Accoglienza, integrazione, opportunità: “Ri-Belli”
di ztlmediagroup
Un contesto emblematico, per rappresentare storia e futuro, tradizione e cambiamento, all’insegna di tre parole d’ordine: accoglienza, integrazione, opportunità. Unite da un duplice valore: la bellezza e la verità, da riscoprire, nelle relazioni e nel mondo che ci circonda.
Tutto questo è il progetto “Ri-Belli”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, presentato questa mattina in conferenza stampa nel cortile del plesso Ecce Homo di Ragusa.
Due le aree di intervento del progetto: la prima è la fascia trasformata della provincia di Ragusa, dove centinaia di minori stranieri vivono con le loro famiglie impegnate nella coltivazione dei prodotti in serra da isolati e invisibili. Si tratta di braccianti agricoli stranieri che lavorano in condizione di grave sfruttamento.
La seconda area oggetto di intervento è il Centro Storico Superiore di Ragusa, dove la povertà educativa è aggravata da una forma particolarmente subdola di isolamento dei minori e delle proprie famiglie, in cui l’unica presenza aggregativa è data dalla scuola e dalla parrocchia.
Ad aprire gli interventi il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Vann’Antò, di cui il plesso Ecce Homo fa parte, dott. Rosario Pitrolo, che ha ricordato come “la nostra scuola ha sempre seguito tutti i flussi migratori avviando per prima a Ragusa i progetti di inclusione.
Sin dall’inizio i docenti si sono dovuti attrezzare autonomamente, non avendo formazione specifica, potendo contare solo sull’esperienza e la passione per l’insegnamento, facendo sì che “la valigetta degli attrezzi” fosse in continua evoluzione, comprensiva di percorsi di integrazione dinamici, riguardanti non solo chi è accolto ma anche chi accoglie, declinati secondo le diverse sensibilità “.
In questo solco, Domenico Leggio, Direttore della Caritas Diocesana di Ragusa, ha illustrato i motivi che hanno portato alla partecipazione al Bando “Un passo Avanti”, proposto da Con i Bambini, che ha finanziato il progetto “Ri-Belli”.
“Negli anni passati alcune iniziative svolte a stretto contatto con le scuole di Ragusa, Acate e Santa Croce Camerina avevano dato risposte, – ha spiegato Leggio – seppure parziali, a bisogni inascoltati anche da parte di altre agenzie educative. Il bando “Un passo avanti” è stato per i partner del progetto un approdo naturale per completare l’azione di sviluppo di territori fragili, e rinforzare la promozione della dignità delle persone e lo sforzo pedagogico volto a creare cittadini consapevoli e responsabili. Noi non indietreggiamo, perché più che mai, in questo momento storico, siamo chiamati a dare il nostro contributo. Questa stretta sinergia con i partner, che sono altamente qualificati e non operano per sentito dire ma “con le mani in pasta” nelle situazioni di emergenza sociale ed economica, può veramente rappresentare un valore aggiunto per far riscoprire quella bellezza e quella verità che sono il fulcro della nostra iniziativa”.
Capofila dell’intervento l’associazione I Tetti Colorati Onlus, presieduta da Valentina Distefano, che ha spiegato, nei dettagli, gli aspetti principali dell’iniziativa.
“Con alcuni dei partner coinvolti – ha sottolineato Distefano – lavoriamo già da anni sul territorio, e abbiamo colto i bisogni educativi e i disagi di vario genere che venivano dai confronti quotidiani proprio con con i protagonisti del progetto, e, in particolare, con le persone che si impegnano ogni giorno al loro servizio. Come associazione, impegnati nell’housing first e nel rispondere ai disagi di tipo abitativo, del resto, affrontiamo le multi problematicità dei nostri in un dialogo costante; insieme a loro attiviamo una serie di attività educative a supporto dell’infanzia e dell’adolescenza. L’adesione prima e la realizzazione poi del progetto, è nata dunque come un processo “bottom-up”, – ha ribadito la stessa Distefano – che, dal basso, prova a rispondere alle esigenze e ai bisogni che già affrontiamo quotidianamente”.
Particolarmente importante, in proposito, il coinvolgimento dell’intera comunità educante, “in una rete di vicinanza solidale che si manifesta in ogni territorio che viene coinvolto, comunità parrocchiali comprese. – ha proseguito Distefano – Il tema centrale, come detto, è quello della bellezza e sarà il criterio guida anche nella promozione di incontri, anche con amministrazioni pubbliche, nella costituzione di gruppi di genitori che si aiutino tra loro, nell’integrazione, nella solidarietà e nell’educazione dei propri figli, in un percorso di mutuo aiuto che non sia isolato ed estemporaneo, bensì realmente integrato. Molti dei bambini coinvolti nel progetto questa bellezza non la conoscono ancora, anche a causa del contesto in cui sono costretti a crescere. Da qui l’idea di ribellarsi alla loro condizione, riscoprendo, dentro di loro, quelle potenzialità ancora inespresse. A tutti i livelli, costruendo una vera e propria comunità che dia una risposta, etica ed estetica, che può aiutare tutti a crescere”.
Coinvolti nel progetto, gli istituti scolastici “Cap. B. Puglisi” di Acate, “Vann’Antò” di Ragusa e lo “Psaumide di Camarina” di Santa Croce.
Proprio l’istituto scolastico di Acate rappresenta un’altra realtà di frontiera, spesso solitaria, a servizio dei minori della zona, quale agenzia educativa e di crescita individuale.
“La nostra scuola, – ha sottolineato il dirigente scolastico, prof. Salvatore Panagia – essendo l’unica istituzione formativa presente nel territorio ha accolto questi alunni, attivando tutte le strategie inclusive possibili. Si tratta spesso di ragazzi che non conoscono l’italiano, che hanno difficoltà di inserimento, che vivono difficoltà familiari di natura sociale, economica e culturale. L’obiettivo è quello di diventare un riferimento per tutta la comunità, non solo per l’aspetto didattico-formativo, ma anche come istituzione che si preoccupa di avvicinare le famiglie della scuola, che dimostra di avere a cuore i propri studenti e le famiglie. Al di là dell’obiettivo finale di ridurre il numero delle non ammissioni, e di limitare i casi di dispersione o di abbandono, si intende quindi concentrare tutti i propri sforzi per favorire il riconoscimento della scuola come luogo di crescita, come istituzione in grado di cogliere le esigenze delle fasce più deboli della popolazione e di mettere in atto tutte le strategie inclusive possibili”.
In questo senso, come detto in apertura, il plesso Ecce Homo di Ragusa costituisce un altro avamposto fondamentale nei progetti di crescita e inclusione per l’intera comunità del Centro Storico del Comune capoluogo.
“Il nostro desiderio principale – ha spiegato il dirigente scolastico del plesso Ecce Homo di Ragusa, prof. Pitrolo- è quello di riuscire a far sentire il bambino come parte di una comunità, includendo, soprattutto, coloro che si sentono ancora “al di fuori” della comunità scolastica. Il periodo di emergenza ha complicato maggiormente il quadro, in quanto non è più possibile, come accadeva prima, far “entrare” i genitori nella nostra realtà, magari attraverso specifiche attività di laboratorio. Speriamo che, nonostante l’attuale situazione, “Ri-Belli” riesca ad aiutarci in questo senso, valorizzando ciascuno dei nostri ragazzi nei percorsi di inclusione già avviati, in un’ottica di reciprocità e collaborazione che è il modo migliore per ottenere risultati importanti”.
Non presenti, causa impegni già assunti, Monica Scalogna e Marinella Venturelli, istituto scolastico “Psaumide di Camarina”, che però non hanno voluto far mancare il loro messaggio per la presentazione ufficiale. “Una realtà multiculturale ormai pluridecennale, – ha ricordato Monica Scalogna, “Psaumide di Camarina” – che vede la Scuola come luogo primario di accoglienza, inclusione e integrazione. Il progetto “Ri-Belli” costituisce un aiuto mirato, che si sostanzia nel porsi accanto agli alunni neo arrivati e alle loro famiglie, mettendo in atto interventi di prima alfabetizzazione, facilitando così la comprensione della lingua italiana, attraverso la figura del mediatore culturale. Quello che ci aspettiamo durante e alla fine dell’attuazione del progetto, che venga sostenuto, in questo modo, l’inserimento scolastico e sociale degli alunni stranieri e di coloro i quali, più in generale, vivono una situazione di svantaggio socioculturale”.
Alla Conferenza ha partecipato anche il vicesindaco di Acate, Andrea Migliore. “Sono davvero contento per l’avvio di questo progetto. Acate è un paese particolare, piccolo, ma dove, sono dati Caritas, la presenza straniera è almeno del 50% della popolazione, tra persone censite e non censite. E questo significa tanto in termini di necessità di sostegno, aiuto e nella creazione di sinergie. La scuola è fondamentale, in questo senso, perché è lì che si costruisce la società di domani. E sono convinto che “Ri-Belli”, come già accaduto negli anni passati per altre iniziative, come Presidio, possa rappresentare la chiave di volta per uno sviluppo e una crescita comune”.
Tra i partner del progetto, come ricordato, Aksara Cooperativa Sociale. Nata nel 2009, l’associazione ha lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini che presentano un particolare stato di disagio, di bisogno o di svantaggio sociale, economico e culturale.
“Saremo presenti nel progetto con due interventi, “Ribelli per Crescere” e “Ribelli per Imparare”. L’impegno prioritario che ci poniamo – spiega Veronica Scribano – è l’educazione al “Bello Naturale”, proponendo attività tramite l’ausilio di elementi naturali quali terra, acqua e alimenti vari conosciuti dai bambini, mostrandone l’utilizzo “alternativo” tramite la “trasformazione” della loro funzione, permettendo così al bambino di comprendere che anche materiali “semplici e brutti” possono trovare un nuovo utilizzo e trasformarsi in qualcosa di Ri-bello (nuovamente bello) e coglierne quindi l’uso diverso. Inoltre saremo presenti con la nostra equipe, con Ribelli per Imparare, quale figura di supporto negli istituti coinvolti, nell’ambito dell’educazione e dello sviluppo dei ragazzi coinvolti nel progetto”.
Tra i partner del progetto anche l’associazione Lauretana di Vittoria, che da tempo offre un servizio che educa e guida la persona, la coppia e la famiglia nei processi educativi per il raggiungimento della maturità, dell’integrazione e della responsabilità.
“Per costruire una buona società le famiglie sono essenziali. – ha spiegato Gino Missoud – Come esempio per i figli e per le altre famiglie che, magari, vivono situazioni difficili. Da questo assunto abbiamo avviato il nostro percorso, che ci ha portato anche all’attivazione dello Sportello Ascolto Giovani in alcuni istituti scolastici che ci hanno accolto. E chi ci ha creduto, ha potuto constatare che quello sportello non è rimasto affatto vuoto”.
L’impegno nel progetto Ri-Belli, si svilupperà attraverso tre azioni.
“Si tratta di Ri-Belli per imparare, – spiega ancora Missoud- con l’equipe e il supporto negli istituti scolastici coinvolti, Ri-Belli per volersi bene, assicurando un educazione emotivo affettiva per i minori beneficiari e loro genitori e Ri-Belli per stare bene, attraverso consulenze psicologiche e medico-ginecologiche per i minori beneficiari”.
Tra le azioni previste dal progetto, due sono particolarmente innovative. La prima, è legata all’associazione Abaco-Il Teatro Conta, e prevede la realizzazione di un laboratorio teatrale e di uno spettacolo itinerante, all’interno del contenitore “Ri-Belli”.
“Con Caritas – spiega Fabio Guastella – da ormai tre anni, nell’ambito del progetto Presidio a Marina di Acate, offriamo un laboratorio teatrale per bambini e ragazzi dai 7 ai 15 anni che vivono in contesti sociali difficili. Siamo certi, quindi, che il teatro sia non solo un’attività ludica, ma anche un modo per aiutare i ragazzi ad allontanare i problemi e i disagi che vivono ogni giorno. Isolare i propri problemi, per concentrarsi in un altro mondo, in un’altra persona, con altri sentimenti e altre emozioni, anche se per poco tempo. Ci auguriamo, così, che tanti bambini scoprano una passione, che finora era rimasta soffocata, e proseguano anche nel futuro”.
La seconda, invece, è legata alla creazione di una fanzine e di una app, a carattere turistico, realizzata direttamente dai partecipanti al progetto. A seguire quest’ultima azione, Ztl Media Group.
“L’obiettivo principale – sottolinea Stefano Martorana – è quello di stimolare un dibattito costruttivo sui temi dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’integrazione. Lo faremo attraverso una strategia di comunicazione che possa far crescere la partecipazione emotiva e l’identificazione con chi, pur vivendo nella nostra città e condividendo i nostri stessi spazi, si trova in una condizione di disagio, spesso silenziosa o ignorata. L’auspicio è quindi quello di realizzare qualcosa che possa lasciare un segno, al di là del progetto, che possa essere una traccia in grado di ispirare comportamenti e buone pratiche di inclusione, in tutta la comunità”.
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