Il tempo (prezioso) del Coronavirus
di Centro per la Salute del Bambino
È banale ricordare che occorre fare di necessità virtù. Resta vero, però. Lungi dall’elencare tutte le opportunità che si aprono, per fortuna, mentre molte altre si chiudono e tutti, alcuni molto più di altri, soffrono le conseguenze dell’epidemia, soffermiamoci un attimo sui nostri bambini confinati a casa.
Ci sono due aspetti della questione: come rispondere alle loro domande e affrontare le loro paure, da una parte; e come impiegare questo tempo lungo, inatteso, del tutto particolare e forse irripetibile nella sua mescolanza di costrizione e nuove libertà.
Rispondere alle domande e affrontare le paure ci costringe, nonni, genitori, operatori dell’infanzia, a esercitare la fantasia ma anche la capacità di cercare spunti, in quello che ci può offrire la rete, qualche amico, o anche in noi stessi, per raccontare la storia dell’epidemia ai nostri bambini, spiegare cos’è un virus, come si trasmette, perché ci si deve “distanziare”, e magari cosa è un vaccino e come funziona. È più che possibile che, cercando di qua e di là, chiedendo a chi ne sa di più, e trovando le parole (e i disegni!) per spiegare quanto accade ai nostri bambini, chiariremo qualche idea anche a noi.
Un po’ di tempo se ne può andare cosi, mentre ci improvvisiamo maestri. E nel rimanente? Possiamo fare tante di quelle cose.
Ad esempio cercare tra le cose vecchie, e trovare qualcosa da mostrare ai nostri bambini di come eravamo, come giocavamo, dove siamo andati. Leggere assieme, guardare atlanti, o perché no anche un libro di cucina. O ancora sentire musica, scegliendo quello che ci piace e che può piacere. Giocare, con giochi vecchi, giochi nuovi o, o anche nessun gioco, solo quello che troviamo in giro: tappi di sughero, scatole di cartone, spaghi, carta colorata, colla, plastilina. Guardare dalla finestra e commentare, quello che si vede e quello che non si vede più. Usare, questa volta bene, il cellulare, per chiamare i nonni e chiedere come stanno, o l’amico della scuola. Insomma, non bisogna per forza ricorrere alle cose pronte, video, audio o altro. Ci si può fare venire qualche idea da soli, sarà più divertente.
Torneremo, prima o poi, alla vita di prima.
Anzi, no, non sarà più quella di prima. Per tanti motivi ma anche perché avremo scoperto un tempo, un tempo lungo da riempire, o anche da lasciare scorrere, più lentamente del solito.
Con i nostri bambini. Che se ne ricorderanno a lungo.
Ti potrebbe interessare
A Policoro il Villaggio sta cambiando la storia della città e della comunità
di Centro per la Salute del Bambino
Ci sono luoghi che nascono con una missione. Ci sono luoghi come i nidi, che sono un servizio per la città e...
Al Villaggio di Torino si supera anche la “barriera” linguistica
di Centro per la Salute del Bambino
«I bambini non notano il colore delle pelle o le differenze di culture. Per loro un altro bambino è solo un altro...
Diario di Un Villaggio in ogni Casa | 4-8 maggio
di Centro per la Salute del Bambino
Un Villaggio per Crescere Genova Al Villaggio di Genova la primavera è esplosa e i fiori crescono colorati e suggestivi anche nelle...