In viaggio con First Step Method, in Via Varallo 33
di thub06
Alla scuola dell’infanzia comunale di Via Varallo, 33 prende sempre più forma la sperimentazione del First Step Method. In questi primi mesi di attività le maestre, il personale ausiliario e le educatrici hanno lavorato insieme e hanno iniziato a conoscersi meglio condividendo competenze e modalità di intervento all’interno del gruppo di lavoro per offrire un intervento mirato sui due bimbi coinvolti e le rispettive sezioni.
Ci sono tanti modi per entrare in relazione e conoscersi e uno di questi è il gioco realizzato attraverso il corpo quale momento in cui dare spazio alla comunicazione non verbale, senza restare incastrati in parole e spiegazioni ma semplicemente fidandosi dell’altro. Il FSM basa gran parte del suo approccio sulla necessità di risvegliare il corpo del bambino con cui si sta svolgendo il percorso, riattivandolo e sollecitandolo nel riappropriarsi di un’autonomia smarrita.
Come appreso dalla formazione con Elisa Greber, professionista di lunga esperienza, questa prima parte dell’anno viene dedicata ad una serie di attività che hanno l’obiettivo di iniziare a smontare prima di tutto quelle sequenze e quelle abitudini che hanno portato E. e A. a rallentare e a isolarsi rispetto agli altri bimbi. Creare nuove situazioni attraverso il gioco, sfruttando gli spazi della scuola come la palestrina, il salone e soprattutto il giardino ha permesso di osservare in diverse situazioni le dinamiche relazionali dei due bimbi coinvolgendoli in attività che li costringessero ad uscire dal loro automatismo e a non perdersi nelle loro abitudini.
Usare gli spazi in modo diverso crea squilibrio, perché richiede ai bimbi di sforzarsi nell’individuare nuovi riferimenti e orientarsi nello spazio in modo nuovo. Fondamentale come ricordava anche Elisa: “dare vita a nuove situazioni per creare nuove sinapsi a livello celebrale attivando reazioni diverse a setting differenti”. Sarà a partire da questa rottura delle abitudini che si andrà a costruire, insieme al gruppo di lavoro, nuovi schemi in cui coinvolgere tutta la sezione e non solo i singoli.
Creare un rapporto di fiducia passa dalla capacità di essere accoglienti, del sapere ascoltare l’altro con tutto il corpo, dando spazio ma soprattutto tempo a quei bimbi che richiedono un ritmo diverso da quello della sezione. Il lavoro delle educatrici che affiancano le maestre grazie alla sperimentazione del progetto è stato proprio quello di entrare nel ritmo dei bimbi e delle maestre in punta di piedi, osservando e inserendosi nella routine per porre piccoli mattoncini su cui andare a costruire nuovi ponti percorribili sia da E. e A. ma anche dagli altri bimbi delle sezioni.
Il lavoro impostato ha dato modo di riflettere come staff, di educatrici, insegnanti e personale ausiliario, su come calibrare le azioni e come coordinarsi, dove lasciare spazio e dove sviluppare, dove darsi ancora del tempo di osservazione e dove osare senza avere paura di sperimentarsi.
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