SPORT E POVERTÀ EDUCATIVA – Interviste a interlocutori significativi 2° parte

di

Prosegue con questa ultima puntata la riflessione attorno al tema sport e povertà educativa, attraverso le riflessioni del Coordinamento Educazione Fisica dell’Ufficio Scolastico Territoriale e  di Patrick Rinaldi, vicesindaco di Costa Volpino e Presidente Assemblea dei Sindaci Alto Sebino, uno degli Ambiti in cui si svolge il progetto.

Coordinamento Educazione Fisica dell’Ufficio Scolastico Territoriale

Quanto ritiene attuabile per le scuole l’offerta di attività sportive in orario extrascolastico e quanto questa pratica può rivelarsi una strategia utile anche per ridurre la dispersione scolastica (indipendentemente dall’emergenza Covid)?

Alla scuola è sempre più affidato il compito primario di punto di riferimento per la famiglia e per la società in quanto il tempo che il giovane trascorre all’interno dell’istruzione è determinante per lo sviluppo delle sue capacità e potenzialità. In tal senso aumenta la richiesta, da parte delle famiglie, di una scuola che sia un centro educativo il cui intervento vada oltre gli ambiti disciplinari ed affronti con i ragazzi tematiche di carattere etico e sociale guidandoli all’acquisizione di valori e stili di vita positivi.

È ormai riconosciuto che lo sport è uno degli strumenti più efficaci per aiutare i giovani ad affrontare situazioni che ne favoriscano la crescita psicologica, emotiva, sociale, oltre che fisica. Lo sport, infatti, richiede alla persona di mettersi in gioco in modo totale e lo stimola a trovare gli strumenti e le strategie per affrontare e superare le proprie difficoltà. Il Ministero, consapevole della forte valenza educativa dello sport, ha indicato un piano di intervento per potenziare l’attività sportiva scolastica (Centro Sportivo Scolastico) conferendo alla stessa carattere di continuità nel corso dell’intero anno scolastico e nel complessivo percorso educativo degli anni di scolarità, erogando alle scuole un finanziamento mirato per l’attività sportiva scolastica e la partecipazione ai Campionati Studenteschi. La costituzione dei C.S.S. è la formula organizzativa che fornisce garanzie in ordine ad un’attività programmata, continuativa e costituisce la condizione per l’accesso alle ore di avviamento alla pratica sportiva, tenendo conto della disponibilità dei docenti di educazione fisica a svolgerle e della disponibilità degli impianti sportivi concessi da Comune e Provincia.

Purtroppo negli anni questo istituto contrattuale è andato via via depauperandosi fino a poter sostenere poche ore di attività in orario extra scolastico da parte del docente di educazione fisica in servizio presso l’Istituzione scolastica.

Sicuramente il prolungare la presenza dei ragazzi negli ambienti scolastici per svolgere attività diverse dalle normali ore di lezione e con dinamiche comportamentali diverse tra docenti e alunni, spesso contribuisce a una diminuzione della dispersione scolastica.

Quali spazi possibili di raccordo tra scuola e mondo dello sport?

Uno sport scolastico così organizzato consente anche di realizzare efficaci interazioni con gli enti territoriali e gli organismi sportivi operanti sul territorio con i quali, nel rispetto dei reciproci fini istituzionali che devono rendersi complementari e non alternativi, possono essere instaurate sinergie compartecipative dalle quali potrà scaturire una significativa ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie.

Ad esempio su invito di collaborazione da parte della Scuola, le società sportive del territorio potrebbero offrirsi per lezioni/allenamenti in preparazione dei Campionati Studenteschi o semplicemente per far conoscere le singole discipline sportive presenti sul territorio, sempre con la presenza del docente (vedi proGetto Scuole aperte allo sport Miur – Sport e Salute).

Infatti indipendentemente dalla partecipazione ai Campionati Studenteschi, tornei e gare tra istituti che si confrontano nelle varie discipline, i Centri Sportivi Scolastici possono svolgere l’azione di promozione sportiva agli studenti.

Può la scuola diventare veicolo di traino e promozione dell’offerta sportiva del territorio?

La Scuola può essere una delle componenti importanti per contribuire a promuovere l’offerta  sportiva del territorio, ma poi dovranno essere altri i protagonisti (Comuni, Enti, Associazioni, Società) che dovranno trainare e portare avanti le attività, in quanto la Scuola, non ha lo status di Società Sportiva e non può tesserare i ragazzi e partecipare alle attività organizzate dalle Federazioni e dagli Enti di promozione sportiva.

 

Patrick Rinaldi

Quanta consapevolezza c’è all’interno delle amministrazioni comunali rispetto alla potenzialità dello sport nel ridurre la povertà educativa e nel favorire l’inclusione?

Le amministrazioni del territorio hanno maturato negli anni la consapevolezza dell’importanza dello sport quale fattore protettivo a favore dei bambini e dei ragazzi. Diverse sono state le iniziative concrete che sono state promosse a favore della fruizione delle sport, ad esempio la stipula di convenzioni per lo Skipass gratuito per i minori, convenzioni per l’utilizzo delle strutture comunali da parte delle associazioni sportive che svolgono all’interno del tessuto sociale della nostra comunità un intervento educativo volto alla formazione dei ragazzi. Non da ultimo tanta attenzione all’inclusività, diversi i parchi inclusivi voluti dalle amministrazioni comunali. Le potenzialità dello sport per favorire l’inclusione e la crescita dei ragazzi è ormai assodata.

Quali possibili sinergie tra istituzioni e organismi sportivi, al fine di ridurre la povertà educativa?

Questa è una bella sfida! Ritengo sia necessario avviare dei processi volti ad avviare delle buone pratiche, che ci sono, esistono, ma dovremmo essere messe a sistema. Sinergie che possano sostenere i ragazzi più fragili, dove le Associazioni sportive possano veicolare verso le Istituzioni i ragazzi più in difficoltà, affinché possano essere sostenuti nella fruizione delle attività sportive, o ancora avviare dei momenti strutturati in cui i ragazzi, tutti i ragazzi, possano sperimentarsi in uno sport o conoscerne altri.

Sono già state programmate iniziative da realizzare al momento del superamento dell’emergenza sanitaria?

Iniziative concrete no, stiamo lavorando per capire come avviare le sinergie di cui si diceva, promuovere una rete all’interno del la comunità educante per sostenere i ragazzi più fragili. Molto sarà determinato dall’andamento della situazione pandemica.
Le Associazioni Sportive del territorio stanno facendo molti sforzi di tenuta rispetto alle loro attività e ai loro ragazzi in questo momento di grande incertezza, parlare di iniziative concrete è forse prematuro, ma sicuramente stiamo facendo tutti delle riflessioni rispetto all’importanza delle Sport nella sua accezione
educante, ma anche di benessere della persona. Durante questi mesi è stata realizzata un’area fitness al Parco dell’Oglio per garantire una fruizione gratuita a tutti, inoltre con alcune associazioni sportive sono stati realizza
ti degli spazi televisivi di ginnastica, modi per avviare processi e sinergie in questo momento di grande difficoltà.

La rete progettuale di SpaceLab è composta da organizzazioni del terzo settore, dell’associazionismo, del mondo della scuola e delle istituzioni, nel tentativo di strutturazione di una vera Comunità Educante. Quale potrà o dovrà essere il ruolo dei comuni in futuro all’interno delle reti educative?

Il ruolo di Comuni dovrà essere quello di “collante” fra le diverse agenzie educanti che operano nella comunità e ne determinano il valore di Comunità Educante. I Comuni intercettano tutte le agenzie educative del territorio quindi dovranno assumersi il ruolo fulcro di tenuta dei processi sinergici che possono favorire la riduzione della povertà educativa e offrire possibilità di esperienza e di crescita anche ai ragazzi che si trovano in situazioni di maggior fragilità.

Si rimanda per una lettura completa delle interviste all’articolo pubblico su L’Eco di Bergamo in data 28.04.2021, pubblicato nella rassegna stampa.

Regioni

Ti potrebbe interessare

SPORT E POVERTÀ EDUCATIVA – Interviste a interlocutori significativi 1° parte

di

Premessa La Commissione Europea nel suo documento “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” del febbraio 2013 considera cruciale...

SPORT E POVERTÀ EDUCATIVA – 1° puntata

di

Secondo la classificazione di Save the Children sono in povertà educativa i minori tra 6 e 17 anni che non vanno a...

SPORT E POVERTÀ EDUCATIVA – 2° puntata

di

Continua il viaggio di approfondimento sulla ricerca elaborata dal Centro Studi Socialis nell’ambito del Progetto “Spacelab- laboratori per una comunità educate ed...