Arrivederci a settembre: appunti sulla DAD dalle scuole del Piemonte
di stemlab
Questo strano anno termina sicuramente con un carico di grande affaticamento per gli ostacoli superati, la mancanza del rapporto reale tra docenti e studenti, la corsa alla digitalizzazione. Tuttavia, ad ascoltare la comunità educante, viene fuori una fotografia a colori accesissimi fatta di vicinanza emotiva, partecipazione e condivisione sia dal punto di vista intergenerazionale che da quello interdisciplinare. Mettersi alla prova ha prodotto anche molte nuove conquiste in termini didattici e di relazioni umane. Ne abbiamo chiesto testimonianza ai docenti di alcune scuole del Piemonte coinvolte all’interno del progetto STEM*Lab.
Silvia Nordi, docente delle scuole dell’Infanzia presso l’IC Settimo 3, descrive l’esperienza di condivisione che ha portato i/le docenti delle scuole dell’Infanzia ad ideare forme alternative di solidarietà e coltivare nuove competenze:
“Senzaula è una piattaforma web dell’IC Settimo 3, nata dall’iniziativa del dirigente Massimo Sapia durante l’emergenza Covid-19. Insieme ai tre referenti delle scuole dell’Infanzia, Filomena Napolano per il plesso “Teresa Noce”, Fabrizio Quaglietta per il plesso “Cascina” e Virginia Zito per il plesso “Pezzani”, abbiamo proposto di utilizzare questo strumento per portare avanti la relazione e il percorso educativo- didattico e ludico con le famiglie e i bambini. Le colleghe e i colleghi hanno deciso, con qualche iniziale timore ma tanto entusiasmo, di unire le forze, di collaborare tutti insieme, di confrontarsi e aiutarsi anche a superare gli ostacoli a livello tecnologico; è stato creato un gruppo WhatsApp “didattica Senzaula” dove ci si informa dei contenuti educativi-didattici, mentre su Meet ci si trova per imparare ad usare le varie funzioni di Google GSuite, discutere, decidere insieme le regole per costruire insieme questa DaD.
Il 18 marzo sono stati pubblicati i primi contenuti nell’area dell’infanzia. Ogni lunedì il gruppo di redazione, con il contributo anche della maestra Martina Squillace, si trova per caricare i contenuti delle colleghe e dei colleghi, per impostare il piano della settimana e per lanciare gli hashtag ai bambini. C’è un grande lavoro di coordinamento ed editing finale per rendere tutto visibile, fruibile e accessibile, ma è diventato uno stimolo importante per lavorare insieme, crescere come scuola inclusiva e sviluppare resilienza come insegnanti.”
Il piacere della scoperta di nuovi scenari emerge anche dalle parole di Raffaella Porta, docente di scuola primaria presso l’IC Leonardo da Vinci, insieme alla volontà di fare della scuola un luogo del possibile, anche quando il contesto esterno costringe in una dimensione fortemente limitante:
“Solo le aule sono vuote, ma la classe non è uno spazio fisico. Con l’ausilio della tecnologia insegnanti e studenti dell’IC Leonardo da Vinci hanno trovato il modo di non interrompere relazione e processo di apprendimento. Ridisegnando percorsi didattici a misura della distanza, le nostre scuole dall’infanzia alla secondaria hanno utilizzato piattaforme, video, chat, applicazioni e altre risorse digitali, per riavvicinare ciò che la vicenda Coronavirus ha diviso. Attraverso l’uso di Meet e WeSchool, bambini, ragazzi e famiglie hanno acquisito anche nuove competenze tecnologiche, alcuni grazie ai dispositivi procurati dalla scuola, coerentemente con l’orientamento inclusivo che caratterizza da sempre l’istituto. I docenti hanno reinventato la propria didattica; classi aperte, laboratori interdisciplinari, uso di materiali poveri per l’Arte, audio di lettura, creazione di multimedia, uso di app a tema, gite virtuali in città, a Parigi, ad Amsterdam, lezioni di educazione motoria, di musica… Pur auspicando il rientro nelle aule, la comunità scolastica ha dunque scoperto che vicini si può essere. IC Leonardo da Vinci VS Covid 1-0!”
Dopo una prima fase in cui molta attenzione è stata comprensibilmente concentrata sulla scelta della piattaforma migliore per raggiungere gli studenti e le studentesse, infatti, i docenti hanno sentito l’esigenza di valicare la barriera della lezione video frontale e a microfoni spenti. Hanno così iniziato ad orientarsi su progetti, in cui dare a ciascuno/a la possibilità di esprimere il proprio punto di vista e portare al gruppo la ricchezza delle proprie competenze e attitudini. Nadia Cretier, docente di scuola primaria presso l’I.C. Aristide Gabelli plesso Pestalozzi, descrive la nascita del giornalino di scuola “ARTICOLI E NON SOLO”:
“Tra i diversi generi testuali da affrontare nel corso dell’anno era presente l’articolo di giornale, come classe sentivamo forte l’esigenza di raccontare cosa ognuno di noi stava vivendo ed è così che è nato “ARTICOLI E NON SOLO” – Il Giornalino della 4°A Pestalozzi: il nostro compito autentico. L’esperimento iniziato un po’ per prova e tentativi ha poi dato ottimi risultati e come classe siamo riusciti a far uscire un numero a settimana. All’interno di “ARTICOLI E NON SOLO” la redazione, composta dai bambini della classe, ha deciso di inserire articoli riguardanti diversi temi: in un primo incontro organizzativo sono state definite le rubriche (sport, cucina, moda, musica, attualità, cinema, poesia, interviste ecc.) e settimanalmente ogni bambino si è impegnato a consegnare un articolo sull’argomento scelto. Gran parte del lavoro svolto nel corso delle video lezioni è diventato poi funzionale alla stesura del giornalino stesso e così anche le ricerche svolte con la collega di scienze, i quiz matematici e il ripasso delle regole geometriche hanno trovato spazio fra le pagine di “ARTICOLI E NON SOLO”.
Il prossimo anno abbiamo previsto una continuazione del progetto e, in tal caso, speriamo di affrontare tutta quella parte propria dell’utilizzo autonomo di strumenti digitali per la scrittura e stesura del Giornalino.
Sono felice e soddisfatta e, nonostante le tante difficoltà di gestione, sono convinta che la creazione di questo semplice prodotto abbia lasciato qualcosa ad ognuno dei membri della piccola redazione della 4°A.”
Sebbene quella di cui parliamo sia senza dubbio una generazione digitale fin dai primi passi, in molti hanno sottolineato anche un’esigenza di alfabetizzazione informatica per confrontarsi adeguatamente col mondo esterno. Daniele Martino, docente della scuola secondaria di primo grado presso l’I.C. Aristide Gabelli, ad esempio, ha trovato in questo periodo l’occasione per incoraggiare un apprendimento più interattivo, capace di rafforzare l’espressione dei talenti personali, abbracciando con convinzione questa metodologia anche durante le lezioni in presenza:
“Fino a febbraio 2020 utilizzavo la piattaforma Padlet, per quella che intendo chiamare Didattica Digitale (DiDi), che non ha nulla di particolarmente diverso dalla Didattica Digitale che potevamo fare prima del lockdown, e da quella che potremo rifare dopo (io la rifarò assai), La “Distanza” l’ha imposta la pandemia Covid-19, non la scuola, e il protrarsi della distanza di allievi e docenti dalle scuole. Quindi, non l’ho mai chiamata e mai la chiamerò “didattica a distanza”, perché c’è nella semantica un non detto piuttosto malintenzionato di “temporaneità eccezionale e drammatica”, cui rimediare al più presto con il ritorno in aula prima o poi, con la didattica “di vicinanza”. La Didattica Digitale (DiDi) è semplicemente uno strumentario di metodologie didattiche: uno degli aspetti positivi della pandemia è stato poterle imporre una prodigiosa accelerazione, che ha lasciato indietro molti insegnanti e pochissimi studenti, che hanno goduto di una chance fenomenale per le loro modeste competenze digitali. Al ritorno “in presenza” intendo mantenere un uso intenso della Didattica Digitale, per passare alla fase successiva, dopo l’apprendistato degli studenti in questi tre mesi forzatamente domestici: dovranno finalmente cominciare a produrre loro, creando artefatti in strutturate unità di apprendimento. Sarebbe ideale avere in ogni scuola un tablet o un Notebook della scuola, per studente, e lavagne interattive Sharp, ma per ora mi arrangerò con quel che troverò nella scuola in cui finirò daccapo (ah già, sì, sono un P R E C A R I O, noi siamo impallinate api impollinatrici…) e la DiDi sarà sempre con me.”
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