Disabilità: basta con gli abusi, sì ai diritti

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Un bambino con disabilità motoria, uscendo da scuola, dice a suo papà: “Sono stanco di essere un vagone, anch’io voglio essere una locomotiva”. I bambini con disabilità devono sempre eseguire, non hanno diritto di scegliere, di conoscere, di partecipare. Di essere protagonisti.
Un’adolescente con ritardo mentale non vuole andare a scuola. “Non mi piace la scuola“, afferma. Si scopre che la ragazza vive un isolamento, non interagisce con il gruppo classe, è sempre presente ma mai coinvolta dagli altri.
Un ragazzino borderline dice di essere frequentemente preso in giro dai compagni, persino quando è in dad. Alla domanda: “E tu che fai? Come ti comporti?”, il ragazzino all’inizio non risponde. Poi sbotta: “Mi arrabbio – afferma – perché così si spaventano, è l’unica arma che ho”. Di fatto così viene etichettato come “bullo”, gli viene attribuito un ruolo dal quale non sa e non può difendersi.

Di casi e di esempi analoghi ce ne sono tanti, troppi. Il maltrattamento fisico è spesso visibile. Il maltrattamento psicologico è sempre difficile da rilevare, in particolar modo per le persone con disabilità. “Nella nostra realtà l’abuso è completamente negato dagli adulti. A maggior ragione è negato rispetto ai minori con disabilità”, sostiene l’équipe del servizio specialistico di valutazione, supporto e programmazione del progetto SottoSopra. “I comportamenti che si attivano con i minori con disabilità purtroppo sono molto più disconfermanti rispetto a quelli messi in campo con gli altri minori, proprio perché si parte dal presupposto errato che non capiscano la nostra realtà”. Troppo di frequente i bambini e gli adolescenti con disabilità vivono condizioni di maltrattamento e di abuso. “Ci vorrebbe un potente cavatappi per estrarre il tappo che nasconde e conserva quei vissuti che fanno tanto male, che frustrano il loro sviluppo, che si frappongono al loro benessere”.

Nella giornata internazionale delle persone con disabilità, il progetto Sottosopra vuole porre l’accento sui continui abusi che tante di loro spesso subiscono. Vuole essere, insieme a tutta la comunità, proprio quel cavatappi. Per portare alla luce e sconfiggere in problema. Per dire finalmente: basta con gli abusi, sì ai diritti!

Foto di amuchom da Pixabay

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