Come i Porcospini: relazione delle operatrici della Fondazione Eos Onlus

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Per l’azione 5.2 del progetto RESTART, Come i Porcospini (prevenzione primaria e secondaria per condotte pregiudizievoli), nell’anno scolastico 2022/2023, sono stati realizzati vari cicli di attività, con i bambini, genitori e insegnanti.

Riportiamo qui di seguito la relazione delle operatrici della Fondazione Eos Onlus che hanno lavorato con le quarte classi elementari degli Istituti Comprensivi Nicola Romeo e Benedetto Croce del Comune di Casavatore, in provincia di Napoli, partner del progetto RESTART.

Relativamente alle attività con i gruppi di bambini coinvolti nell’azione 5.2 del progetto RESTART Come i Porcospini, ciò che emerge con forza è il loro bisogno di trovare uno spazio e un tempo per essere ascoltati rispetto ad eventi straordinari o fisiologici del ciclo di vita personale e familiare.

La proposta metodologica di togliere banchi e sedie e disporsi in cerchio dando ad ogni bambino lo spazio di parola (circle time) ha permesso agli alunni di raccontarsi e di far emergere aspetti sui quali è difficile dedicarsi durante la routine scolastica; ciò ha concesso alle insegnanti di avere uno sguardo nuovo sui bambini e di costruire insieme un luogo dove la relazione insegnante-bambino si nutre di nuovi contenuti, generando scoperte e sorprese reciproche.

Bambini e bambine, grazie alla natura esperienziale, ludica e laboratoriale delle attività proposte, hanno partecipato in maniera attiva, facendo leva sulle loro innate curiosità e vivacità.

Inoltre, la possibilità di comunicare attraverso dei biglietti anonimi, che possono essere letti solo dalle operatrici, ha consentito ai bambini più riservati di andare oltre il timore di non essere accettati, e di esternare pensieri ed emozioni, nonché di formulare domande o curiosità.

L’emergere delle emozioni, la messa in parola dei propri pensieri e la capacità di empatizzare con i compagni hanno permesso alle classi di destrutturare dinamiche di gruppo cristallizzate nel tempo, anche quando risultavano sommerse o difficilmente trattabili.

I contenuti del progetto, calibrati sull’età dei partecipanti, stati orientati a formare e informare i bambini su argomenti connessi alla conoscenza del corpo, allo sviluppo puberale e alla sessualità: è ancora potente, infatti, la posizione pregiudiziale di molti adulti che non riconoscono il bisogno di bambini e bambine di acquisire corrette informazioni su ciò che accade dentro e fuori di loro, e che erroneamente pensano che le persone in età evolutiva possano essere turbate, destabilizzate e confuse dalle informazioni ricevute, mentre i destinatari del progetto, rispondendo alla loro fisiologica curiosità sulla crescita e sulla sessualità, erano già alla ricerca di indicazioni o in possesso di informazioni non corrette. Tra gli scopi di Come i Porcospini vi è quello di fornire una corretta informazione, per evitare che i bambini possano trovare tali risposte tra coetanei, ugualmente disinformati, o sul web, con i rischi che ne possono conseguire.

L’uso di un quaderno personale, dedicato alle riflessioni sui temi trattati in ciascun incontro, ha consentito ai bambini di aprire ponti comunicativi anche con i genitori e di mantenere un testimone narrativo del progetto, uno strumento che si è rivelato utile anche al coinvolgimento delle famiglie per affrontare a casa tematiche di difficile trattazione. La possibilità di parlare apertamente a scuola e a casa di argomenti come il ciclo mestruale, i cambiamenti puberali e l’anatomia del corpo, ha permesso ai genitori di superare l’imbarazzo dichiarato da loro stessi negli incontri preliminari, e ai bambini e alle bambine di validare e legittimare le proprie esperienze di crescita e di sfatare tabù e resistenze.

Attraverso stimoli ludici e proposte semi-strutturate si è cercato di accompagnare i bambini e le bambine a prendere consapevolezza di elementi di pericolo e rischio, nonché dei fattori di protezione, allenandoli al pensiero critico e offrendo loro strumenti per attuare strategie di autoprotezione e di messa in sicurezza.

A conclusione di ogni ciclo il progetto prevede che i bambini e le bambine scrivano una lettera alle operatrici su cosa hanno gradito e cosa invece non hanno apprezzato, come restituzione e feedback del lavoro svolto. Molto frequenti nei messaggi ricevuti sono state le dimostrazioni di affetto e i sentimenti di gratitudine per aver insegnato “molte cose importanti; i nomi del nostro corpo; a rispettare le regole e le altre persone”; “ad imparare a dire no; ascoltare la pancia; non fidarsi di persone estranee; seguire di più il mio istinto e fare le scelte giuste al momento opportuno”, segno di quanto sia stata significativa l’esperienza condivisa.

L’équipe Come i porcospini della Fondazione Eos Onlus

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