La galassia dell’on-line

di

RIFLESSIONI SEMISERIE SULL’EDUCAZIONE AI TEMPI DEL COVID-19

(2° puntata)

“Lo spazio è vasto. Veramente vasto.

Non riuscireste mai a credere quanto enormemente incredibilmente spaventosamente vasto esso sia.

Voglio dire, magari voi pensate che andare fino alla vostra farmacia sia un bel tratto di strada,

ma quel tratto di strada è una bazzecola in confronto allo spazio.”

Douglas Adams, Guida galattica per autostoppisti

Manca la forza..  di gravità..

Dopo i primi contatti telefonici con genitori, ragazzi e ragazze, l’assenza di forza di gravità ha fatto staccare i piedi degli educatori dal suolo calpestato fino a quel momento. Da piccoli oblò si poteva osservare la distanza dal passato, fatto di piccoli gesti  come un cinque battuto nell’aria e la vicinanza a un futuro da digitare. 

Lo smarrimento iniziale –  simile a quello che si prova guardando la luce rossa dell’”occhio” di Hall 900 e ascoltando la sua voce fredda e senza emozioni –  lascia il passo alla voglia di stabilire connessioni, alla voglia di mettersi in gioco, di studiare nuove soluzioni, nuove relazioni, di provarle, di verificare se funzionano. 

Educatori spaziali…

La bussola utilizzata per orientarsi tra le stelle, i buchi neri e le onde gravitazionali? 

Gli educatori hanno cercato di riprodurre in maniera telematica e con i dovuti aggiustamenti, le attività che venivano svolte all’interno dello Spazio di opportunità (Sdo).

Sono stati proposti e realizzati laboratori sull’utilizzo consapevole dei social network; giochi di società on-line; sono stati creati tutorial di varia natura; laboratori  grafico pittorici, come quello funzionale alla personalizzazione dello sfondo per collegamenti video; la  web radio (creazione di un podcast); sono state realizzate recensioni di film, libri, album musicali; si sono affrontati viaggi virtuali; visite nei musei virtuali; e tante altre attività.

Parallelamente si sono attivati dei servizi di supporto scolastico per accompagnare i giovani studenti alla fine dell’anno scolastico.

In un periodo di forte difficoltà collettiva, l’obiettivo principale era quello di favorire processi di ascolto e inclusione, cercare di limitare forme di isolamento relazionale e infine, di continuare a rappresentare anche in modalità on-line, un supporto educativo pomeridiano sia per gli adolescenti che per i genitori. 

In assenza di gravità nonché di punti fermi, gli educatori si sono dotati di strumenti per verificare i dati raccolti in maniera tempestiva e valutare l’andamento delle singole attività, così da avere la possibilità di decidere se aumentare i giri del motore, diminuire la velocità o eventualmente  aggiustare il tiro  e/o cambiare rotta. 

Questa modalità di lavoro ha permesso anche di sviluppare alcune riflessioni di carattere generale rivolte al contesto e alla situazione particolare, caratterizzata dal un prolungato distanziamento sociale, a cui tutti noi siamo stati sottoposti. 

Innanzitutto, partiamo del presupposto, che per promuovere delle relazioni, l’unico medium utilizzabile è quello delle ITC (nuove tecnologie telematiche). Senza voler demonizzare gli strumenti telematici, che ci offrono le uniche possibilità di socialità, pragmaticamente si osserva che:

  1. i giovani studenti utilizzano il computer per studiare, attività che pare coprire diverse ore della giornata; molti insegnanti di attività che seguivano in precedenza (scuola di musica, basket, calcio, danza, ecc..)  inviano loro dei video contenenti degli esercizi da svolgere; i rapporti con i parenti e amici vengono mantenuti tramite piattaforme che offrono la possibilità di effettuare video chiamate. In sintesi, come diversi genitori hanno sottolineato, i giovani vivono molto del loro tempo connessi e, lo sforzo dei genitori, quando riescono, è quello di poter svolgere delle attività “fisiche” con in propri figli, senza cioè l’ausilio del medium tecnologico. 
  2. le ITC sono selettive e creano dei meccanismi di auto-esclusione che allontanano quei giovani che hanno più difficoltà a esprimersi con il linguaggio verbale (orale ma ancor di più scritto). Un modo di relazionarsi siffatto, per forza di cose, esclude tutto l’armamentario della comunicazione del corpo, di quella non verbale, dei silenzi e dei contenuti emotivi; tutti contenuti che emergono nelle relazioni in presenza e che, nello specifico, aiutano a stabilire delle connessioni tra gli educatori e i giovani. 

#aTuxTu e lo spazio relazionale

A questo proposito, alcuni accorgimenti presi sono stati quelli di alternare attività di gruppo online, con attività e telefonate ai singoli (è stata creata anche un’attività che chiamata “#A tu per tu”).

Questo procedere si nutre della convinzione che il lavoro educativo abbia obiettivi che riguardano il qui e ora e, in questo caso, gli educatori sono presenti, occupano degli spazi relazionali che comunque non possono essere lasciati vuoti; gli educatori, altre sì, “coltivano” delle relazioni che, per quanto faticose, guardano al  futuro e cercano di consolidare quella che potremmo chiamare continuità educativa. 

Con i caschi ben allacciati e le tute che calzano perfettamente, consci delle difficoltà ma anche della necessità di dover affrontare questo viaggio, ci accorgiamo che l’ignoto non ci fa più paura. La sensazione iniziale si è dissolta e, digitando nella nostre consolle piene di pulsanti colorati, continuiamo a mettere  a punto, registrare, calibrare, i nostri strumenti. Non abbiamo intenzione di mettere bandiere su suoli non conosciuti, navighiamo in cerca di voci amiche e futuri da immaginare, rendere possibili.

Avanti tutta (verso ‘l’infinito…e oltre)!

 

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