“Ri-Belli per stupire”, il racconto si fa foto
di ztlmediagroup
“Non siamo venuti a fare, semplicemente, una bella foto. Bensì ad avviare una narrazione per immagini, in vista di una pubblicazione”.
Così Max Hirzel, responsabile del laboratorio fotografico di “Ri-Belli per stupire”, organizzato con la collaborazione della Cooperativa Aksara, ha sintetizzato gli obiettivi della quarta escursione dei 19 partecipanti all’iniziativa, di età compresa tra i 9 e i 18 anni.
Un altro successo per la nuova iniziativa del progetto “Ri-Belli”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con capofila l’associazione “I Tetti Colorati Onlus”.
Il sito scelto era Vittoria, città che la maggior parte dei partecipanti già conosce, e che segue le analoghe escursioni a Randello, Foce del Fiume Dirillo e Ragusa Ibla.
“Passare ad una narrazione per immagini – spiega Max – è un click mentale molto particolare, che richiede un pò di tempo. A Vittoria, ci siamo concentrati sulla visione di due anime, due situazioni diverse della stessa città, che pur loro conoscono abbastanza bene. Da un lato i palazzi storici, dall’altro gli angoli che raccontano la vita quotidiana con le sue contraddizioni e contrasti. In più ho cercato di portarli a fare una cosa nuova, introducendo i volti. Ho chiesto infatti ai partecipanti di domandare alle persone che incontravano, se disponibili, una foto con la loro presenza. Anche perchè nel racconto del territorio, ci sono anche le persone che lo vivono. Sono stati bravi e coraggiosi, perchè si tratta di una domanda non facile. E secondo me hanno fatto un ottimo lavoro”.
“Vittoria è la nostra città”, è stata la frase più ricorrente, che ha dato modo ai ragazzi di osservare aspetti che, quotidianamente, non sono oggetto di attenzione e condivisione. La magia di una foto, del resto, è proprio questo.
In realtà, tutti i partecipanti, sono riusciti a “scoprire”, letteralmente, angoli di grande suggestione, di bellezza nascosta o da valorizzare adeguatamente.
“Abbiamo notato – spiega Valentina Distefano, I Tetti Colorati Onlus, coordinatrice del progetto Ri-Belli – la contraddizione e la tensione di due anime… di chi ama ed è fiero della città, della sua storia, della bellezza architettonica e della natura che la circonda, che vorrebbe custodirla e renderla nota per suscitare meraviglia anche negli altri, e di chi, noncurante, forse preso da altre necessità, finisce per deturparla…
Speciale anche l’incontro con la gente, sempre accogliente…
Un grazie speciale va all’Associazione Cunteria – continua Valentina – che ha accolto il nostro invito ed ha sposato l’iniziativa ed in particolare ad Alessandra D’Izzia, archeologa, che ci ha fatto da guida, coinvolgendo i ragazzi, raccontando con passione della storia, dei personaggi, degli stili artistici, dei luoghi che ci parlano con le loro linee curve e dritte, i loro colori, le case abbandonate e quelle appena ristrutturate, la valle rigogliosa che chiede di essere visitata e salvaguardata.
La cultura vivace, l’attenzione per la lettura, gli eventi artistici con la musica e il teatro, la pittura, l’artigianato, le enoteche. E poi la compagnia speciale di uno dei volontari del Presidio di Marina di Acate e di una fotografa impegnata in un reportage”.
“L’uscita di sabato – spiega Sebastiano Cugnata, membro dell’equipe del Laboratorio Fotografico- è stata molto produttiva. Guardare con un altro occhio una città che si conosce bene, rispetto all’uscita precedente, ad esempio, a Ragusa Ibla, non è mai facile. L’impressione finale è stata molto, molto positiva.
“Abbiamo attraversato la città – sottolinea Alessia Campo, membro dell’equipe del Laboratorio Fotografico – passando per il Calvario, piazza San Giovanni, la centrale elettrica, affacciandoci sulla vallata osservando e fotografando quanto di bello, di brutto, di maltrattato e di curato c’era intorno a noi. Credo che la giornata sia andata abbastanza bene, e certamente sono stati tradotti scatti belli e funzionali alla fanzine. Tra le altre cose, è stato molto interessante osservare i dialoghi tra i nostri ragazzi e le persone che via via sono state coinvolte. Impegno e divertimento, sono state, insomma, le parole d’ordine di questo bel momento”.
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