E’ possibile essere una Madre di Quartiere a distanza?

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In questi mesi in cui il lavoro di tutti coloro che si interfacciano con le famiglie ha subito continue variazioni e riprogettazioni, lo staff di Thub06 si è ripetutamente interrogato su come mantenere viva la relazione con bimbi e genitori anche in una modalità a distanza. Le Madri di Quartiere all’interno degli snodi di Thub06, nel loro ruolo di ponte tra le comunità straniere residenti e gli snodi del progetto e di cassa di risonanza dei bisogni delle famiglie, non si sono fermate.

Al rientro a settembre è stato possibile ricostruire con loro un disegno generale di quale era la situazione di molte famiglie dopo il primo lockdown. Sono emerse: una stanchezza principalmente delle madri che da marzo a giugno si sono ritrovate catapultate in una nuova quotidianità con bimbi a casa, orari di lavoro modificati, dinamiche di coppie che hanno inciso sull’equilibrio familiare e difficoltà economiche con cui si è dovuto far fronte. Il rientro a scuola a settembre per molti è stato complesso e caotico aggiungendo ulteriore affaticamento per le famiglie. Anche molte Madri di Quartiere si sono ritrovate con bimbi a casa e trovare un equilibrio con il lavoro ha richiesto uno sforzo importante.

La domanda che si sono poste insieme agli educatori e agli operatori degli snodi di Thub06 è stata: come sostenere questi genitori a distanza? Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto a Chiara Bertalotto, che supervisiona il lavoro delle donne coinvolte e opera nell’Associazione Terra e Pace di condividere il quadro della situazione che le Madri di Quartiere stanno affrontando.

Come hai ritrovato le Madri di Quartiere a settembre?

Mi occupo insieme alle mie colleghe del coordinamento, della formazione e della supervisione delle Madri di Quartiere all’interno di Thub06 e in questi anni di progetto ho visto queste donne crescere molto professionalmente. La situazione delle donne è molto variegata: alcune hanno continuato a prestare servizio durante la pandemia per supportare le famiglie in difficoltà, altre  invece sono rimaste bloccate in casa con i figli, e in alcuni casi, con i mariti, a carico. Certamente la stanchezza è stata un denominatore comune ma anche il desiderio di ripartire con una nuova spinta le ha accumunate.

Quando ci siamo riviste, in presenza, sono emerse le diverse strategie adottate per una riorganizzazione della vita e un reinserimento scolastico dei bambini in questo momento alquanto imprevedibile. A fronte di tutto ciò è sempre un piacere incontrarsi e condividere, non solo del tempo di qualità ma anche sane risate e strumenti per riuscire a mantenere una rotta comune.

A tal proposito vorrei condividere una testimonianza di Halima, Madre di Quartiere della Casa di San Salvario :

“La formazione per me è un giorno particolare e non vedo l’ora che arrivi perchè all’inizio dell’incontro sono stanca, stressata, ma subito dopo una mezz’ora con voi mi sento più tranquilla ed emozionata, e alla fine mi sento piena di energia, piena di vita, rinnovata, ottimista, pronta ad affrontare qualsiasi cosa . Grazie di cuore.”

Quali sono stati i temi della formazione che è tutt’ora in corso?

Durante l’incontro online di luglio abbiamo diviso il gruppo in due sottogruppi e lavorato sulle difficoltà legate al lockdown. Abbiamo scoperto modi e possibilità di trasformazione delle stesse donne cercando di valorizzare i punti di forza insiti al loro interno, facendo leva sulle risorse specifiche di ognuna. A ottobre abbiamo affrontato il tema della giusta distanza rispetto alle persone seguite, pur mantenendo una relazione di fiducia in un clima di  professionalità, oltre a ribadire il tipo di aiuto, non assistenzialista, ma volto all’indipendenza di ogni individuo.  E’ seguito un incontro incentrato sull’uso del cellulare come strumento per fare foto e video con tecniche base e per imparare a comunicare con le immagini. L’intento è quello di familiarizzare con l’uso della narrazione per raccontare, anche attraverso i social, il lavoro, spesso troppo nell’ombra. Due incontri sono invece stati dedicati al tema della violenza di genere e in particolare a come agire e relazionarsi quando si incontrano donne vittime di tratta. Un ultimo incontro ha posto come tema centrale l’ascolto empatico, i blocchi che si possono riscontrare e l’importanza dell’imparare a dire di no attraverso la comunicazione non violenta.

Nella formazione avete affrontato il nodo del lavoro a distanza? Quali sono state le domande più frequenti che sono state condivise?

Abbiamo sperimentato la modalità online con un buon successo, anche perchè la maggior parte di loro era già pratica nell’utilizzo di piattaforme virtuali come zoom o meet. Certo, attraverso lo schermo si perde tutta la parte ludica e di crescita come gruppo, al contempo abbiamo avuto comunque la possibilità di vederci e proseguire il lavoro insieme.

Durante gli incontri sono emerse alcune tematiche da approfondire che ci piacerebbe affrontare nelle prossime formazioni, quali ad esempio: come si fa a mantenere un aggiornamento costante rispetto alle questioni burocratiche, l’esigenza di rivedere il primo approccio con le persone in difficoltà, imparare a raccontare l’azione delle Madri di quartiere in pubblico e approfondire il tema dell’autonomia.

E’ cambiato il ruolo della Madre di Quartiere con la Pandemia?

Direi di no, il ruolo resta lo stesso, è piuttosto cambiato il tipo di aiuto richiesto durante l’emergenza, in quanto molte più famiglie si sono trovate in condizioni di difficoltà. In tal senso, le Madri di Quartiere hanno aiutato con la distribuzione dei pacchi alimentari e dei vestiti, hanno fatto la spesa e reperito farmaci laddove le persone non potevano uscire di casa e sostenuto chi aveva bisogno di accompagnamenti ospedalieri. Il supporto è stato fornito anche attraverso il telefono e le videochiamate, per far sentire la vicinanza, ma anche dando una mano con il disbrigo di pratiche burocratiche, richieste bonus e per tutto l’iter di trasformazione che ha richiesto la didattica a distanza.

Ringraziando Chiara Bertalotto per aver condiviso come il percorso delle Madri di Quartiere e la loro formazione siano in continua evoluzione e adattamento alla fluidità che richiede questo 2020, auguriamo a tutto lo staff un buon lavoro e a alle Madri di Quartiere un grande ringraziamento per la passione e la cura che stanno dimostrando. Sapersi adattare velocemente a questi continui cambiamenti richiede la capacità di saper guardare oltre questo presente e saper trovare la forza di non abbattersi, soprattutto quando è necessario immaginarsi nuovi modi di lavorare per non lasciare da sole le famiglie.

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