Patti Educativi di Comunità: l’esperienza di Torino

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La complessità delle sfide di oggi ha richiesto alla scuola di assumere con maggiore consapevolezza a ruoli e funzioni che prima erano considerati collaterali all’istruzione e che oggi, al contrario, la rendono un vero e proprio “presidio territoriale”. Sempre più i confini degli istituti scolastici, infatti, travalicano le mura delle aule per diventare un luogo di inclusione delle vulnerabilità sociali e di allenamento ad una cittadinanza attiva. Il Piano Scuola 2020-21 del Ministero dell’Istruzione ha recepito questo cambio di paradigma e ha incoraggiato gli Enti locali a sottoscrivere, con le scuole e i diversi soggetti attivi al loro interno, i Patti Educativi di Comunità.

Che cosa sono i Patti Educativi di Comunità?

Si tratta di specifici accordi tra le istituzioni scolastiche e i soggetti del territorio che si occupano di educazione e formazione (enti, musei, associazioni, ecc.) sottoscritti allo scopo di arricchire l’offerta formativa delle scuole.

Il percorso attuato dall’Assessorato all’Istruzione della città di Torino, lungo lo scorso anno scolastico, si è articolato attraverso momenti di confronto con enti e agenzie formative, associazioni e scuole presenti sul territorio, nella cornice della Conferenza dei Servizi del 24 settembre 2020. In questa occasione è stato attivato un gruppo di confronto tra i rappresentanti delle istituzioni, dell’Università di Torino, del Politecnico di Torino, di Indire e UST per la scrittura di un Documento Quadro Patti Educativi di Comunità. Il documento ha preso forma, dunque, per strutturare il potenziamento del capitale sociale espresso dalle diverse realtà presenti sul territorio – culturali, educative, artistiche, ricreative, sportive, sociali, produttive, del terzo settore – che vanno a completare con le proprie progettualità il piano formativo ed educativo.

Come sono stati costruiti nelle scuole di Torino aderenti al progetto STEM*Lab?

Liberitutti, ente di coordinamento territoriale in Piemonte per il nostro progetto, è stato tra i firmatari dei Patti all’interno dell’IC Aristide Gabelli in Barriera di Milano e dell’IC Leonardo da Vinci-Frank a Falchera. Il progetto è stato così inserito in una programmazione annuale, che ha visto coinvolte altre associazioni, i/le docenti e le dirigenti scolastiche nella scrittura collettiva degli obiettivi formativi e delle azioni educative, in accordo con i piani didattici curriculari.

Nello specifico, il gruppo così composto è riuscito ad individuare e focalizzare i bisogni emergenti e le situazioni specifiche di povertà educativa, incrementati dalla pandemia e dalla conseguente chiusura delle scuole, per progettare percorsi comuni, avvalendosi di strumenti e competenze maturati anche durante le esperienze legata alla didattica a distanza.

Lo svolgimento delle attività di educazione informale è previsto anche in spazi alternativi ed esterni, sperimentando forme di ingaggio degli studenti e delle famiglie, grazie per esempio all’Educativa di strada e ad azioni alternative alla sospensione, attraverso percorsi di riflessione.

Lo scopo è quello di favorire sempre più lo sviluppo di una comunità educante, in una logica di integrazione fra saperi e linguaggi formali e informali, in chiave fortemente interdisciplinare, facendo uso di strumenti digitali ed innovativi, connettendo luoghi, spazi e attori di ciascun quartiere per una nuova generazione di cittadini protagonista attiva, consapevole e responsabile del bene comune.

Il territorio diventa così fattore abilitante, in grado di stimolare lo sviluppo delle competenze trasversali nei minori (la capacità di risoluzione di problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, il pensiero computazionale, l’autoregolamentazione), ponendo l’accento sulle fasce della popolazione scolastica più deboli e coinvolgendo attivamente i genitori. Una perfetta coincidenza con la mission e i valori del progetto STEM*Lab, che raccoglie dagli istituti scolastici l’auspicio di un’estensione dei Patti Educativi di Comunità ad una programmazione almeno triennale, allo scopo di consolidare sempre più efficacemente le alleanze territoriali.

 

 

 

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