Recuperare spazi di condivisione nel mondo digitale: stimolare l’interazione.

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Ci sono luoghi non solo fisici, ma spazi in cui una comunità si riconosce e trova la forza di affrontare insieme le tempeste. All’interno del progetto Thub06, l’emergenza Covid ha dimostrato che tali spazi si possono ricreare anche all’interno dell’universo digitale. I punti gioco, dedicati alla prima infanzia negli snodi di progetto, sono stati un porto sicuro per le tante famiglie che hanno reso possibile la costruzione di legami in presenza e le relazioni costruite hanno superato la prova d’urto anche quando si sono spostati nel mondo del digitale.

Bambini e genitori dello spazio gioco Nessun pesciolino è fuor d’acqua dei Bagni Pubblici di Via Agliè, hanno intrapreso insieme un percorso, con l’aiuto degli educatori e di tutti gli operatori coinvolti, verso il recupero di una nuova quotidianità, in cui vivere momenti di serenità e di dialogo anche non in presenza.

Prima del lockdown, i pomeriggi si svolgevano scandendo le ore da trascorrere insieme con tanti momenti di condivisione: l’accoglienza delle famiglie, la lettura di una storia coinvolgendo anche i genitori, il laboratorio collegato ad una parte del racconto e la fruizione dello spazio in modo autonomo. Poi la merenda condivisa in cui, attraverso la convivialità, si imparava a conoscersi meglio e a scoprire sapori diversi. Infine, tutti a riordinare lo spazio per capire come prendersene cura e cogliere l’importanza che c’è un tempo per ogni cosa!

A marzo, invece, la continuità degli incontri di questa piccola comunità è stata temporaneamente interrotta e gli educatori si sono trovati a ragionare su come mantenere viva la relazione con le famiglie. Era necessario trovare un modo di sostenerle fin dentro le loro case, pur senza essere invadenti, facendo sentire loro il calore di una presenza.

Tutti abbiamo sperimentato la perdita delle coordinate temporali, ancor di più i piccoli, che devono imparare a gestire la propria routine giornaliera nei primi anni di vita. A partire da questa intuizione, fino a giugno sono stati inviati ai genitori tre video alla settimana con l’obiettivo di accompagnarli verso l’organizzazione di una nuova quotidianità attraverso l’espediente del gioco, incoraggiando i bambini a recuperare il movimento con una sequenza di avventure piratesche e stimolandone la creatività con attività di manipolazione e trasformazione di materiali facilmente reperibili in casa.

Una serie di schede e video hanno aiutato genitori e bimbi a preparare l’attività insieme come parte integrante del gioco. La preparazione serve a responsabilizzarli, in modo che abbiano cura di qualcosa che hanno impiegato tempo a costruire; senza contare l’effetto di allungare il pomeriggio insieme, tenendosi occupati in maniera proattiva.

Nonostante questo, Chiara Puleo, educatrice di Liberitutti, mette sull’avviso: “ Per quanto ben studiata e dotata di un comodo supporto come il video, che era possibile riguardare in momenti di maggiore disponibilità all’ascolto, rimanevamo nell’ambito di una fruizione passiva. Quando abbiamo trasferito le attività estive in presenza al “Boschetto”, orto urbano collettivo gestito da RE.TE.ong, abbiamo raccolto dagli stessi genitori l’essere esausti dal “bombardamento” di materiale visivo con cui era stata gestita la didattica digitale, soprattutto per quelle famiglie in cui i bimbi sono numerosi e le fasce di età differenti. Per noi il digitale resta una modalità fondamentale con cui siamo riusciti a mantenere il contatto, ma in quel momento abbiamo capito che dovevamo fare ancora un passetto in avanti”.

L’estate e l’inizio dell’autunno sono stati dedicati all’esplorazione dell’ambiente esterno, prendendo confidenza con il quartiere, ritrovando vecchi amici e scoprendone di nuovi, entrando in contatto con la natura attraverso la cura dell’orto. Le famiglie avevano voglia di rivedersi e gli appuntamenti settimanali si sono moltiplicati, per l’entusiasmo di grandi e piccini nel ritrovare amici con cui ormai si era creata una condivisione di esperienze.

Continua Chiara Puleo: “Con l’arrivo del freddo con i bambini abbiamo salutato l’orto e siamo nuovamente tornati a Casa, ai Bagni di Via Agliè, dove abbiamo riorganizzato le attività in funzione delle indicazioni del Governo e quindi abbiamo scelto di separare bimbi e genitori per una parte del pomeriggio. In questo modo le mamme e i papà avevano  la libertà di confrontarsi tra di loro e prendersi del tempo, con gli educatori e anche con un gruppo di esperti, già preparati sui bisogni raccolti dalle famiglie, per aiutarli a gestire meglio il rapporto con il cibo, con gli strumenti digitali e con i malumori dei figli. Con l’avanzare dei nuovi DPCM e dei mesi abbiamo riconosciuto la necessità di mantenere la distanza fisica e fare un sacrificio tornando ancora una volta a  ripensare le nostre attività, tornando così a progettare come portare avanti gli incontri con le famiglie in modalità online.

In questo secondo lockdown abbiamo concentrato la sperimentazione del metodo educativo attraverso uno strumento mutuato dallo studio delle STEM: Thinglink. Si tratta di uno strumento intuitivo con cui creare contenuti multimediali e interattivi condivisibili facilmente con le famiglie che non hanno magari tablet o pc perché è accessibile anche su uno smartphone. L’aspetto del possedere o meno strumenti digitali, della capacità dei genitori di usarli e di una buona connessione internet è determinante quando ci confrontiamo su come raggiungere le famiglie. Grazie a questa applicazione è possibile raccogliere in un’unica cornice virtuale immagini, video e audio con accesso immediato a informazioni aggiuntive, compresi collegamenti Web.

Era la prima volta che provavamo ad inserirlo nell’educativa 0-6 anni, mentre è già più comune nelle scuole con i ragazzi più grandi. Il percorso attivato è passato da una formazione per i genitori sull’uso delle tecnologie. Grazie ad incontri singoli realizzati da noi educatori e operatori abbiamo trasferito loro conoscenze che potranno spendere in situazioni analoghe anche richieste dal sistema educativo e scolastico tradizionale ”.

Di fatto, in questo modo, il video smette di essere passivo e permette, dopo la storia raccontata su Zoom, di offrire alle famiglie una prima mediazione con questo strumento, condividendo lo schermo e invitandoli ad interagire scegliendo un pulsante da schiacciare. Si apre così il relativo contenuto e alla fine dell’attività viene inviato un link, in modo che il gioco possa continuare anche in autonomia e con i propri tempi a casa. Questo tipo di approccio ha dimostrato di ottenere risultati particolarmente interessanti con le famiglie di origine migrante, in cui permangono a volte difficoltà linguistiche. I testi, infatti, possono essere ascoltati, aiutando anche i genitori a familiarizzare con le nuove parole e a trasferire ai figli gli insegnamenti con un linguaggio più adatto a loro.

L’aspetto più bello di questo lavoro è osservare come genitori e figli riescano ad imparare insieme, a ritrovare tempo di qualità da trascorrere in casa e a sviluppare il proprio potenziale creativo. Sicuramente è il metodo migliore per costruire un vissuto positivo, mettendo le basi per un nuovo protagonismo delle famiglie.

Condividiamo il link di un’attività proposta alle famiglie utilizzando Thinglink come strumento associato alla narrazione di un testo sul tema della notte e del momento sempre delicato della nanna.
https://www.thinglink.com/scene/1390705422221967361 

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