A CISTERNA DI LATINA DUE SPORTELLI A SUPPORTO DI STUDENTI, GENITORI E DOCENTI
di Centro Servizi per il Volontariato (Cesv)
Offrire un supporto ai ragazzi e alle famiglie grazie all’alleanza con la scuola ed il volontariato. È quanto accade a Cisterna di Latina, dove la Confraternita delle Stimmate di Cisterna di Latina, che gestisce i servizi della Caritas diocesana di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, ha avviato uno sportello psicologico all’interno di due scuole del territorio, l’Istituto comprensivo Leone Caetani e il Plinio il Vecchio. Attivo dal 21 gennaio nella prima, lo sportello psicologico è ora attivo anche presso l’Istituto comprensivo Plinio il Vecchio.
In un mese circa di presenza al Caetani, lo sportello ha avuto un gran numero di richieste da parte dei ragazzi. E non ne sono mancate neanche dai genitori. Una reazione inattesa in un così breve periodo di attività, come ci racconta la dottoressa Ileana Pernice, psicologa e psicoterapeuta, della Confraternita delle Stimmate di Cisterna di Latina.
«Lo sportello psicologico è pensato sia per gli alunni delle classi medie, sia per i genitori: alla mattina è attivo per i ragazzi – che possono prendere appuntamento tramite una docente, referente del progetto Tutti a scuola – mentre, una volta al mese, dalle 14.00 alle 16.00, viene aperto per i genitori, che hanno a disposizione un elenco di date tra cui scegliere». Inoltre, sempre alla mattina, lo sportello è a disposizione anche dei docenti.
La risposta dei ragazzi e delle famiglie è stata inaspettata: «Abbiamo ricevuto sin da subito molte richieste», continua Pernice. «Lo sportello è aperto due ore a settimana in ogni scuola e si seguono anche 4 o 5 ragazzi ogni volta. Non me lo aspettavo, in genere occorre ancora fare i conti con un certo pregiudizio quando entra in gioco una figura come quella dello psicologo. Invece presso l’Istituto comprensivo Leone Caetani è anche capitato che alcuni ragazzi siano tornati dopo il primo colloquio. Anche i genitori hanno risposto volentieri: in un mese si sono rivolte allo sportello tre famiglie».
Ma cosa emerge da questo primo periodo di attività al Caetani? «I ragazzi», spiega Pernice, «riportano un buon rapporto con la scuola e i docenti. I momenti di difficoltà che, invece, emergono fanno riferimento soprattutto alla sfera familiare: la perdita del lavoro di uno o entrambi i genitori, una malattia, una separazione. I genitori, all’opposto, riportano le difficoltà dei ragazzi nell’andamento scolastico, oltre alle proprie nella gestione del difficile periodo adolescenziale che i loro figli stanno attraversando, nell’essere loro di supporto in questa fase di crescita».
LA VERA RISORSA È LA SINERGIA. Un aspetto interessante che Pernice sottolinea è che le famiglie che si sono rivolte allo sportello in orario pomeridiano non sono le stesse dei ragazzi che vi hanno avuto accesso alla mattina: «Ho invitato i ragazzi a farsi portavoce per far venire i loro familiari nel pomeriggio e lo stesso ho fatto con le famiglie venute nel pomeriggio per i loro figli. Con qualcuno ha funzionato: il tentativo è quello di lavorare su entrambi i fronti in modo da creare un collegamento, una rete di intervento per l’obiettivo comune, il benessere della famiglia».
Una buona risposta al progetto, quindi, come sottolinea Pernice. «I ragazzi sono tranquilli, hanno capito la figura che opera allo sportello e la sua funzione e in questo dobbiamo ringraziare la scuola, che ha fatto un adeguato lavoro presentazione del progetto».
Scuola che è una risorsa, così come lo sono state le famiglie che, comunque, hanno saputo riconoscere un momento di difficoltà dei propri figli, incoraggiandoli a rivolgersi allo sportello: «La vera risorsa è la sinergia», ribadisce Pernice. «Sinergia tra la scuola che – anche grazie al volontariato – ha offerto un servizio e la famiglia che ha saputo cogliere l’opportunità offerta».
Organizzato allo stesso modo, nell’Istituto comprensivo Plinio il Vecchio lo sportello è attivo da pochi giorni: « Staremo a vedere come prosegue», continua Pernice, «ma sono ottimista: avere da subito una risposta di questo tipo vuol dire aver colto un bisogno». «Ora un obiettivo potrebbe essere aprire il servizio alla cittadinanza, non lasciandolo soltanto all’interno della scuola, ma è un’ipotesi futura su cui bisognerà riflettere».
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