Le voci degli orfani di femminicidio premiate agli Italian Podcast Award

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Domenica 11 giugno presso il Teatro Carcano di Milano il podcast “Respiro. Storie di orfani di femminicidio” è stato premiato come miglior podcast “branded” dell’anno.

“È una grande soddisfazione ricevere questo premio, che speriamo possa far conoscere ancora di più il podcast Respiro, e il progetto da cui questo prodotto è nato, per dare voce agli orfani di femminicidio. Per noi poter raccontare queste storie è un contributo essenziale alla conoscenza del dramma dei molti orfani speciali ai quali il nostro Paese deve dare una tutela che oggi ancora manca.” sostiene Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes

Il podcast è stato infatti ideato da Terre des Hommes, partner del progetto Respiro e scritto da Roberta Lippi, autrice di grande sensibilità.

Le voci che si alternano nei sei episodi,  non solo raccontano il dolore di bambini e bambine che sono orfani due volte: hanno perso la mamma e il papà, suicida o in carcere, ma denunciano anche le mancanze dello Stato di fronte a tali sofferenze e alle enormi necessità che derivano da un simile trauma, la mancanza di un supporto psicologico, economico, e legale.

Tra le voci raccolte c’è quella di Giuseppe Delmonte, presente alla premiazione de Il Pod, aveva 18 anni quando suo padre uccise sua mamma Olga a colpi d’ascia. Oggi ne ha 45 e dopo un lungo silenzio ha scelto di far sentire la sua voce a sostegno di tutti gli orfani e le orfane di femminicidio: «Perché non siano più lasciati soli ad affrontare un simile dolore come è successo a me. Il senso di abbandono istituzionale è stato pazzesco», ricorda. «Lo Stato non è riuscito a salvare mia madre ma non è riuscito nemmeno a tutelare me di fronte alle violenze subite».

Altra voce è quella di nonna Adriana: a quasi 6 anni dalla morte della figlia Stefania, uccisa dal marito il 19 ottobre 2016, Adriana e Luigi Formicola testimoniano la loro esperienza di nonni-caregiver di due piccoli orfani. Un percorso a ostacoli che la coppia porta avanti con coraggio e dedizione.

Fino alla toccante testimonianza di Domenico Romeo, figlio di Tiziana Marra, uccisa davanti ai suoi occhi il 4 settembre del 2003 a Siderno “Vedere la propria madre morta, uccisa dal padre, con il terrore di fare la stessa fine…. è un dolore che non si può raccontare… Ma a chi vive questi drammi dico: chiedete aiuto, non siete soli, chiedete aiuto”.

E poi Massimo di Pietro, figlio di Alessandra Maffezzoli, uccisa dall’ex compagno l’8 settembre del 2016 a Pastrengo, che continua a vivere una grande rabbia non solo verso l’assassino di sua madre ma anche verso le istituzioni che l’hanno condannato a soli 12 anni “Così poco valeva la vita di mia madre? Così poco vale la vita di una donna?”

Per arrivare alla storia di nonna Anna, diversa da tutte le altre. O meglio, diverso è l’epilogo, anche se il drammatico contesto è sempre quello: donne che vivono per anni immerse in continue violenze e vessazioni fino a cercare disperatamente di fuggire, senza riuscirci. E pagano il loro bisogno di libertà con la morte, o, come in questo caso ribaltato, con un gesto estremo, l’omicidio. Sì, perché in questa storia Michela, figlia di Anna, arriva a uccidere il marito pur di provare a rifarsi una vita; ma è chiaro che è impossibile rifarsi una vita dopo un atto del genere. E così, in un modo o nell’altro, sono i figli e le figlie che restano a pagare il prezzo più alto.

Tutti gli episodi si possono ascoltare qui 

Il progetto

Il podcast Respiro è stato realizzato all’interno del progetto omonimo  avviato nel 2021 dalla Cooperativa Irene 95 con una rete di 13 partner attivi in sei regioni del Sud Italia e selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, come uno strumento di sensibilizzazione per il grande pubblico sul dramma di chi resta dopo un femminicidio e sulla necessita di prendersene in cura, da subito

Questo è proprio l’obiettivo del  progetto Respiro che promuove un modello di intervento e di cura per garantire una risposta efficace per la protezione di bambini e bambine quando si verifica un femminicidio, affinché i più piccoli non siano più soli, ma vengano accompagnati in un percorso di sostegno

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