“Professore, secondo lei come stanno i ragazzi?” Un Consiglio di Classe ai tempi del Covid

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All’interno del progetto Spacelab è prevista l’attivazione di interventi di supervisione e supporto psicopedagogico a gruppi di insegnanti delle scuole superiori. La finalità è affiancarli e fornire confronto e competenze per accompagnare percorsi di supporto a studenti in difficoltà e prevenirne la dispersione scolastica. In questi incontri i docenti  si confrontano sulle storie dei ragazzi, sulle loro potenzialità e fragilità. Cercano insieme  strategie idonee ad aiutare i ragazzi e/le famiglie in difficoltà.

Affiancare questi  gruppi di insegnanti offre la preziosa occasione di ascoltare  storie di ragazzi e di famiglie alle prese con difficoltà di vario tipo. Durante la DAD queste difficoltà sono incrementate a livello esponenziale: ragazzi che spariscono alle telecamere della DAD, ragazzi che non ne possono più di stare ore davanti ai PC, ragazzi che dietro la telecamera spenta nascondono problemi più grandi di loro…

Non è un lavoro facile quello che questi insegnanti stanno portando avanti, bisogna dirlo. Era già difficile prima che il mondo cambiasse e che le relazioni sociali diventassero tanto pericolose da doverle farle passare attraverso l’asettico (ma immune!) bit di un monitor da PC, figuriamoci adesso! Ogni relazione di aiuto passa appunto dalla relazione ed ancora adesso facciamo fatica a capacitarci di come sia potuto succedere che la pandemia sia riuscita ad annoverare fra le sue molteplici vittime anche lo strumento principale di aiuto, sostegno e di crescita: la relazione.

Leggiamo sui media di come i ragazzi siano diventati sempre più abili a “fregare” gli insegnanti durante le verifiche in DAD, e di come gli insegnanti si ingegnano a trovare le più sagaci contromisure alla situazione. Sentiamo racconti di insegnanti che chiedono ai ragazzi di chiudere gli occhi durante le interrogazioni.

Così come sappiamo con precisione quante persone si sono infettate in un giorno, quanti sono i vaccinati in Italia, quanti morti ogni giorno.

Ma parliamo un po’ meno di come stanno i ragazzi dietro i monitor durante la DAD, come convivono con le misure di distanziamento.

Si legge un po’ meno sui ragazzi che piano piano “spariscono” dai monitor, su quelli che la telecamera non l’accendono semplicemente perché non ce l’hanno o su quelli che hanno difficoltà di connessione perché sono in tre nella stessa casa e semplicemente l’ADSL non ce la fa.  Si legge meno anche del prezioso lavoro degli insegnanti, in questo tempo così difficile.

Eppure gli insegnanti fanno giornalmente i conti con i ragazzi e con le loro condizioni di malessere. Chi, come noi, ha opportunità e modo di affiancare gli insegnanti nel loro percorso, raccoglie elementi, vissuti, percezioni preziose.

E con tutte le fatiche, le restrizioni, i distanziamenti, sa che gli insegnanti ci stanno provando. Provano ad esserci, a sostenere, ad aiutare. Anche se per lunghi periodi viene tolta loro l’occasione e l’opportunità dell’incontro di persona, dello scambio durante l’intervallo, durante il cambio dell’ora. Anche se per settimane si trovano a vedere i ragazzi solo attraverso lo schermo….tante piccole figurine “Panini” come cita qualche docente.

E  ringraziare questi docenti e valorizzare quello che  fanno per i loro e i nostri ragazzi è importante, così come è importante e preziosa l’opportunità di continuare percorsi di scambio, ascolto reciproco, riflessione condivisa.

 

 

 

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