Educazione nomade e scuola di strada: “Z-Portraits” invade il centro il Centro Commerciale Adigeo!
di lalbero
Fortunata la generazione in cui gli adulti ascoltano i piccoli.
Talmund, II-V sec.
La scuola che la Cooperativa L’Albero immagina nel futuro è una scuola aperta, che lancia lo slogan “la città a scuola, la scuola nella città”, per stimolare processi partecipativi innovativi con gli studenti, promuovere una nuova idea di spazio scolastico e attivare nuove connessioni.
E’ dal fruttuoso incontro fra la Cooperativa L’Albero e il Liceo Coreutico Buonarroti che nasce l’evento “Z-Portraits”. Per la prima volta la scuola entra nel più grande centro commerciale cittadino, Adigeo, spazio giovane molto gettonato tra i ragazzi, con l’intento di danzare un ritratto della “generazione Z”: la generazione delle spunte blu di Whatsapp, degli hashtag e delle storie su Instagram, degli Youtuber e della musica trap. Ragazzi social, velocissimi, autonomi ed esperti navigatori, fratelli dei “Millennials” e primogeniti della “generazione X”.
In un pomeriggio di maggio, un gruppo di allievi danzatori del Liceo coreutico si muove davanti alle vetrine del Centro Commerciale. I danzatori dall’immobilità gradualmente si animano, abitando lo spazio come se fosse l’unico possibile. Ogni danzatore ripete in loop la propria coreografia in modo da permettere al pubblico di vedere più di una “vetrina animata”.
I danzatori catturano l’attenzione di uno o più spettatori uscendo dalla propria postazione, sussurrano brevi frasi riguardanti i giovani e chiedono in modo delicato ma persuasivo di seguirli per andare a richiamare altri ragazzi. Un unisono in stile flash mob, con musica filodiffusa, viene danzato dal gruppo e poi, nella sua parte più semplice, insegnato agli astanti. Z-Portraits vuole essere un ritratto generazionale fatto di resilienze e accelerazioni, solitudini “connesse” e corse alla ricerca della meta, traguardi e cadute, spirali ascendenti per entusiasmo e discendenti per delusione. Un affresco in cui le dinamiche di oggi incontrano quelle di sempre: la ricerca di un’identità, il bisogno di una “bussola” e al contempo di autonomia, progetti carichi di ambizioni e speranza nel futuro.
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