Progetto S.O.S. al Salone del Libro
di centriantiviolenzaemma
Si è parlato anche al Salone del Libro di Torino del progetto S.O.S. Sostegno Orfani Speciali promosso dai Centri Antiviolenza E.M.M.A. onlus
Occasione la presentazione di “Bambini nella tempesta” il libro scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Teresa Bruno e che affronta il dramma del femminicidio. Dramma visto dalla parte dei bambini e delle bambine che da un giorno all’altro si trovano ad essere “orfani speciali”. Hanno perso la madre e il padre che dopo averla uccisa finisce in carcere o si suicida. Bambini/e che già hanno sulle spalle un bagaglio di sofferenza perché il femminicidio – come ha ricordato Teresa Bruno – non nasce dal nulla, ma è preceduto da una scia di violenza.
Oltre ad approfondire la relazione tra violenza domestica e femminicidio, a fornire dati sull’entità del fenomeno (si stima che in Italia siano 2000 gli orfani di speciali), Teresa Bruno nel libro affronta il problema del dopo, delle prassi, degli interventi necessari per aiutare gli/le orfani/e a superare il trauma, per accompagnarli/le in un percorso formativo, aiutarli a ricostruirsi la vita.
Ed è proprio questo, ha spiegato Anna Maria Zucca la Presidente di E.M.M.A che ha dialogato con l’autrice, uno degli obiettivi del Progetto S.O.S Sostegno Orfani Speciali selezionato per l’area del Nord Ovest (Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta) dall’impresa sociale Con i Bambini per il bando “A Braccia Aperte”.
Non solo sostenere in tutti i suoi bisogni chi ha perso la madre in modo tanto traumatico ma mettere a punto linee guida per dare risposte giuste ed efficaci anche alle famiglie affidatarie.
Nell’incontro al Salone del Libro, moderato da Romano Cappelletto delle edizioni Paoline, si è parlato anche delle radici culturali della violenza. Le leggi oggi ci sono ma non bastano – ha ricordato Teresa Bruno – per fermare la violenza contro le donne che sconvolge tante vite, serve un cambiamento culturale, una riflessione sulla genitorialità.
Ed è per questo – ha confermato Anna Zucca – che abbiamo messo al centro nel nostro progetto anche interventi formativi con la comunità educante. Per iniziare a sradicare stereotipi che fin dalla prima infanzia condizionano la vita dei bambini e delle bambine ed alimentano la violenza. Perché domani non ci siano più orfani di femminicidio.
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