Dialoghi riparativi con la natura. L’esperienza presso la fattoria didattica Maso Canova
di istitutodoncalabria
“La connessione con la natura è una cosa che secondo me servirebbe ad ogni persona per conoscersi meglio. Più che altro ti dà un senso di pace indescrivibile”: così scrive Luca, ragazzo di 17 anni che per sei mesi ha partecipato al progetto Dialoghi riparativi con la natura. Il progetto è stato attivato grazie alla collaborazione della cooperativa Progetto 92, capofila per il Trentino per il progetto Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto, e l’Azienda agricola e Fattoria didattica Maso Canova, di Stefania Lusuardi a Monte Terlago.
L’esperienza presso la fattoria, avviata nell’aprile 2023, ha visto fino ad oggi cinque ragazzi coinvolti, di cui tre in carico al Servizio sociale per i minorenni di Trento. Durante questi mesi i ragazzi si sono cimentati nella cura dell’orto e degli animali attraverso attività pratiche: preparare la terra, seminare, dare da bere e da mangiare agli animali, integrando le attività legate “al fare” alla socializzazione, oltre che con la natura e i suoi abitanti, con Stefania, responsabile della fattoria e i suoi collaboratori, Marina, Valentina e Massimo.
L’attività ha permesso ai ragazzi di acquisire autostima e ritrovare la fiducia in sé stessi, elementi che spesso, dopo l’esperienza del reato, vengono meno. I ragazzi hanno bisogno di vedersi in panni diversi da quelli in cui abitualmente si riconoscono e di fare esperienze positive in cui potersi sperimentare come capaci e degni di fiducia, ristorando così la propria dignità di essere umano a partire dal proprio volersi bene, dalla cura per il luogo in cui vivono, per arrivare alle persone che li circondano.
La relazione con la natura è così diventata la base attraverso cui costruire il processo riparativo. Il dialogo è l’aspetto centrale della Giustizia riparativa. Nell’esperienza con la natura, il dialogo ha radici nel profondo: nell’aria e nel verde che ci permettono di nascere e poi di continuare a vivere. Partendo dal rispetto e l’amore verso se stessi e la Terra in cui vivono, i ragazzi hanno così avuto la possibilità di responsabilizzarsi e aprire l’orizzonte per la cura e il rispetto anche verso gli altri esseri umani. Stefania Lusuardi ci ha insegnato che “la madre Terra ci educa al rispetto, all’attesa, alla libertà: quella che si crea con la natura è una relazione di amore e cura reciproca”. È proprio su questa relazione di cura, che abbiamo cercato il senso della Giustizia riparativa, in cui ricostruire legami di comunità, utilizzando la natura come una palestra relazionale.
Nella natura, il ciclo della vita fa comprendere come le azioni portano a delle conseguenze, educa attraverso il senso dolce di curare le nostre azioni per poi poterne raccogliere i frutti. I frutti raccolti dalla Terra in fattoria hanno rappresentato per i ragazzi il simbolo che le buone azioni portano soddisfazione e ricchezza, non solo materiale, ma anche emotiva e relazionale.
Infine, in fattoria, i ragazzi hanno potuto sperimentare un altro grande insegnamento, quello del non-giudizio: “questa esperienza mi ha fatto portare via un po’ di cose: ad esempio, cercare di capire la situazione prima di giudicare”, riporta sempre Luca nella sua lettera di fine percorso. La natura non giudica, ma dà il tempo che serve per agire senza il necessario bisogno di dover dimostrare qualcosa. Permette le condizioni per poter essere sé stessi, ricercare nuove strategie per fronteggiare momenti di difficoltà, ritrovando il proprio rapporto con l’attesa. Se è vero che da cattivi sentimenti nascono cattive azioni, la natura in questa esperienza ha dato l’opportunità ai ragazzi partecipanti al progetto di provare a ritrovare quel senso di pace interiore, secondo i propri tempi, in grado di colmare la sofferenza e il proprio conflitto interno. Ha dato la possibilità ai ragazzi di imparare a rallentare per lasciare spazio al pensiero e alla riflessione prima dell’agire.
Forse allora, è proprio questa la calma interiore che cercava Luca e che ha trovato “nell’indescrivibilità della pace” che la natura può dare.
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