Di fiaba in fiaba, a caccia di parole
di Società Dolce
A cura di La Baracca – Testoni Ragazzi
Nel contesto di Rapporti Corti, il 2023 de La Baracca – Testoni Ragazzi è iniziato con una bella novità: “Di fiaba in fiaba”, il primo laboratorio organizzato dalla compagnia all’interno di Spazio Incontro, il luogo-cuore del progetto all’interno dell’edificio di Corte Tre.
Al centro del percorso di quattro incontri, pensato per bambine e bambini tra i 6 e i 10 anni, c’è la fiaba. Abbiamo fatto alcune domande a Margherita Molinazzi, conduttrice del laboratorio, attrice, autrice e laboratorista de La Baracca.
- Ci vuoi raccontare la struttura del laboratorio?
Nella sua formulazione originaria, “Di fiaba in fiaba” era pensato come un percorso di lettura delle fiabe, da cui partire per poi permettere a bambine e bambini di scoprire la forza narrativa e rappresentativa delle parole, attraverso tecniche teatrali e di improvvisazione. Al primo incontro, però, mi sono trovata di fronte un gruppo con un’età media più bassa del previsto, tra i 6 e i 7 anni: con una maggioranza di partecipanti che erano all’inizio del loro percorso di scolarizzazione, ho dovuto quindi rimodulare in parte l’idea, mantenendo però al centro un lavoro sulle parole, per costruire un vocabolario personale con cui raccontare e raccontarsi.
- Come mai hai deciso di lavorare sulla fiaba?
Rispondo con una citazione di Guido Castiglia, attore, autore e regista della compagnia di teatro ragazzi Nonsoloteatro di Torino: “La fiaba prepara alla vita, tutto il male del mondo deve vivere nella fiaba per poterlo esorcizzare, per trasformarlo in paura gestibile e possibile da sconfiggere nel mondo reale. La fiaba è rivoluzionaria e per questo va raccontata ai bambini: per riconoscere e superare le paure usando l’intelligenza della fantasia. Come metafora immaginifica della realtà, la fiaba, da sempre, educa i bambini (e non solo), li rende più forti e li aiuta a superare le inevitabili difficoltà della vita…”. Le fiabe, con il loro potenziale metaforico, possono avere un impatto educativo significativo sui bambini e ragazzi. Considerato che molte fiabe non vengono più lette e raccontate, ho pensato di riprenderle e metterle al centro del percorso.
- Com’è partito e come sta procedendo il laboratorio?
Il percorso è iniziato leggendo la storia di Hansel e Gretel nella versione originale dei fratelli Grimm. Molti bambini l’avevano sentita nominare, ma pochi sapevano effettivamente la trama intera. Abbiamo quindi cercato di prendere dimestichezza con questa fiaba, provando a raccontarla tutti assieme, ognuno con le proprie parole.
Ogni partecipante ha scritto prima una frase e poi una parola che l’aveva particolarmente colpito nella storia. Dopo averle lette tutte ad alta voce, bambine e bambini hanno creato collettivamente dei movimenti corporei e delle immagini collettive, cercando uno stato (emozione) e una forma (corpo) che per loro potesse rappresentare quella parola o frase. In questa maniera sono riusciti ed esplorare vari punti di vista: dalla paura dei fratelli, alla crudeltà della strega, ad essere la gabbia, il bosco….
Sto trovando molto interessante questo lavoro, che mi sta dando la possibilità di scoprire quali parole e frasi vengono scelte da bambine e bambini all’interno della storia e come loro riescano poi a tradurle in simboli, movimenti del corpo che raccontano emozioni ed interpretazioni dei personaggi. Sono rimasta colpita dalla loro ricerca di emozioni e movimenti, non superficiale o stereotipata, e sono curiosa di vedere come continuerà il percorso.
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