Fiabe africane, Abdoulie Bah: una palestra di valori
di prolocomercogliano
Le favole e le fiabe africane sono storie che hanno come protagonisti gli animali selvaggi nella foresta. In questo modo risultano interessanti ai più piccoli e li aiutano ad apprendere i buoni comportamenti nella società, attraverso la cosiddetta morale.
Durante i miei sei mesi a lavoro, nella comunità di Mercogliano, con bambini di cinque anni ci siamo concentrati su tre storie: l’elefante prepotente, la giraffa vanitosa e il leone ingrato.
La prima racconta di un elefante prepotente, il più grande animale sulla terraferma, e delle sofferenze provate dagli altri animali sotto la leadership che esercitava. Questo portò ad una rivolta nei suoi confronti che segnò fine del suo regime e ridimensionò così il suo ego e il suo orgoglio. L’elefante prepotente finalmente capì di non essere superiore agli altri animali, specialmente quando questi si uniscono. Questa storia ci insegna a mostrare sempre amore, compassione e rispetto – atti di vera umanità – in ogni momento della nostra vita.
La giraffa vanitosa viveva insieme agli altri animali ma lei era la più bella e aveva il collo più lungo di tutti. Consapevole di queste qualità era molto orgogliosa e prendeva sempre in giro gli altri animali, finché una scimmia non le chiese di portare a terra i più bei frutti della palma più alta nella foresta. La giraffa allungò il collo fino al suo limite massimo, eppure non riusciva a raggiungere i frutti, ma in quel momento la scimmia saltò sulla sua schiena e portò giù i frutti con successo. In questo modo la giraffa vanitosa imparò la lezione e cominciò a collaborare con gli altri animali. Questa fiaba ci insegna che la collaborazione è un aspetto fondamentale per raggiungere il successo. Le persone hanno tutte capacità diverse e noi riusciamo ad ottenere i risultati migliori quando uniamo le nostre mani, i nostri cuori e le nostre anime verso un obiettivo comune.
Il leone ingrato fu catturato e tenuto in una piccola tana perché ci rimanesse per sempre. Un giorno supplicò un giovane di salvarlo, il quale, preso dall’empatia, lo liberò. Il malvagio leone, però, attaccò l’uomo. A quel punto una iena, nota per la sua grande saggezza, fece da arbitro tra le due parti. Dopo aver ascoltato entrambe le versioni della storia ordinò che il leone ritornasse nella sua stanza e chiuse a chiave la porta così che restare lì a soffrire per il resto dei suoi giorni. La morale di questa fiaba è quella di essere sempre grati nei confronti delle persone che si sono prese cura di noi e di ricambiare sempre la gentilezza.
Queste storie, quindi, riescono a far sorridere i bambini aiutandoli a sviluppare dei buoni valori che possono essere messi in pratica in classe, a scuola ma anche all’interno delle nostre diverse comunità.
La lezione era sviluppata in due parti: in una prima fase leggevamo la storia e venivano poste delle domande alla classe per essere sicuri che il testo fosse stato compreso e per avere dei feedback dal gruppo. La seconda parte aveva al centro la creatività dei bambini, i quali rappresentavano con disegni colorati a mano gli animali protagonisti della storia letta.
Uno degli elementi che mi ha colpito di più è stato vedere come tutti i bambini ricordassero il mio nome, così diverso dal loro.
A cura di: Abdoulie Bah
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