Orfani di crimini domestici. La formazione degli operatori
di ProgettoRespiro
In tutte le regioni in cui opera il progetto Respiro si stanno svolgendo cicli di formazione sui diversi aspetti della presa in carico degli orfani di crimini domestici rivolti agli operatori sociali, le forze dell’ordine, gli operatori di giustizia, psicologi, giornalisti e tutti coloro che in qualche modo entrano in relazione con gli orfani dopo la tragedia. Dalla violenza contro le donne e il femminicidio, alla violenza assistita, i traumi degli orfani speciali, fino alle traiettorie di sviluppo di interventi multiagenzia, sono molti i temi su cui si confrontano i partecipanti. Sia in Sardegna che in Campania le formazioni hanno riscosso un grandissimo interesse, con oltre 400 iscritti in Sardegna e 250 in Campania di cui quasi la metà costituiti da forze dell’ordine.
Ora è la volta della Calabria, ha preso il via online la settimana scorsa, a cura dell’Associazione S.IN.A.PSI., il corso “Comunità educante a supporto degli orfani di crimini domestici”, un ciclo di formazione in 3 incontri su prevenzione e sostegno alle vittime della violenza e dei crimini domestici. Il corso è rivolto agli operatori dei settori sociale, sanitario, scolastico, giudiziario, mediatico della Calabria e si prefigge di fornire una mappa concettuale ed operativa per supportare minori e famiglie.
Nella prima giornata di lavori, dal titolo “Esperienze sfavorevoli infantili e organizzazione dei servizi” e coordinata dal presidente di S.IN.A.PSI., Giuseppe Lombardo, è iniziata col saluto di Fedele Salvatore, rappresentante della Coop. Sociale Irene 95, ente capofila del progetto con sede in Campania, il quale ha illustrato finalità, azioni e partnership interregionale e fatto conoscere i dati relativi al numero degli orfani identificati, agganciati e presi in carico. A seguire, Daniela Diano, che attraverso un linguaggio accessibile ha spiegato quali trasformazioni neurologiche, fisiche e psicologiche subiscono i soggetti in età evolutiva sottoposti a traumi complessi com’è il caso delle bambine, dei bambini e degli adolescenti testimoni di violenza e orfani per crimini domestici. Si è poi soffermata sulla strutturazione del percorso di sostegno multiprofessionale e interistituzionale definito dall’OMS nelle situazioni traumatiche di questo tipo. Subito dopo, Michele Pellegrini, in collegamento da Bari, ha esposto, anche attraverso esempi concreti, il percorso “Piccoli passi”, per rispondere alla complessità dei bisogni dei minori e dei caregivers in emergenza, cioè immediatamente dopo il delitto e nei successivi 6 mesi. Un percorso implementato fin dal 2016 nella regione Puglia, che si è dotata anche di apposita normativa e protocolli operativi, individuando gli strumenti e le procedure più opportune da adottare in questi casi.
Da ultimo, Romina Agostino, che per il progetto RE.S.P.I.R.O. si occupa della mappatura e del monitoraggio in Calabria, ha esposto in dettaglio criticità e punti di forza incontrati in questi due anni di lavoro faticoso ma entusiasmante, durante i quali sono stati identificati 51 orfani, tra cui 9 presi in carico dall’equipe.
La formazione prosegue sabato 4 novembre col secondo incontro, che ha per titolo “Percorsi e strumenti normativi”.
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