Così, a Genova, si combatte la dispersione scolastica

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“La scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde”. Lo scriveva Don Milani nel 1967, in Lettera a una professoressa, libro diventato manifesto di una scuola inclusiva e attenta ai più deboli. A più di cinquant’anni dalla loro pubblicazione, le parole del Priore di Barbiana sono più che mai attuali. A causa della pandemia, cresce il rischio di dispersione scolastica e di conseguenza la necessità di pensare a nuovi modi per non lasciare soli gli alunni più in difficoltà.

Il Covid e l’aumento dell’abbandono scolastico

L’inchiesta C’è bisogno di scuola realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio ha evidenziato che il rischio di abbandono scolastico è cresciuto in tutta Italia. Dai dati raccolti, è emerso come il Covid-19 abbia accentuato le disuguaglianze educative già esistenti tra Nord e il Sud del Paese. Non solo. L’emergenza sanitaria ha anche inasprito, nelle singole regioni, le disparità tra centro e periferia

È il caso della Liguria. Lo ha spiegato Andrea Chiappori, responsabile della Comunità di Genova, nel suo articolo per il Secolo XIX. Secondo un report di Openpolis e Con i Bambini, citato nell’articolo, Imperia supera La Spezia di oltre 17 punti percentuali nelle statistiche sugli abbandoni. “Anche a Genova – ha scritto Chiappori – le scuole lavorano su territori molto diversi tra loro ma con risorse sostanzialmente identiche: nei quartieri di edilizia popolare e nelle zone residenziali, a Begato come a Castelletto”

Attivarsi per una “scuola in uscita”

A Genova, La Comunità di Sant’Egidio si è attivata per rispondere alle nuove richieste di aiuto generate dalla pandemia. Lo ha fatto proponendo diversi progetti, tra cui è incluso Valori in Circolo, selezionato da con Con i Bambini nell’ambito del fondo per la lotta alla povertà educativa minorile. L’obiettivo è sostenere la comunità educante e facilitare il recupero di tutti quei ragazzi “a rischio”, per i quali l’isolamento della pandemia potrebbe significare il definitivo abbandono degli studi. 

Durante l’anno, i volontari della Comunità di Genova, molti di cui giovani, sono diventati il punto di incontro tra scuola e famiglie in difficoltà. Hanno organizzato collegamenti in DAD, ripetizioni da remoto e, quando possibile, attività didattiche in presenza, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid. Tutto questo per garantire quella continuità del percorso educativo che, soprattutto in periferia, è la risposta più efficace alla dispersione scolastica. 

Un lavoro di squadra tra docenti, volontari e famiglie che è espressione della “scuola in uscita” tanto voluta da Don Milani. Una scuola che non si limita a fare “ordine pubblico” ma che lotta perché ogni alunno, soprattutto se bisognoso, venga accompagnato e sostenuto nel proprio percorso di crescita educativa ed umana.

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