Braccia aperte per gli “Orfani Speciali”

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È stato presentato al campus Einaudi dell’Università di Torino il progetto S.O.S. Sostegno Orfani Speciali, selezionato da Con I Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà minori. Toccante l’intervento di Francesca la sorella di Anna Baldry la psicologa scomparsa nel 2019 e che per prima ha illuminato con le sue ricerche la condizione di quelli che lei ha definito “orfani speciali” e si è battuta per farli/e conoscere e garantire loro tutele. Francesca Baldry oltre a ricordare l’impegno e il lavoro della sorella ha fatto ascoltare la testimonianza di un orfano di femminicidio. Era bambino quando il padre ha ucciso sua mamma davanti a lui e oggi adolescente combatte ancora con la paura e con le conseguenze di quel trauma. Parole cariche di sofferenza ma anche di speranza. “Se guarirò – scrive nella sua lettera – aiuterò i bambini come me che non sono stati ascoltati.” Lui aveva denunciato la paura che il papà potesse far male alla mamma o a lui, ma non era stato creduto.

A fine 2020 erano 48 gli orfani e le orfane a seguito di 28 casi di femminicidi compiuti tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta raccolti e analizzati dall’Eures. Minori rimasti soli dopo la morte della madre, uccisa dal padre, o da un uomo a lei vicino, finito in carcere o suicida come accaduto in 6 dei 28 casi. L’indagine, per la prima volta, ha consentito di quantificare un dramma vissuto nell’ombra da minori spesso già segnati dalle violenze che hanno preceduto il femminicidio.

Nelle tre regioni, il progetto sarà realizzato da quattro centri antiviolenza: Centri Antiviolenza E.M.M.A. (Piemonte), Centro Per Non Subire Violenza e Cerchio delle Relazioni (Liguria), Centro donne contro la violenza (Valle d’Aosta). Una scelta precisa perché, come ha ricordato Anna Zucca Presidente di Emma Onlus capofila del progetto, c’è la violenza domestica all’origine della condizione che si trovano a vivere gli orfani e le orfane speciali. Nell’équipe multidisciplinare, che seguirà i singoli casi, avrà un ruolo centrale l’operatrice dei centri antiviolenza con il suo bagaglio di esperienza nella gestione della violenza, delle sue dinamiche del sostegno.

Il progetto prevede comunque una formazione specifica che si avvarrà della consulenza di psicologi e psicologhe delle Università di Genova e Sacro Cuore di Milano. Include inoltre un approfondimento sulle radici culturali della violenza maschile contro le donne. Tra gli/le esperti/e coinvolti/e Stefano Ciccone dell’associazione Maschile Plurale che, in collegamento da remoto, ha sottolineato l’importanza di misurarsi con la dimensione culturale e condivisa della violenza, ricercare nei modelli relazionali, nei ruoli, nelle rappresentazioni di genere le cause di quella violenza. Non – ha aggiunto – per “normalizzare” la violenza ma, al contrario, per mettere in discussione la norma che la origina, la giustifica e la occulta. La dimensione culturale sarà affrontata anche nella formazione destinata alla comunità educanda che si avvarrà della consulenza di Irene Biemmi ricercatrice di pedagogia dell’Università di Firenze che da anni analizza testi e materiali didattici per l’infanzia. Testi che sono ancora popolati di valorosi cavalieri, casalinghe felici, bimbi che giocano a palla e bimbe che imparano a cucinare. La formazione servirà a riflettere sulle nozioni di sesso, genere, stereotipi, pregiudizi, discriminazioni.

S.O.S. Sostegno Orfani Speciali si svilupperà in quattro anni ed è finanziato con un milione e 650 mila euro. Una parte importante del finanziamento servirà per aiutare i/le minori nel percorso educativo e professionale. Tra i 24 partner ci sono cooperative sociali che gestiscono comunità e servizi per minori, enti per il diritto allo studio, la formazione e l’orientamento al lavoro. Ogni storia sarà un caso a sé anche nel sostegno delle famiglie affidatarie. Partecipano all’azione progettuale anche soggetti istituzionali come la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino, i Consigli Regionali dell’Ordine degli Assistenti sociali del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta, la Regione Piemonte, la Città di Torino.

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