La fotografia, per osservare con il cuore
di ztlmediagroup
“La voglia di riscatto che è sorta nei nostri ragazzi, soprattutto in questi mesi resi così difficili dalla pandemia, è uno stimolo potentissimo. E devo dire che ho potuto osservare in loro, nonostante le tante difficoltà legate al contesto sociale in cui vivono e ai problemi della didattica a distanza, una volontà granitica e tantissima voglia di imparare e di vivere nuove esperienze. Questo mi rende abbastanza sicuro che, probabilmente, saremo noi, per primi, ad imparare tanto da questa esperienza”.
Così Sebastiano Cugnata, membro dell’equipe del Laboratorio Fotografico “Ri-Belli per stupire”, al via da domani, alle 16, nel Presidio Caritas di Marina di Acate di via delle Palme, presenta la nuova iniziativa del progetto “Ri-Belli”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con capofila l’associazione “I Tetti Colorati Onlus”.
Gli altri appuntamenti in programma sono fissati per il 18, 22, 24 e 31 marzo, sempre al Presidio, mentre ad Aprile sarà la volta delle “escursioni”.
Gli iscritti al laboratorio fotografico sono attualmente 19, di età compresa tra i 9 e i 18 anni, 13 ragazze e 6 ragazzi, di nazionalità non italiana, anche se nati in Italia; sono 14 i ragazzi di origine tunisina, 4 di origine nigeriana e uno di origine eritrea.
Una sfida alla povertà educativa, all’isolamento, specie per quanto riguarda i ragazzi che vivono nelle zone rurali intorno ad Acate e, come sottolineato, il grande desiderio, da parte degli stessi partecipanti, di conoscere un aspetto originale e al tempo stesso affascinante come la fotografia, le molle principali che hanno guidato le fasi preliminari dell’iniziativa, ormai prossima al via.
Max Hirzel, responsabile del Laboratorio fotografico del progetto, sottolinea proprio questo aspetto.
“Ho sempre amato questo tipo di progetti – ci spiega Max – perché sono convinto che questi ragazzi abbiano bisogno, soprattutto, di sognare. E “Ri-Belli per stupire” è una bella opportunità per farlo.
Il nostro compito sarà quello di metterli in condizione di inventare, di capire che possono fare cose straordinarie, creare, capovolgere la prospettiva, non solo fotografica.
E coinvolgerli in vista di un prodotto finale vero, di qualità, di cui dovranno essere orgogliosi, perché le loro immagini serviranno anche per realizzare una fanzine in cui si racconterà il territorio, oltre al loro mondo.
Per questo, al di là della tecnica, mi fido molto del loro istinto, del loro sguardo, che ci stupirà anche da un punto di vista fotografico, ne sono certo; queste ragazze e ragazzi hanno dentro e vedono cose che noi non vediamo. Dobbiamo solo essere bravi a innescare quell’istinto e loro mostreranno questa terra in modo nuovo. Per questo la tecnica non è al centro, mi interessano i loro occhi”.
Andrea Martorana, fotografo professionista, che si occuperà, insieme a Max Hirzel, di dare forma alla creatività dei ragazzi coinvolti, illustra le aspettative: “Mi aspetto, innanzitutto, che riescano a dare il loro punto di vista, “scovando” letteralmente la bellezza in quello che guardano. E questo, sia nelle escursioni che faremo, sia a casa propria. Tutto ciò può nascere solo attraverso la curiosità di sperimentare e imparare, nonchè scoprire, nuove forme e colori che non avevano “considerato”, come troppo spesso capita a ciascuno di noi. E’ lì che si nasconde la bellezza e la meraviglia. Anche perchè, a volte, è davvero bello “stupirsi” della semplicità “.
Sebastiano Cugnata, membro dell’equipe del laboratorio fotografico, segue alcuni dei partecipanti, da tempo, in particolare nelle attività di doposcuola “Il progetto Ri-Belli – sottolinea – intende promuovere la bellezza. L’obiettivo è che i ragazzi, attraverso il laboratorio fotografico, possano iniziare a scoprire la realtà che li circonda, meravigliosa e terribile allo stesso tempo, e capire che esiste un mondo anche fuori dalle serre, fuori dalla precarietà e dall’isolamento umano e fisico. Ed è un mondo da vivere”.
Alessia Campo, equipe “Ri-Belli per stupire”, ci parla, infine, della funzione che questa iniziativa può avere, soprattutto in prospettiva.
“Credo molto nella forza educativa di questo laboratorio, che può rappresentare uno strumento utile a disposizione dei ragazzi che vi parteciperanno. A volte loro stessi ci hanno consegnato, nonostante la loro giovane età, alcune riflessioni amare e disilluse. Questo laboratorio può essere un’opportunità per far capire loro che esiste un’altra possibilità, e che il loro destino non è ineludibile. Se ci si guarda attorno, la bellezza esiste, ed è un’arma potente contro ogni forma di rassegnazione. Questi ragazzi sono parentesi di bellezza tra povertà e sfruttamento. Sono certa che sapranno stupirci; ho grandi aspettative e a noi spetterà il compito di dar loro attenzione. Il loro impegno sarà quello di imparare a raccontarsi, esplorare, esprimersi attraverso la fotografia. E avranno la possibilità di sperimentare, di confrontarsi, di dialogare con gli altri, di ampliare i loro orizzonti, di allenare la fantasia e iniziare a sognare, a sperare e a desiderare”.
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