Bambini e ragazzi al centro con i Laboratori di Advocacy Partecipata

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Al via i Laboratori di Advocacy Partecipata per dare a bambini e ragazzi – attraverso la partecipazione – l’opportunità di influenzare le azioni e le decisioni che riguardano la loro vita e di diventare cittadini attivi.

La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche un gesto o un’invenzione

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione. (G. Gaber).

Lo scorso 20 novembre si sono festeggiati i 30 anni dalla nascita della Convenzione sui Diritti dei Bambini e degli Adolescenti (CRC). Il vero cambiamento apportato da questo documento è stato che per la prima volta bambini e adolescenti sono stati riconosciuti come soggetti di diritto e non più solo beneficiari di azioni di tutela.

Questo vuol dire, allo stesso tempo, passare dall’individuare e rispondere ai loro bisogni a riconoscere loro diritti inalienabili, di cui sono titolari.

Save the Children ha dato un contributo importante alla nascita della CRC, poiché il documento a cui questa fa riferimento, la Carta dei Diritti del Bambino o Dichiarazione di Ginevra, era stata scritta da Eglentyne Jebb, fondatrice dell’organizzazione.

Gli articoli della CRC si basano su alcuni principi: principio di non discriminazione, principio del superiore interesse, principio della vita e del sano sviluppo e principio di partecipazione.

Quest’ultimo è alla base di molte attività del progetto S.C.AT.T.I. sia in ambito scolastico sia extra-scolastico. Tra queste ci sono i Laboratori di Advocacy Partecipata Territoriale, che vogliono supportare quattro gruppi di bambini e ragazzi, sui quattro territori di progetto, affinché diventino promotori di azioni di advocacy e, a tutti gli effetti, stakeholders della comunità educante.

Per dare avvio a questa attività sono già partite le consultazioni territoriali, guidate da un facilitatore esperto in dinamiche partecipative, che hanno fatto emergere le tematiche che i bambini e i ragazzi vogliono portare all’attenzione degli adulti. Ambiente, territorio, giustizia sociale e relazioni scuola-famiglia sono le macro-tematiche scelte.

Nei prossimi mesi si realizzeranno dei laboratori, che con il supporto di tecnici e artisti e con la supervisione metodologica di Save the Children, porteranno bambini e ragazzi a trasformare le loro idee in prodotti comunicativi veri e propri, per dare voce alle loro richieste. Ovviamente anche la scelta del mezzo comunicativo è passata dalle consultazioni e il lavoro con e sulle immagini ha attirato l’attenzione di tutti, per questo nei laboratori si useranno video e fotografia per presentare richieste e istanze.

Per rendere virtuoso questo processo noi adulti abbiamo un compito importante: ascoltare e dare credito e importanza alla voce dei ragazzi. Siamo pronti?

Articolo a cura di Alessia Romeo, Save the Children Italia

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