Come si recupera una ex-stazione? Ad Amandola una simulazione condotta da giovani grazie a Resiliamoci.
di Opera Soc. Coop. Sociale Onlus
AMANDOLA (Fm) – Ideare e progettare la rigenerazione della storica stazione cittadina inagibile dopo il sisma, per farne un Centro ricreativo giovanile e non solo. E dunque un luogo di incontro, confronto, crescita, un nuovo presidio per la comunità. Succede ad Amandola dove, attraverso una serie di laboratori tutt’ora in corso, gli studenti di due classi dell’Istituto Tecnico Economico “Enrico Mattei” sono stati coinvolti in un’azione simulata di presa in cura d’un pezzo del proprio tessuto cittadino, la vecchia stazione appunto. L’azione, condotta da Opera Soc. Coop. e supportata dal progetto Resiliamoci, è realizzata dall’Istituto Mattei e vede la partecipazione di L’Associazione La Fenice con i suoi molteplici laboratori in corso.
La stazione abbandonata. Come i ragazzi la immaginano fra 5 anni?
La stazione nel borgo dei Monti Sibillini è dismessa dal 1957 fu inaugurata nel 1908 e collegava Amandola con Porto San Giorgio e il suo mare. Ora l’edificio è disabitato e vuoto, con alcune lesioni dopo il sisma del 2016. E dunque, quale nuovo utilizzo potergli dare? Spiega Catia Laurenzi, l’insegnante che sta coordinando insieme alla due classi il progetto: “I ragazzi sono stati messi di fronte alla domanda ‘Come immagini la ex stazione di Amandola tra 5 anni?’. Ne è nato un concorso di idee, stimolato da domande come: cosa può essere utile alla nostra comunità? Quale è l’esigenza più sentita da noi giovani amandolesi? Un laboratorio didattico dopo l’altro, gli studenti hanno elaborato il loro sogno in questa simulazione: realizzare nella storica ex stazione un Centro ricreativo giovanile, dove incontrarsi e organizzare le proprie iniziative” e al secondo piano un Museo Storico Documentario Territoriale tecnologicamente avanzato.
Qual è la strada per rendere il sogno realtà?
A questo punto, spiega la professoressa Laurenzi, il percorso ha affrontato nuovi punti, questa volta più tecnici ed operativi: come possiamo realizzare il progetto? Qual è la strada per rendere il sogna realtà? In questa fase le studentesse e gli studenti interloquiranno coi tecnici del Comune per capire come è articolata la planimetria del luogo, qual è la sua posizione catastale, a quali vincoli architettonici è legato l’edificio della stazione. Non solo, si affronta la fase progettuale, per capire con quali fondi finanziare la rigenerazione della stazione: esistono bandi appositi? Si può impostare una raccolta fondi? Quali ipotesi di utilizzo sono già state individuate o ipotizzate dall’Amministrazione Comunale? Tutti aspetti, questi trattati, di interesse formativo per gli studenti. Il progetto di Recupero dell’ex stazione ferroviaria di Amandola supportato da Resiliamoci è inserito nei PCTO dell’Istituto, Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento.
La memoria e il presente
Secondo quanto elaborato dagli studenti, il Centro ricreativo giovanile si dovrebbe sviluppare sui due piani della stazione. Al primo, sarà allestita la sala ricreativa dove si terranno possibili eventi, incontri, presentazioni, assemblee. A quello superiore sarà invece realizzata un’esposizione permanente audiovisiva sulla storia del sito e del territorio, supportata da altri progetti in essere sul recupero, digitalizzazione e organizzazione degli archivi audiovisivi privati del territorio stesso. La stazione della cittadina montana ha molto da raccontare. Tra gli episodi più significativi, c’è quello della famiglia ebrea di Alisa ed Enà Almuli che fu accolta e protetta nelle sue stanze dal capostazione Brutti di Amandola e dalla sua famiglia durante la Seconda guerra mondiale, mentre sulle montagne la Resistenza dei partigiani fronteggiava l’esercito nazista.
Rafforzare l’appartenenza
Il lavoro di simulazione fino al 2019 è stato condotto in presenza, con visite sul luogo, raccolta di materiali e incontri. Ora gli studenti procedono in Dad, con tutte le difficoltà del caso. Spiegano gli organizzatori: “Vogliamo dare alle ragazze e ai ragazzi uno stimolo in più per conoscere il loro territorio, messo a dura prova e spopolato dopo le conseguenze del sisma 2016 e far sperimentare, se pure in forma simulata, come affrontare un progetto di recupero e riqualificazione di un edificio significativo del territorio. Così da rafforzare il senso di appartenenza alla comunità, che uno degli obiettivi del progetto Resiliamoci”.
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