BUSSOLE… di riciclo!

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C’è da chiedersi, a volte, cosa ci sia dietro la parola “Orientamento”. Di certo se n’è scritto, e si continua a scriverne parecchio. Decine di circolari ministeriali, linee guida, seminari, libri, consulenti… Un’ampia, ampissima offerta a fronte di un bisogno, ancora più grande, di capire “cosa fare domani” da parte dei ragazzi e, soprattutto, delle loro famiglie. E allora cosa scelgo? Che scuola vado a fare? Quale facoltà mi garantisce successo e benessere sicuri? (Risposta: Nessuna). O è meglio se inizio presto a lavorare?

Questa “tensione” verso un futuro che intimorisce e si vorrebbe bello e “radioso” a prescindere, si risolve spesso in letture, consulenze, classifiche. E racconta di un timore, tanto nascosto quanto evidente, di “fallire”, ossia di intraprendere percorsi che poi non portino all’esito desiderato.

Per tutte queste ragioni, noi di Fondazione La Grande Casa abbiamo scelto ancora una volta di tradurre le nostre riflessioni in azione educativa, affiancando i ragazzi in attività manuali con il chiaro obiettivo di accompagnarli a immaginare un “dopo” che potrebbe avere risvolti inediti e inaspettati.

Con una classe terza superiore del Liceo Artistico di Cittadella e con il supporto di un falegname un poco “sui generis”, gentilmente prestato dal partner Cooperativa IM.PRO.N.TE.,  abbiamo provato  a lavorare sul concetto di economia circolare, facendo progettare e costruire ai ragazzi dei piccoli oggetti di arredo utilizzando vecchie assi di legno recuperate da bancali in disuso. Insomma, una vera e propria provocazione condotta proprio sul loro terreno, ossia sulle materie di studio. Perché, va detto, nonostante si faccia un gran parlare di design, non è poi così scontato riuscire a declinarlo nella realizzazione di oggetti che siano, al contempo, belli, utili e funzionali.

E così, nonostante i timori, le incertezze e qualche occhiata torva, suddivisi in piccoli gruppi, si è iniziato a mettere in piedi “qualcosa”, provando a maneggiare i materiali e inventandosi falegnami almeno per qualche ora. Inizialmente con un po’ di carta vetrata, poi prendendo confidenza anche con attrezzi e qualche elettroutensile, dalle mani dei ragazzi hanno iniziato a prendere forma piccoli capolavori; e, durante il “lavoro”, una chiacchiera tira l’altra e ti dà l’occasione di fare una battuta sul futuro, sul gradimento o meno di questa proposta, su dubbi, aspirazioni e prospettive.

La difficoltà più grande è stata, forse, quella di lavorare in gruppo, nella misura in cui questo obbliga a discutere i progetti, a mediare tra idee anche molto diverse e a trovare un punto di incontro. Anche questo, in fondo, è orientamento, e forse lo è ancora di più del design o della lavorazione del legno: la capacità di condividere idee, punti di vista e lavorare con gli altri. Perché le opportunità nascono dalle connessioni e da quell’adiacente possibile che, ricordano alcuni, è stato determinante nella nascita e nello sviluppo delle idee che hanno “cambiato il mondo”.

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