Al via il ciclo di webinar sul futuro della comunità educante attraverso le STEM

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Venerdì 29 gennaio si è svolto il primo webinar a cura del progetto STEM*Lab, con la collaborazione del nostro partner territoriale CESIE. STEM*Lab: lavori in corso per una comunità educante è un ciclo di 4 incontri online che si offre come contenitore di discussione pubblica per i partner del progetto, riguardo alle premesse del lavoro condiviso insieme in questo primo anno di sperimentazione. Ciascun appuntamento è arricchito dal contributo di un* ospite, che introduce ciascun tema, inserendolo nella cornice del dibattito nazionale sul futuro della scuola e sulla collaborazione tra pratiche afferenti sia ai campi dell’educazione formale che di quella informale. A seguire i punti di vista di coordinatori territoriali, partner scientifici, docenti e dirigenti scolastici, enti locali coinvolti dalle azioni di STEM*Lab.

Il confronto, dal titolo Metodologia STEM e multidisciplinarietà per le competenze trasversali, introdotto da Lea Iandiorio, Project Manager del progetto per il Consorzio Kairòs, ha sottolineato l’obiettivo del progetto: « il superamento delle vulnerabilità personali, sociali e comportamentali dei bambini e delle loro famiglie attraverso la creazione di un contesto scolastico aperto e l’uso di metodologie didattiche innovative, fondate sulla capacità insita dei programmi didattici dedicati alle STEM, che sviluppano le soft skills ovvero tutte quelle competenze trasversali indispensabili alla crescita personale e allo sviluppo di una cittadinanza attiva. »

In prosecuzione di questa prospettiva, l’ospite della diretta, Simona Bielli, Head of Programmes per Nesta Italia, ha citato uno studio promosso dalla sua organizzazione: « The future of skills, employment in 2030, che mette a confronto dati rilevati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sul cambiamento delle competenze richieste nel prossimo decennio, in relazione al cambiamento demografico, alla sostenibilità ambientale e all’urbanizzazione. Saranno necessarie competenze verticali, come quelle ingegneristiche legate all’automazione e alle tecnologie emergenti, ma anche competenze trasversali, interpersonali, di alto ordine cognitivo per far fronte a sfide complesse. Così come è importante il tema della multidisciplinarietà, infatti, lo è anche quello della creatività, perché le professioni creative hanno maggiore probabilità di resistere alla robotizzazione grazie ad esperienze ibride (es. design per esperienze immersive). Questa è la visione dell’Europa e di Ursula von der Leyen, che ha promosso la visione del Green Deal attraverso il New European Bauhaus, in cui design, estetica e creatività sono unite a scienza, tecnologia e digitale per venire incontro al cambiamento climatico e ridurre l’impatto delle emissioni a 0 nel 2050. »

Continua la Bielli: « Oggi non possiamo parlare d’innovazione se non teniamo in considerazione l’impatto delle nuove tecnologie. Bisogna considerare la diversità culturale, di genere, religiosa, ma anche quella che si esprime in termini di competenze e progettualità che mettano al centro la persona e l’ambiente. Il pensiero critico che arriva da un background diverso può fare una grande differenza. Il programma S+T+ARTS in Piemonte, ad esempio, ha l’obiettivo di ridare centralità agli artisti. Nelle scuole è sempre più importante affiancare alle STEM anche l’arte (STEAM). Ad esempio, in un istituto scolastico di Biella, abbiamo lavorato con la Metodologia del Challenge Prize, premio dato a team di studenti che lavorano alla soluzione di un problema sociale utilizzando la tecnologia (robot e app). La componente giocosa sviluppa molto le competenze creative e di team building e ci permette di trovare soluzioni nuove a problemi che non potevamo immaginare prima. »

 

 

Mario Badagliacca, coordinatore territoriale STEM*Lab Sicilia per il CESIE, declina queste premesse nell’attività sul campo che si sta svolgendo all’interno delle tre scuole di Palermo e Partinico coinvolte nel progetto: « All’interno dell’ICS Rita Borsellino, dell’ICS Archimede La Fata e del Liceo Santi Savarino, vengono assicurate diverse attività laboratoriali che, oltre a fornire conoscenza di base nelle discipline STEM, sono volte al superamento di fragilità personali educative e culturali dei ragazzi ma anche delle famiglie coinvolte, grazie a tutti gli attori del sistema educativo territoriale. Parliamo di 760 studenti e decine di insegnanti e genitori, che hanno accesso ad un metodo e a risorse innovative per l’educazione alle STEM: fisica, matematica, stampa 3D, archeo-biologia, alfabetizzazione informatica e uso consapevole dei social media, inglese, corsi L2 per non italofoni, supporti educativi socio-psicologici. L’obiettivo è il potenziamento delle capacità dei ragazzi da un punto di vista emotivo, sociale e inclusivo. Abbiamo allestito, dunque, 4 laboratori scientifici nelle scuole coinvolte, per apprendere e sperimentare in prima persona, rafforzando la centralità della scuola nella propria comunità come luogo di apprendimento, socializzazione e crescita. Un’altra parte importante del nostro lavoro è dedicata alla formazione dei docenti al metodo STEM e all’empowerment delle famiglie, organizzando attività comuni per l’apprendimento cooperativo tra adulti e bambini, nella convinzione che gli insegnanti siano vettore essenziale verso gli alunni, ma anche verso i genitori. Grazie ai nostri partner scientifici, Explora e Palermoscienza, questa progettualità raggiunge le famiglie anche a casa attraverso kit che verranno distribuiti nelle prossime settimane ».

Anche Maria Carmen Russo, Responsabile Servizio Orientamento Scuola Università Lavoro – Informagiovani, Comune di Cremona, nostro partner in Lombardia, sottolinea l’importanza di agire fin dalla più tenera età per lo sviluppo delle competenze trasversali: « Abbiamo attivato la nostra sperimentazione a partire dalla scuola materna. Il tema dell’orientamento è il fulcro del nostro servizio, non una proposta dedicata al momento della scelta, ma un processo dinamico in una dimensione sistemica che appartiene allo sviluppo e alla crescita lungo tutto l’arco della vita, di pari passo con l’autonomia dell’individuo. Dalla scuola dell’infanzia si arriva fino all’inserimento nel mercato del lavoro, attraverso competenze specialistiche, strumenti innovativi e strategie frutto di analisi in continuo aggiornamento, anche a livello europeo: un percorso che coinvolge docenti famiglie e operatori di settore. Siamo convinti che le soft skills evolvano positivamente solo se accompagnate da un contesto sinergico competente e consapevole. Le soft skill in ottica STEM supportano un approccio attento alla parità di genere, al pensiero critico, al problem solving, all’incoraggiamento dello spirito di intraprendenza. Un circuito virtuoso, capace di stimolare negli adulti una visione nuova e critica del mercato del lavoro e, nei bambini, una nuova lettura delle figure professionali e un innalzamento dello spirito critico. Occasioni come quelle offerte da questa progettualità (STEM*Lab) sono stimolo di crescita e opportunità di confronto e formazione. »

Valeria Greco, coordinatrice attività STEM per Palermoscienza, partner scientifico STEM*Lab Sicilia, valuta l’esperienza vissuta soprattutto nell’ultimo anno, in piena pandemia. « La squadra messa insieme è prevalentemente al femminile, inserendo competenze diverse in co-progettazione con le insegnanti per percorsi inter e intradisciplinari. Ogni scuola ha scelto un tema: giardino, sostenibilità e memoria. Crediamo nell’apprendimento come processo sociale e per questo alla base dell’approccio STEM deve esserci la scoperta, la trasmissione di un contenuto, l’emozione. Dobbiamo puntare ad una crescita individuale ma anche collettiva, con uguale possibilità di accesso ad un’educazione di qualità, così come suggerito dagli obiettivi dell’Agenda 2030. I ragazzi sono stati resilienti e ci hanno dato motivazione, ma soprattutto sono stati flessibili. Far gruppo rimanendo caiscuno al proprio posto non è stato facile, ma abbiamo scoperto che le mascherine non impediscono di percepire un sorriso e siamo riusciti ad abbracciarci senza toccarci. Mai avremmo immaginato che un monitor potesse essere un elemento di aggregazione, che avrebbe facilitato la dimensione di gruppo. I ragazzi sono stati anche creativi nel reperire a casa materiali che mai avrebbero pensato di utilizzare. Sono stati innovativi e abbiamo fatto in modo che le scuole comunicassero tra loro, così il liceo ha sviluppato un kit didattico da destinare alla scuola elementare sul proprio tema, ad esempio. »

Inoltre, il webinar è stata l’occasione per raccogliere dalla viva voce delle dirigenti scolastiche le testimonianze sui primi risultati del nuovo metodo adottato.

Nunziata Gaeta, vicepreside dell’ICS Rita Borsellino, ci ha spiegato che: « il tema del giardino ha aperto i confini a volte rigidi delle discipline e ci ha permesso di contaminare le discipline scientifiche con l’arte, utilizzando gli spazi verdi nelle nostre scuole come spazi di socialità e spazi esperienziali. »

Lucia La Fata, dirigente dell’ICS Archimede La Fata, invece, ha riportato l’attenzione sul coinvolgimento dei ragazzi: « È necessario, visto che viviamo in un mondo in rapido cambiamento e iperconnesso, sviluppare competenze che permettano di affrontare le sfide della vita oltre che del lavoro, che spesso siamo costretti a cambiare. Ogni ragazzo deve realizzarsi come cittadino e sviluppare la propria personalità. Bisogna fare in modo che lo studente diventi protagonista del proprio processo di apprendimento e l’insegnante un facilitatore. Lo STEM*Lab in questo ci è venuto in soccorso, stimolando nei docenti la voglia di innovare la propria proposta didattica. Prima i laboratori presupponevano schede tecniche preconfezionate che mortificavano la scoperta, la ricerca e la curiosità. In STEM*Lab con l’inquiry based learning si inizia dal punto di partenza inverso ovvero dal porsi una domanda. »

Infine, Vincenza Vallone, dirigente del Liceo Santi Savarino, conclude sottolineando l’importanza di fare rete: « STEM*Lab è una grande opportunità per la scuola e per il territorio. Vuole coniugare la capacità laboratoriale, il fare, con le conoscenze scientifiche che sono strumenti per leggere e migliorare il mondo che ci circonda. Fondamento di questa conoscenza è l’emozione, già il titolo del progetto dimostra una meravigliosa ricchezza. Ha una grande capacità di fare rete e mettere a disposizione risorse: partner scientifici, Terzo Settore, scuole che condividono processi. In una realtà come la nostra fare rete è un valore assoluto. »

La discussione tra i relatori si è poi focalizzata anche sull’appianamento del gender gap, sulla parità di acceso alle facoltà scientifiche, su un welfare più attento alle esigenze delle donne che lavorano in campi STEM e sulla cruciale questione dell’eliminazione degli stereotipi nei testi scolastici.

Argomenti che, insieme all’importanza di far rete con tutta la comunità educante, sarà ripreso nel prossimo appuntamento, organizzato dal Piemonte con Liberitutti e Fondazione ECM, dal titolo Alleanza tra scuola e territorio: il ruolo del Terzo Settore e degli Enti Locali (23 febbraio h 18, in diretta facebook e YouTube sui canali STEM*Lab).

 

 

 

Report redatto da Nicoletta Daldanise | assistente al coordinamento STEM*Lab

 

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