Una foto per emozionare ed emozionarsi

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Andrea Martorana, laboratorio fotografico "Ri-belli per stupire"

Tra pochi giorni inizierà il laboratorio fotografico, “Ri-belli per stupire”. Andrea Martorana, fotografo professionista, si occuperà di dare forma, insieme a Max Hirzel, alla creatività dei ragazzi coinvolti, complessivamente 19, dai 9 ai 18 anni. A lui, abbiamo rivolto alcune domande, non solo legate alle aspettative sul laboratorio, ma, più in generale, ad un’iniziativa che mira, come sottolinea lo stesso Andrea nella nostra intervista, a far emergere le “emozioni”.

Andrea, cosa ti aspetti, da professionista del settore, dai ragazzi che parteciperanno al laboratorio?

Innanzitutto che riescano a dare il loro punto di vista, “scovando” letteralmente la bellezza in quello che guardano. E questo, sia nelle escursioni che faremo, sia a casa propria. Tutto ciò può nascere solo attraverso la curiosità di sperimentare e imparare, nonchè scoprire, nuove forme e colori che non avevano “considerato”, come troppo spesso capita a ciascuno di noi. E’ lì che si nasconde la bellezza e la meraviglia. Anche perchè, a volte, è davvero bello “stupirsi” della semplicità.

Spesso sembra che la fotografia sia, al contempo, facilissima e difficilissima. Ma da cosa, e soprattutto come, nasce una buona foto?

Citando un famoso fotografo francese, Henri Cartier Bresson, “fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore”. Per me, scattare una foto, vuol dire dare un’interpretazione personale a ciò che vediamo. Il fotografo, infatti, mette in risalto il proprio punto di vista. Ecco, quindi, da cosa nasce una buona foto: da una buona formazione tecnica e, al tempo stesso, dalla capacità di interpretazione.

Su quali aspetti ti concentrerai, dal punto di vista tecnico, con i ragazzi?

Certamente non mi perderò nelle classiche spiegazioni di tecniche avanzate, negli studi della luce. Porrò particolare attenzione, invece, nella crescita e nello sviluppo “un senso del gusto” visivo, ovvero la capacità di cogliere la bellezza di un momento, anche dietro le apparenze.

L’obiettivo è che quanto realizzato nel laboratorio, sia poi oggetto di pubblicazione. Ritieni che questo possa limitare la fantasia e la creatività dei partecipanti, o piuttosto stimolarla?

In realtà, il nostro impegno sarà molto più semplice. Infatti, di tutte le foto che saranno realizzate dai ragazzi, faremo, insieme, una selezione, decideremo cioè insieme agli stessi ragazzi se e cosa pubblicare. Sarà questa, credo, la chiave vincente di un buon risultato, fare squadra.

In cosa la fotografia può rappresentare una carta vincente per i ragazzi che parteciperanno al laboratorio?

I giovani, ma non solo, hanno bisogno di esprimere le proprie emozioni. E quale mezzo migliore esiste di una fotografia, del fissare, in un’immagine, un momento? Da qui, del resto, può poi attivarsi il dialogo, commentando insieme le scelte, ed aprendosi alla relazione. Soprattutto, la fotografia, ha la capacità di renderci “speciali”, anche solo per un attimo. E questa esperienza è un modo unico, per tutti noi, per esserlo. Fa bene a tutti, sentirsi “speciali”.

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