Con un foglio quadrato puoi costruire il mondo

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«Quando si sta a casa con la mamma non si impara tanto». Invece al Villaggio Per Crescere si incontrano tante persone, altre mamme, altri papà, altri nonni. A volte si incontrano anche persone provenienti da altri paesi, portatrici di altre culture. E se si ha la sensibilità di ascoltarle e accoglierle può succedere anche di essere arricchiti. Ed è quello che è accaduto alle bambine e ai bambini di Policoro e ai loro genitori dopo aver incontrato Takara Hashimoto. «Ho proposto di fare attività con gli origami. Con un foglio quadrato si possono creare mille e mille forme». E così, piega dopo piega, i bambini – ma forse soprattutto i genitori – hanno scoperto le particolarità di un’altra cultura, molto distante da quella del loro territorio, e non solo in fatto di chilometri.

Gli origami. Secondo alcuni risalente alla fine del Trecento secondo altri leggermente più recente, l’origami è un’antica pratica nipponica con cui attraverso la carta sapientemente ripiegata si realizzano forme tridimensionali che riproducono animali, pianti e altri oggetti. Una forma d’arte tra le più conosciute e apprezzate della cultura nipponica che per questo si è subito espansa in tutto il mondo. 

In tanti la conoscono ma in pochi ne conoscono i segreti. Per questo per i bambini e i genitori del Villaggio di Policoro incontrare Takara è stata una vera fortuna.

«Con un foglio quadrato si possono creare mille e mille forme», spiega la mamma, «sembra semplice ma non è tanto facile, ciò non toglie che tutti possono applicarsi e realizzarne qualcuno». Ed è ciò che è successo a Policoro. «Nei primi tre o quattro incontri (quindi fino a novembre dello scorso anno, ndr), abbiamo realizzato un cappello di samurai, un pianoforte, una zucca e un altro cappello per la zucca di Halloween. Alle mamme è piaciuto molto. Alcune gli origami li conoscevano già, altre invece si aspettavano questa cosa da me, che glielo insegnassi. Sono rimaste molto contente». 

La proposta. L’idea di farne un’attività condivisa è nata dalle altre mamme. «Quando ho iniziato a frequentare alcune mamme sapevano che facevo origami. Allora ho fatto la proposta alle educatrici ed è stata accolta con entusiasmo».

Il successo tra bambini e genitori è stato immediato. Tutti sono rimasti ammaliati dall’antica arte giapponese di piegare la carta. «I bambini non capiscono tanto il valore degli origami, soprattutto i più piccoli», sottolinea Takara, «però le mamme sono rimaste molto contente e possono continuare a praticare quest’arte a casa con i loro figli». Un’attività ottima che sposa in pieno i valori del Villaggio di educazione condivisa e del trascorrere tempo di qualità con i propri bambini. 

L’arrivo. Takara è diventata mamma pochi mesi dopo essere arrivata a Policoro, nel 2015. «Siamo arrivati ad aprile, a ottobre è nato mio figlio». Ha conosciuto il Villaggio tramite il nido, visto che si trovano entrambi nello stesso stabile. «Mio figlio ha tre anni. A due è andato al nido. Avevo sentito dire altre mamme che hanno i bambini piccoli come il mio ma che non frequentavano il nido che i loro bambini qui al Villaggio sono cambiati molto. Sono migliorati. Soprattutto nella comunicazione con altri bambini». Il passo successivo non poteva che essere portare il suo bambino al VIllaggio. «L’ambiente è molto confortevole, molto curato, i bambini sono felici. Imparano a comportarsi con gli altri».

Takara nella sua esperienza di mamma ha compreso sin dall’inizio che l’interazione, lo scambio con altre persone che non siano i genitori o i parenti stretti e in contesti diversi da quello domestico sono importanti. «Perché quando un bambino sta a casa solo con la mamma non impara tanto. Se si sta solo a casa con la mamma, se si è educati solo dalla mamma non si impara a essere autonomi, a comunicare con gli altri. Mio figlio – spiega la donna – già da quando aveva due anni si scocciava a stare a casa. Quando è andato al nido è stato felice, perché si fanno tante attività creative. Lo stesso al Villaggio. Quando torna a casa da questi posti è felice, altrimenti è nervoso».

E a essere felice è anche lei. «Ci sono altre mamme, posso parlare un po’, chiacchierare,  anche io, fare nuove amicizie, esperienze». Perché il Villaggio è spirito comunità. Anche per gli adulti. 

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