Parole d’ordine: Accoglienza ed evoluzione!

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L'intervento del dirigente scolastico, prof. Rosario Pitrolo, durante la presentazione

Quella del plesso Ecce Homo è una storia di continuo cambiamento, all’insegna delle uniche parole d’ordine possibili: accoglienza e cambiamento, in un cammino comune.

“Il nostro plesso ubicato nel Centro Storico di Ragusa, in passato denominato “Palazzo delle Scuole”, è stato sempre l’emblema del cambiamento del Centro Storico Superiore, che accoglie il vecchio e il nuovo, generazioni di ragusani e dal 1998, anche chi arriva da molto lontano.

La scuola ha sempre seguito tutti i flussi migratori avviando per prima a Ragusa i progetti di inclusione.

Sin dall’inizio i docenti si sono dovuti attrezzare autonomamente, non avendo formazione specifica, potendo contare solo sull’esperienza e la passione per l’insegnamento, facendo sì che “la valigetta degli attrezzi” fosse in continua evoluzione, comprensiva di percorsi di integrazione dinamici, riguardanti non solo chi è accolto ma anche chi accoglie, declinati secondo le diverse sensibilità “.

I numeri, danno un’idea della dimensione multiculturale dell’Istituto. Nella scuola dell’infanzia, 51 dei 69 bambini hanno cittadinanza straniera, con un’incidenza del 73,91%, nella scuola primaria, 75 alunni su 126 con una percentuale pari al 59,52%, nella secondaria di primo grado, 43 alunni su 56, con un’incidenza dell’81%.

Fin dall’inizio la scuola ha sottoscritto accordi di rete che hanno coinvolto enti impegnati nell’accoglienza e tutti coloro che hanno potuto dare un sostegno: si crede fermamente nel supporto che questi possono dare alla Scuola per la migliore forma di inclusione di bambini e famiglie.

Spesso figli e genitori non parlano la lingua italiana e richiedono la mediazione linguistica che nella nostra scuola, in molti casi, è stata fornita da genitori di diversa etnia già alfabetizzati che hanno svolto il ruolo di interpreti, compensando l’esigenza primaria della comunicazione.

Quali sono i bisogni principali della Scuola a cui il progetto “Ri-belli” può rispondere?

Rendere efficace l’azione educativa e la relazione nel rispetto dell’identità culturale di bambini e famiglie di diversa etnia è la priorità educativa della scuola.

Ciò comporta l’esercizio della mediazione per la quale si richiede supporto continuo e interventi personalizzati, un investimento cioè di risorse professionali e materiali di cui la scuola spesso non dispone.

Il confronto con operatori esterni alla scuola, è un valore aggiunto, richiede flessibilità e apertura per creare e potenziare percorsi sempre più inclusivi ed efficaci.

Sviluppare la cultura “genitoriale” necessaria vuol dire andare oltre l’accoglienza e ricercare strategie utili per migliorare il rapporto tra soggetti in formazione, genitori e scuola, la quale deve rappresentare un luogo privilegiato di crescita per tutta la comunità locale.

Quali sono le aspettative principali legate all’iniziativa?

Per la scuola è prioritario includere e promuovere la crescita della comunità scolastica con particolare attenzione per quanti sentono di essere “al di fuori” e in balia dello smarrimento derivante dall’aver perso il legame col paese d’origine.

Pertanto la scuola auspica una collaborazione che:

• Sostenga il processo di inclusione
• Faciliti l’integrazione dei soggetti di recente inserimento
• Migliori la qualità dell’interazione sociale anche in riferimento alla comunicazione con le famiglie
• Sostenga lo sviluppo della competenza genitoriale, con particolare attenzione alle madri nigeriane
• Contribuisca all’ampliamento dell’orizzonte professionale dei docenti impegnati nell’attività multiculturale
• Contribuisca a consolidare la presenza nel territorio e il riconoscimento della scuola come primo centro di aggregazione culturale e sociale per i soggetti in formazione di diversa etnia.

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