Tre anni di buone pratiche con S.C.AT.T.I.: la comunità educante racconta il progetto contro povertà educativa e dispersione scolastica e guarda al futuro
di Il Buon Inizio
Quasi 500 famiglie coinvolte, circa 300 docenti e operatori, attività extrascolastiche per più di 3000 minori e, ancora, laboratori, seminari, spazi reali e virtuali con protagonisti i ragazzi e le ragazze di quattro periferie italiane. Questo, in estrema sintesi, è S.C.AT.T.I., un progetto durato tre anni e arrivato all’ultimo giorno, celebrato con un evento di chiusura online che non rappresenta la parola fine, ma semmai la fine di una semina fatta di buone pratiche che prelude a un futuro ricco di opportunità.
S.C.AT.T.I. (Scuola, Comunità, Attivazione, Territori, Innovazione) è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, guidato dalla cooperativa E.D.I. Educazione ai Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
S.C.AT.T.I. promuove un nuovo modello contro la povertà educativa, che rafforzi e metta in rete tutti gli attori della comunità educante, con al centro la scuola e il protagonismo giovanile e che promuova l’uso positivo delle tecnologie digitali.
Il progetto è intervenuto per tre anni a livello locale in quattro aree: Giambellino a Milano, Ponte di Nona a Roma, Scalea e Praia a Mare in provincia di Cosenza e Zen a Palermo. Nei quattro territori ha coinvolto 27 partner tra enti locali, scuole e Terzo Settore, e soprattutto tantissimi ragazzi e ragazze, genitori, docenti e non solo.
“Tre anni di S.C.AT.T.I.: la comunità educante guarda al futuro” è il titolo dell’evento di chiusura tenutosi il 4 novembre 2021. Un modo per collegare virtualmente Giambellino, Ponte di Nona, Zen, Scalea e Praia a Mare. Tutti assieme per scambiare idee ed esperienze.
Ad aprire l’incontro, Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini che rivolgendosi al ricco partenariato di progetto ha sottolineato: “S.C.AT.T.I. rappresenta un esempio di azione innovativa costruita intorno a obiettivi ben definiti. In tre anni avete dimostrato che, in contesti tra loro molto diversi (Milano, Roma, Scalea/Praia a Mare e Palermo), è possibile coniugare le azioni di supporto e accompagnamento di bambini, ragazzi e famiglie non solo allo studio ma alla ri-motivazione a studiare, anche durante e dopo la pandemia. Relazione educativa e cura di un uso ricco e consapevole delle nuove tecnologie – ha detto Rossi Doria – non solo possono convivere ma si rafforzano reciprocamente. La chiave di volta è la partecipazione e, in primo luogo, l’attenzione al protagonismo di bambini e ragazzi. Grazie per il lavoro grande che avete fatto. Ora la sfida comune è dare continuità a questa esperienza contando sulle molte risorse pubbliche in arrivo”.
Federica Guarino, coordinatrice nazionale di progetto per il capofila E.D.I. Onlus, ha poi dettagliato gli obiettivi e i risultati raggiunti: “In tre anni di S.C.AT.T.I. si è agito a livello nazionale e territoriale secondo tre obiettivi: il benessere e la tutela di bambini e bambine, il contrasto alla povertà educativa anche digitale, la prevenzione della dispersione scolastica. Tre anni di attività di educazione, formazione e promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle scuole e nei territori, tre anni in cui si è osservato il graduale rafforzamento della comunità educante, del mondo della scuola, delle famiglie, delle realtà del terzo settore, interne ed esterne al partenariato. Il nostro intervento si è sviluppato su tre assi fondamentali: i diritti umani e la partecipazione come metodologia e contenuto, l’educazione positiva e la tutela di bambini e bambine, l’uso positivo, consapevole e creativo delle Tecnologie Digitali”.
“S.C.AT.T.I. – ha aggiunto ancora Guarino – ha inevitabilmente subito l’impatto della pandemia da Covid-19 con il conseguente mutamento del mondo della scuola e dell’educazione in senso più ampio; il progetto e le attività non si sono mai interrotti, garantendo presenza costante e continuità a bambine e bambini, alle loro famiglie, alla comunità educante; con la sapiente guida e il costante supporto di Impresa Sociale Con i Bambini, mettendo a frutto l’expertise della Coop. E.D.I. in merito all’educazione ai media digitali, abbiamo saputo osservare e recepire il cambiamento, mantenendo salde le nostre fondamenta”.
Presente all’evento anche Disamis, ente valutatore di impatto del progetto, che è e sarà anche nel prossimo futuro al lavoro non solo per stilare un rapporto sul raggiungimento degli obiettivi ad oggi, ma anche per capire se e come questo percorso ha portato un reale cambiamento nei territori coinvolti. Al di là delle conclusioni a cui si arriverà in futuro, Gabriele Levi di Disamis ha tenuto a sottolineare un aspetto umano che va oltre i dati e le valutazioni: “Siamo certi che ricorderemo di quest’esperienza i volti, gli occhi e i sorrisi di persone competenti, brillanti e appassionate; qualità che ci auguriamo di trovare sempre più spesso nei progetti che valutiamo”. Tra gli effetti già visibili, sottolineati dal valutatore, rientrano il rafforzamento professionale ed esperienziale del capitale umano presente nel contesto locale ed il coinvolgimento attivo e partecipe degli attori della comunità educante. Entrambi questi elementi rappresentano la base di partenza per le future progettualità a contrasto della povertà educativa.
Durante l’incontro, sono state ufficialmente presentate le Linee Guida di S.C.AT.T.I., un documento curato da Save The Children, partner nazionale di progetto, che raccoglie raccomandazioni e buone pratiche per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica.
“Per tre anni – ha commentato Cristina Vincenzo, referente S.C.AT.T.I. per Save the Children, partner nazionale di progetto – insegnanti, genitori, rappresentanti di associazioni e istituzioni si sono riuniti regolarmente per farsi comunità educante e trovare soluzioni alle sfide più importanti nella lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa. Le linee guida di fine progetto sono un prodotto prezioso, non solo perché raccontano in sette temi lo sforzo congiunto di quattro territori, ma perché dimostrano che nella messa in rete dei diversi attori è possibile creare nuove opportunità educative. Le esperienze di Milano, Roma, Scalea, Praia a Mare e Palermo si fanno portavoce dei risultati raggiunti e propongono strategie di intervento per un futuro ricco di opportunità per tutti i bambini e i ragazzi”.
I territori coinvolti nel progetto sono le periferie d’Italia, siano esse in Lombardia o in Sicilia, nel Lazio o in Calabria. Perché la povertà educativa e la dispersione scolastica non conoscono latitudine: un fenomeno che non rispecchia necessariamente la dicotomia nord-sud, ma piuttosto quella centro-periferia. Succede allo Zen di Palermo, così come nel quartiere Giambellino a Milano.
MILANO – GIAMBELLINO
Ha partecipato all’incontro anche il Comune di Milano poiché il progetto si inserisce nel più ampio quadro degli interventi promossi dall’Amministrazione per contrastare la povertà educativa e la segregazione scolastica. L’ente, infatti, ha recentemente approvato le linee di indirizzo dei Patti Educativi Territoriali con specifica delibera di Giunta, nella logica del rafforzamento delle comunità educanti.
In collegamento da Milano è poi intervenuta Isabella Tenti, responsabile nazionale per la Tutela di bambine, bambini e adolescenti, E.D.I. Onlus, che ha parlato del lavoro svolto con le scuole per la stesura di Sistemi di Tutela. “Per tre anni nelle scuole abbiamo lavorato a stretto contatto con DS, docenti, studenti, studentesse e genitori per parlare di tutela nella scuola e con la scuola. I Sistemi di Tutela Integrati elaborati negli IC di S.C.AT.T.I. – ha commentato Tenti – oltre a prassi e procedure per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza sono un piccolo seme rispetto a quello che è un vero e proprio processo di cambiamento culturale nel tempo e che viene espresso dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: il fatto che bambini, bambine e adolescenti sono soggetti di diritto e che sono gli adulti, tutti nei loro diversi ruoli, ad essere responsabili della garanzia di questi diritti”.
“Il Sistema di tutela integrato dell’infanzia e dell’adolescenza – ha aggiunto poi Armandino Memme, dirigente scolastico dell’IC Narcisi di Milano – è un importante documento finalizzato alla protezione e al benessere di alunne ed alunni. La redazione ha visto il coinvolgimento diretto e motivato di tutti i soggetti coinvolti: enti locali, operatori del terzo settore, insegnanti e genitori. questa una ricchezza da preservare. Auspico di cuore che l’attività svolta in questi tre anni nell’ambito del progetto SCATTI possa trovare continuità in questa o in altre forme che ne preservino le ricchezze. Da parte nostra garantiremo il massimo appoggio e collaborazione a future iniziative in questa direzione”.
Sempre in collegamento da Milano Dario Anzani, della cooperativa Comunità del Giambellino, partner di progetto, ha parlato dell’importante lavoro di inclusione svolto in particolar modo con i laboratori di italiano L2, la scuola delle mamme e altre attività per l’inclusione. “Nel Giambellino, quartiere che vede una percentuale di stranieri doppia rispetto alla media cittadina, il problema principale – ha spiegato Anzani – è rappresentato dalla separazione precoce dei percorsi, che vede i bambini delle case popolari isolati in circuiti relazionali differenziali. L’intervento di Scatti ha permesso di migliorare l’offerta educativa delle strutture e di ristabilire una comunicazione trasversale tra bambini e famiglie dal differente background”.
A seguire è stato proiettato un video dei beneficiari di Milano, con i ragazzi e le ragazze che hanno raccontato cosa ha significato per loro il progetto, come li ha aiutati anche nei percorsi di inclusione e cosa hanno imparato in questi tre anni.
A Milano i partner locali sono con Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino, Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio, Rinascita per il 2000 , I.C. Narcisi, I.C. Nazario Sauro, Comune di Milano, Comune di Milano – Municipio VI.
PALERMO – ZEN
Da Palermo, Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione Laboratorio Zen Insieme, ha sottolineato il valore del progetto S.C.AT.T.I. per i ragazzi e le ragazze dello Zen.
“Quando scuola e territorio si incontrano è più semplice individuare le esigenze dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze. Per questa ragione – ha commentato Di Gangi – S.C.AT.T.I. non poteva che focalizzare la sua attenzione sulla partecipazione, perché in un territorio in cui i bisogni legati alla povertà materiale tendono a canalizzare su di essi tutte le energie, è fondamentale impegnarsi a scardinare ciò che li determina, ossia l’esclusione sociale di chi sta ai margini. Restituire valore a partecipazione e impegno collettivo, trasmettendo alle giovani generazioni la consapevolezza che si può incidere su ciò che ti circonda, a partire dalla scuola, significa contribuire a far crescere cittadini e cittadine in grado di sognare e sognarsi diversamente, in grado di essere protagonisti essi stessi del cambiamento che serve ai territori in cui vivono”.
“Ho seguito il progetto S.C.AT.T.I. in qualità di referente – ha poi aggiunto Alice Milone, docente dell’IC Sciascia di Palermo – sin dal suo primo anno e ho affiancato gli operatori nei Laboratori di Progettazione Partecipata, osservando, partecipando e imparando io stessa. Questa, tra tutte le attività portate avanti nel corso delle tre annualità del progetto, è quella che più ha coinvolto i bambini e i ragazzi del quartiere Zen, con conseguenze più che positive e ad ampio raggio”
“Attraverso i laboratori, studenti e studentesse hanno imparato a far sentire la loro voce, si sono resi conto di quanto le loro idee siano importanti e mai banali, a conoscersi e conoscere gli altri, rispettandone idee e punti di vista. Ho visto bambini diventare adulti e fare analisi importanti della realtà circostante, cogliendone gli aspetti più pregnanti e non sempre evidenti. I ragazzi e le ragazze hanno imparato ad avere fiducia nelle proprie e altrui capacità, a relazionarsi con gli altri in un’ottica di apertura e condivisione, e hanno avuto il coraggio di supportare le proprie idee fino a farle diventare proposte di miglioramento della scuola, del processo di apprendimento e del territorio stesso, assumendo un ruolo attivo e costruttivo che non pensavano neanche potesse loro addirsi. È stato interessante ed emozionante vederli crescere in questi tre anni e lottare pacificamente per la difesa dei loro diritti e il raggiungimento dei loro obiettivi” ha commentato ancora Milone.
A seguire è stato proiettato il video dei beneficiari, ragazzi e ragazze del quartiere Zen, che hanno preso parte al laboratorio di advocacy partecipata e hanno raccontato il “loro Zen”, attraverso un progetto fotografico.
A Palermo i partner locali sono Associazione Laboratorio Zen Insieme, Associazione Lievito Onlus, Orto Capovolto SCS, I.C. Leonardo Sciascia, Comune di Palermo.
ROMA – PONTE DI NONA
Da Roma Mauro Cristoforetti, presidente e responsabile area Educazione ai Media Digitali per E.D.I. Onlus, ha parlato dell’importanza dell’educazione all’uso consapevole e positivo delle tecnologie digitali. “Le TD – ha sottolineato Cristoforetti – sono un elemento trasformativo della nostra società e sappiamo che bambini/e e ragazzi/e ne fanno ampio uso. Sappiamo però che se questo uso non è guidato può ampliare il divario tra chi vive in condizioni di povertà educativa e chi no. E che oggi non c’è cittadinanza senza accesso e senza competenza digitale. S.C.AT.T.I. ha permesso a studenti e studentesse di essere protagonisti attivi della trasformazione digitale, supportando gli adulti in un momento di estrema necessità come quello della pandemia e aiutando scuola e territorio a mettere a sistema strumenti e metodologie per affrontare proattivamente il cambiamento”.
“Il Covid – ha aggiunto Patrizia Pignanelli, referente del progetto per I.C. Elisa Scala di Roma – è arrivato nel bel mezzo del percorso iniziato con il gruppo S.C.AT.T.I. All’improvviso il divario digitale ha rischiato di fare della povertà educativa già tanto presente nei nostri territori, un barcone alla deriva. Ma la rete e l’alleanza educativa che stavamo costruendo tutti insieme, hanno retto e non ci siamo persi”. “Abbiamo proseguito a confrontarci e a lavorare – ha dichiarato ancora la docente – ricevendo sostegno, consulenza, ascolto di fronte a tanto smarrimento e all’incertezza dei tempi. Accanto alle risorse messe in campo dalla nostra organizzazione, gli amici di S.C.AT.T.I. hanno offerto un contributo di riflessioni, idee e incoraggiamento che ha pesato in senso positivo. Soprattutto siamo stati ascoltati e da questo scambio ha visto la luce il Sistema di Tutela integrato con una forte attenzione all’uso consapevole e positivo dei media nelle prassi educative”.
A seguire è stata riportata attraverso video e immagini la voce dei beneficiari di Roma, ragazzi e ragazze, bambini e bambine che hanno raccontato le attività estive realizzate in collaborazione con le diverse realtà di quartiere.
A Roma i partner locali sono Cooperativa Sociale Santi Pietro e Paolo Patroni di Roma, I.C. Villaggio Prenestino, I.C. Maria Grazia Cutuli, I.C. Elisa Scala, I.C. Via delle Alzavole, Comune di Roma – Municipio VI.
SCALEA E PRAIA A MARE – COSENZA
Dalla Calabria, Angelo Serio, presidente dell’associazione Gianfrancesco Serio, Tiziana Forestieri, presidente Comitato Genitori Scalea e Maddalena Cosentino, mamma di Praia a Mare hanno fatto il punto sui risultati del progetto nel contesto di Scalea e Praia a Mare, raccontando il lavoro di rete tra enti del terzo settore e cittadini e le attività che hanno portato al costituirsi del comitato genitori.
“Il progetto – ha commentato Angelo Serio, coordinatore delle attività educative dell’Associazione Gianfrancesco Serio, partner territoriale di progetto – ha fatto sì che si attivassero sul territorio modalità di potenziamento e valorizzazione dei legami esistenti tra associazioni e comitati, e se ne generassero di nuovi. La spinta, ovvero ciò che ha prodotto entusiasmo e voglia di partecipare, è venuta soprattutto dai laboratori di coprogettazione partecipata, nei quali tutti i soggetti si sono sentiti valorizzati, nelle diverse competenze, in una alleanza educativa e formativa attenta ai bisogni e capace di interventi efficaci e capace, soprattutto, di ascolto e presa in considerazione della voce dei minori”.
A seguire la voce dei beneficiari di Scalea e Praia a Mare, con i ragazzi e le ragazze che hanno raccontato – con video e immagini – cosa ha significato per loro il progetto, come li ha aiutati durante il periodo di lockdown e cosa hanno imparato in questi tre anni.
A Scalea e Praia a Mare i partner locali sono Associazione Gianfrancesco Serio, I.C. Gregorio Caloprese, I.C. Praia a Mare, Comune di Scalea, Comune di Praia a Mare.
Il progetto S.C.AT.T.I. è giunto al termine, ma resta – come ha sottolineato la coordinatrice Federica Guarino – un partenariato divenuto comunità di apprendimento nazionale e territoriale, una rinnovata capacità di lettura dei bisogni e di risposta alle esigenze territoriali con la forza di metodologie, approcci e competenze arricchiti in questi tre anni.
“In questi lunghi mesi di emergenza sanitaria – ha concluso Eleonora Camilli, giornalista che ha moderato il dibattito – si è spesso parlato di bambini e ragazzi, ma quasi sempre come un ‘problema’ da gestire. Come evitare il contagio nelle scuole? Come organizzare i corsi in Dad? Come tenerli in casa durante il lockdown? Molta poca attenzione è stata posta sui bisogni e le aspirazioni dei più giovani. Il progetto S.C.AT.T.I., che si è svolto in gran parte durante la pandemia, ha invece ribaltato questa prospettiva, mettendo i ragazzi al centro per dare loro voce, per indagare le problematiche di chi vive in contesti difficili, per renderli di nuovo protagonisti”.
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