante, seppur in apparenza banale, la pratica della scrittura e che attraverso di essa avrebbero potuto esprimere, condividere, lasciare traccia dei propri vissuti emotivi. La prima domanda di una mamma, Carmela, è stata ‘Ma dopo, tutti gli altri genitori leggeranno quello che c’è scritto?’. Io non ho insistito ovviamente, ma ho lasciato il diario sopra il mobiletto. Poi un’altra mamma, Stefania, ha iniziato a incuriosirsi e ha mostrato a suo figlio Gino, che teneva tra le braccia, i fiori sulla copertina del diario e, alla fine, lo ha messo nella sua borsa.
Da quel giorno fino ad oggi si è arricchito di tante storie, parole, immagini, fotografie… Il diario è diventato una buona pratica utilizzata da tutti, vi è quasi la necessità ora di penderlo e portarlo a casa per poi ritornare allo spazio e raccontare e condividere con gli altri genitori. Una buona pratica che unisce tanti pensieri e tanti vissuti. Un diario di tracce e memorie che fanno storia e vanno a legarsi con altre storie di famiglie che verranno in futuro accolte al Villaggio. Tanti allegri nodi e intrecci, pieni di colori, che vanno ad allargare giorno dopo giorno una rete di famiglie, una comunità che cresce”.

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