Ri-Belli, il potere dell’ascolto

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L'attività dell'equipe del Progetto Ri-Belli prosegue a pieno regime.

La dottoressa Daniela Spadaro, psicologa e psicoteraupeuta dell’Associazione Lauretana di Vittoria, ci parla dell’attività dell’equipe del progetto “Ri-Belli” nell’istituto scolastico Psaumide di Camarina a Santa Croce.

“Da febbraio, il progetto Ri-Belli ha messo piede nella Scuola Psaumide, e noi, come equipe, abbiamo potuto iniziare questa splendida esperienza, finalmente, dal vivo.

Questa prima parte dell’attività ci ha viste impegnate principalmente nella conduzione di colloqui con le insegnanti e le famiglie dei bambini segnalati; ciò che è emerso da questi incontri, è soprattutto l’importanza, o meglio, il potere che può avere l’ascolto dell’altro, soprattutto se parliamo di un ascolto attivo e partecipato, in grado di abbattere ogni barriera, in primis quella della diversità culturale e linguistica, dato che gran parte delle famiglie che abbiamo incontrato sono di origine straniera.

Grazie alla presenza delle mediatrici culturali, i genitori, infatti, riescono a poter esprimere liberamente le loro preoccupazioni per i loro figli.

E questo ci permette di andare oltre alle semplici parole e arrivare, in profondità, nel loro vissuto, fatto spesso di emozioni, anche contrastanti, quali, ad esempio, la paura, la rabbia, ma anche la speranza.

Sentirsi accolti, compresi, ascoltati e guidati è ciò che rende speciale il nostro lavoro di equipe all’interno della scuola, perchè ciascuna di noi, con la propria esperienza e professionalità, può rappresentare per queste famiglie uno strumento importante per una migliore integrazione socioculturale.

Un altro aspetto importante è il tipo di intervento che viene rivolto, direttamente, agli alunni: infatti, conoscere le famiglie, semplificare e migliorare la comunicazione tra docenti e genitori, ci permette di comprendere meglio lo sfondo da cui prende forma lo svantaggio manifestato dal bambino, che può essere rappresentato da una difficoltà didattica, piuttosto che da un comportamento problematico.

Quindi, avvicinarsi agli alunni con un approccio che tenga conto di tutta la storia personale e famigliare del ragazzo, che tenga conto delle risorse e non solo delle difficoltà manifestate, rappresenta un approccio determinante e, sicuramente, vincente”.

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