Contro la povertà educativa, serve un cuore da mettere in gioco

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Un’idea, un progetto visti “dal di dentro”, attraverso la sensibilità – il cuore – di chi li attua sul territorio. Gli operatori coinvolti in un progetto contro la povertà educativa, come è “Radici di Comunità”, non possono essere persone distaccate e fredde, rispetto al problema di cui si occupano, ma soprattutto alle persone che incontrano lungo il percorso.

I cinque brevi video, che qui vi segnaliamo, sono il frutto di un laboratorio di storytelling che si è svolto all’interno di “Radici di Communità”. Curato dalla filmmaker Myrice Tansini, il laboratorio aveva l’obiettivo di offrire agli operatori la possibilità di raccontarsi e di illuminare le motivazioni per il proprio impegno in questo campo. Nello stesso tempo, era per loro un’opportunità per imparare una nuova tecnica: come produrre brevi filmati con testi e immagini attraverso un software gratuito e di facile utilizzo. Un metodo quindi riutilizzabile anche con i bambini o in ogni situazione in cui si voglia innescare meccanismi per raccontarsi.

Il percorso è stato soprattutto «la ricerca di un racconto delle molteplici esperienze del progetto Radici di Comunità a partire da sè, in prima persona, attraverso immagini e parole e con l’aiuto del laboratorio che è l’incontro confronto con me e con ogni partecipante», spiega Myrice Tansini. «Lo spunto iniziale era un’immagine di se stessi da bambini, per arrivare a raccontare delle bambine e dei bambini che incontrano oggi».

Si tratta quindi di prodotti “artigianali”, magari imperfetti dal punto di vista tecnico (era la prima volta che gli operatori si cimentavano con questo metodo), ma che coinvolgono ed emozionano, trasmettendo un messaggio importante: nel contrasto alla povertà educativa servono le competenze, serve il darsi da fare, ma serve anche avere un cuore da mettere in gioco.

Ecco quindi “Dentro e fuori“, in cui Chiara Cammarata, dell’associazione Semaforo Blu, ci racconta quanto è importante (e bello) condividere con i bambini la lettura e il racconto delle storie.

E poi “Montagne Russe“, in cui Fatina Avella, di Focus-Casa dei Diritti Sociali, racconta quelle montagne russe che sono i percorsi alla scoperta di sé, su cui lei accompagna i ragazzi di terza media.

Quando le nonne entrano in classe per insegnare a impastare le tagliatelle… si scatenano i ricordi di scuola, che aiutano a capire anche la scuola di oggi. Li racconta nel videoo “In classe con i bambiniGiulio Ligozzi dell’associazione Aurora.

«I bambini dovrebbero avere gambe forti e agili e uno sguardo che va lontano». Laura Cardia, dell’associazione Aurora, racconta nel video “Uno sguardo che va lontano” come li aiuta ad essere liberi di immaginarsi il futuro.

Il sapore dell’incontro“, di Enza De Roma di La Fonte 2004, racconta infine l’incontro con una coppia di genitori adottivi e il bisogno di dare carezze.

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