TenerAmente a Pescara: la testimonianza di un’operatrice

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Alessandra Massacci, operatrice del progetto “TenerAmente verso un’infanzia felice” a Pescara, racconta la sua esperienza nell’attività di home visiting. L’iniziativa rientra tra le attività del progetto “TenerAmente verso un’infanzia felice” selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, coordinato da Cesvi Onlus e realizzato a Pescara da Orizzonte cooperativa sociale.

Di seguito l’intervista integrale dell’operatrice.

Buon pomeriggio, mi chiamo Alessandra Massacci e sono un’operatrice del progetto
“TenerAmente verso un’infanzia felice”. Il progetto, ad accesso libero e volontario, opera in diversi ambiti: dopo un primo colloquio di valutazione, alla famiglia vengono presentati e messi a disposizione diversi strumenti, quali il supporto psicologico, la partecipazione ai laboratori e l’home visiting. Saranno poi le famiglie a decidere in che modo utilizzare il progetto e se aprirci le porte della loro case.
L’home visiting, del quale io sono un’operatrice, ci dà la possibilità, con il consenso ed alla
presenza della famiglia, di entrare in contatto con le agenzie che ruotano intorno al bambino, così da lavorare insieme verso obiettivi comuni.
Gli interventi sono personalizzati: vengono strutturati dall’operatore che si occupa dell’home
visiting e dalla famiglia stessa, la quale si impegna nel raggiungimento degli obiettivi.
La presenza dell’operatore nelle case ha una durata massima di sei mesi: il primo è un mese
osservativo, dal quale si evincono gli aspetti su cui poi si andrà a lavorare; segue poi la stesura del progetto di lavoro, concordato in equipe e del quale la famiglia è partecipe.
La partecipazione delle famiglie al progetto è interamente volontaria, ma a volte ne vengono a conoscenza tramite agenzie che lo propongono come supporto in periodi di difficoltà.
Al momento io ho quattro casi attivi molto eterogenei: famiglie straniere e non, mamme di età comprese tra i 14 ed i 40 anni estremamente diverse tra loro. Anche i bimbi sono molto diversi: un bimbo di 5 mesi inviatoci dal servizio di tutela minori, una bimba di 7 mesi inviataci dall’ospedale, una bimba di un anno da accesso volontario ed un bimbo di 3 anni da accesso volontario. Con quasi tutte le famiglie che seguo siamo arrivati a metà del percorso: mi rendo conto che tre mesi possano sembrare davvero pochi, ma i risultati che si possono ottenere in così poco tempo sono enormi.
Vorrei fare un esempio e parlare di un caso in particolare: la mamma in questione entra a far
parte del progetto di sua iniziativa, riconoscendo di avere delle difficoltà a gestire la routine
quotidiana con la sua bambina. Chiede quindi di usufruire del servizio psicologico e dell’home visiting. Al mio ingresso trovo una mamma estremamente insicura e fragile, assalita dalle paure e dai sensi di colpa, isolata ed estremamente stanca. Il mio primo approccio è stato quello di entrare in relazione con lei, di conoscerla e di ascoltarla. La risposta all’intervento è stata subito positiva: la mamma si è mostrata subito disposta ad accogliere le indicazioni che le davo. Abbiamo affrontato insieme il momento della pappa della sua bimba perché le infondeva molto timore (infatti la bimba non mangiava ancora a pezzi, nonostante avesse 9 mesi) e da lì abbiamo lavorato più in profondità sulle sue paure: era terrorizzata dal prendere la macchina e quindi viveva reclusa in casa, aveva paura che la bambina si facesse male o di non essere in grado di provvedere a lei nel modo corretto.
Ad oggi, a distanza di soli tre mesi, questa bimba mangia serenamente formati normali, la sua mamma è molto più sicura e forte, e si muove liberamente in macchina senza essere costretta alla solitudine.
Questo è un caso singolo, ma vale per tutti: è emozionante vedere quanto gli strumenti messi a disposizione delle famiglie siano importanti ed abbiano davvero validità nelle loro vite.
Ogni caso è a sé e quindi gli interventi sono diversi fra loro, si adattano alle esigenze delle
famiglie d agli obiettivi preposti.
Il progetto inoltre prevede dei laboratori, che voglio citare: Leggiamo Insieme (laboratorio di
lettura per bambini e genitori), English Spark-Lab (laboratorio di avvicinamento alla lingua
inglese), Il Caffè Pedagogico (incontri per genitori sulla genitorialità e sulle sfide che essa ci
impone), Massaggio Infantile e Laboratori Sensoriali. Io, nello specifico, mi sono occupata
proprio di un ciclo di Massaggio Infantile e dei Laboratori Sensoriali: è stato un bellissimo
strumento da mettere a disposizione delle mamme, che hanno acquisito nuove competenze
riguardo al massaggio infantile ed alle attività sensoriali da proporre ai loro bambini, ed hanno avuto la possibilità di confrontarsi e relazionarsi ad altre mamme. La condivisione di esperienze e situazioni simili avvicina le mamme che hanno così la possibilità di uscire dalla ‘solitudine’ dei primi mesi di maternità.
Sono estremamente felice di far parte di questo progetto: ritengo che fornisca validi strumenti di supporto e sostegno alle famiglie e che abbia un’enorme importanza sociale.

 

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