Cosa succede ai bambini orfani di femminicidio

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«Non resterà mai sola. Mi considero già padre e madre per lei». Così Mauro Leo, lo zio della figlia di Marisa Leo, che al Corriere della Sera confessa di non aver trovato “le parole per dirle cosa è successo”. L’uomo ha però chiesto l’affidamento della bambina. Per la piccola la vita non sarà semplice, come non lo è per gli altri orfani di femminicidio, alle prese con la sfida di ricostruire una vita spezzata, senza i genitori biologici. A loro si rivolge il progetto “Sos – Sostegno orfani speciali”, avviato in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ma in grado di fornire indicazioni anche fuori da queste regioni. Promosso dai centri antiviolenza E.M.M.A. con altri 24 enti, tra i quali la Procura dei minorenni di Torino, 18 organizzazioni del terzo settore (volontariato), le università di Genova e Torino, l’Ordine assistenti sociali del Piemonte e quello della Valle d’Aosta, ha come obiettivo «entrare in punta di piedi» nelle vite degli orfani di femminicidio.

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