Teatro, la fantasia di Ri-Belli
di ztlmediagroup
“Durante l’ultimo incontro abbiamo ripreso le nostre camminate, aggiungendo però delle varianti. Ad esempio, la consistenza del terreno su cui si cammina, una lastra di ghiaccio oppure delle sabbie mobili.
O ancora con parti del corpo, ad esempio la camminata con il naso, con l’orecchio o con altre parti del corpo che, in questo caso, dovevano avanzare per prime.
Alcuni si sono inizialmente rifiutati, per timidezza o imbarazzo, salvo poi, piano piano, attivarsi senza problemi.
Poi ho creato una sequenza ritmica, dall’uno al sei, e ad esempio al quarto tempo dovevano ridere, al terzo piangere e così via.
Esercizi che servono per capire i tempi da utilizzare quando si va in scena; in teatro, infatti, i tempi si rispettano e sono fondamentali, perchè scandiscono la drammaticità o la comicità di un appuntamento.
Poi abbiamo iniziato la lettura della favola di Cenerentola, e i ragazzi riproponevano alcune delle scene che stavamo interpretando.
A teatro non esiste sesso nè genere, come ho sottolineato ai ragazzi, in teatro puoi essere chi vuoi e non ci sono confini. Per questo ognuno dei partecipanti interpretava personaggi maschili e femminili, senza particolari problemi, nelle scene di Cenerentola che avevamo scelto.
Anche perchè è fondamentale conoscere e vivere, nel profondo, parti anche diverse dai propri registri.
Prossimamente riprenderemo la lettura di Cenerentola e vorrei che anche loro aggiungessero delle battute e creassero qualcosa con la loro fantasia, per costruire cose nuove caratteristiche nuove, con dei personaggi.
L’obiettivo è rendere una favola originale, e destrutturarla e scomporla, creando dinamiche e personaggi nuovi.
Questo è ciò che vorrei fare con loro; un lavoro che investe e sviluppa l’esercizio della fantasia”.
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