A distanza, ma vicini online. Bilancio di un’esperienza

di

Di Emanuela Lopez, Cristina Pettograssi, Elisabettta Fraietta, Sara Cardinale Rosanna di Cosmo, associazione Con_tatto.

Non sappiamo come si sono sentite e che cosa hanno pensato i docenti quando sono state chiuse le scuole, ma noi all’idea di interrompere in piena attività gli incontri con i bambini e i ragazzi dei laboratori abbiamo trattenuto per un attimo il respiro. Avevamo davanti agli occhi i loro volti, le esperienze che stavano facendo, i piccoli e grandi cambiamenti che stavano attuando, l’attesa del prossimo incontro. Non potevamo far finta di niente e sparire: abbiamo da subito cercato di far sapere loro quanto eravamo dispiaciuti e quanto ci tenevamo a loro. E poi ci siamo attivati con la scuola, che ha colto come a quei bambini quell’attività potesse servire. Ci è stato a cuore offrire l’opportunità di non perdere i risultati raggiunti, di rinforzare quanto stavano imparando, ma anche (e per alcuni versi soprattutto) di offrire occasioni di relazioni, occasioni di essere visti come bambini e come gruppi che avevano qualcosa da dirsi, che potevano confrontarsi.

Il 10 marzo 2020 da un certo punto di vista ci ha segnato, ci ha costretti a cambiare, ma dall’altra ci ha offerto l’opportunità di ripensarci, di centrare la nostra attenzione e ci ha fatti interrogare su come e quanto fosse importante quello che stavamo  e stiamo facendo.

Le azioni, che stiamo implementando per il progetto Radici di Comunità sul territorio di Nettuno, hanno come obiettivo quello di rimettere al centro le persone, i loro bisogni, le loro risorse e offrire loro opportunità, con un sottofondo metodologico unitario che è la relazione, l’incontro tra gli adulti e i bambini, l’incontro tra bambini. La condivisione di questi obiettivi con la dirigenza scolastica dell’Istituto Comprensivo Nettuno 1, unitamente certo alle caratteristiche socioculturali di questa popolazione scolastica, ha reso possibile continuare il nostro lavoro, attivando capacità di resilienza sia nostre che dei bambini (e delle loro famiglie) così da continuare il percorso intrapreso già da tempo.

 

Il laboratorio “Non solo leggere, scrivere e far di conto”

Quando pensiamo ad un laboratorio, il pensiero va subito a quello di un sarto, di un artigiano che tra le sue 4 mura sperimenta, crea e con la pratica sbaglia e impara. Il laboratorio “Non solo leggere, scrivere e far di conto” nasce proprio dalla stessa idea di un artigiano, dalla possibilità di scoprire, immaginare e trasformare le proprie idee in qualcosa di reale.

E questo si può fare dietro a degli schermi? Un laboratorio online perde sicuramente la possibilità di toccare, di stabilire un contatto reale con le proprie idee e con le persone, quindi può avere diversi limiti; si perde la presenza costante di un adulto che faccia da sostegno oggettivo e materiale, la vicinanza fondamentale di un compagno di banco, la riservatezza di un’aula scolastica, ma non il disegno e l’idea che c’è dietro ogni progetto.

 

Incontri stimolanti ed energetici

Cristina Pettograssi, neuropsicomotricista che conduce il laboratorio per i bambini della 1° e della 2° della scuola primaria, racconta così la sua esperienza. «Si dice che nel mezzo delle difficoltà nascano le opportunità. Frase non è mai stata più appropriata per la scuola e la sua nuova modalità di impegno scolastico e sociale, come in questo periodo storico. La possibilità di lavorare online infatti ha concesso di lavorare sui dettagli, su ciò che è nascosto nella totalità, di passare quindi da un insieme di visi all’osservazione di un viso unico, da un insieme di occhi alla considerazione di due occhi e di considerare ciò che prima non ci permetteva il tempo.

L’incontro con i bambini è diventato istantaneo e semplice, arriva diretto e ti ritorna nella stessa maniera; ti aiuta ad apprezzare la vicinanza dell’altro tramite l’attenzione di uno schermo, è un continuo incontro vis-à-vis ed è stimolante ed energetico per un bambino di scuola primaria. Ha incoraggiato a essere più autonomi, a fare da soli, a rendersi  conto di quanto si può fare da soli, a inventare nuovi modi per arrivare a un obiettivo e a imparare guardando con attenzione. E ciò vale per il bambino ma anche per l’adulto.

Ha insegnato un po’ a tutti a sfruttare in modo del tutto personale ogni opportunità. Il tempo cronologico si è amplificato, accompagnando ogni gesto e ogni relazione. Ha ridotto sicuramente  la possibilità di essere accurati e precisi in ciò che si fa, ma ha lasciato spontaneità e naturalezza; minor valutazione del risultato- meta e maggiore considerazione per il viaggio.

Il bambino sa di essere al centro di un occhio di bue ed è fiero di farne parte, è incoraggiato a fare da solo, a gestire la sua lezione autonomamente. Difficilmente sfugge se non per problemi di connessione.

La complessità di una modalità online si sgonfia di fronte al forte desiderio del bambino di riappropriarsi, seppur  in modo differente, del suo spazio e di trasformare il suo computer nel suo banco, nella sua lavagna e negli occhi della sua maestra».

 

I bambini restano bambini

Sotto lo stesso titolo sono ospitati 3 laboratori differenziati per la fascia d’età dei partecipanti, ma anche per obiettivi specifici e metodi.

Sara Cardinale è logopedista e conduttrice dell’attività rivolta ai bambini delle 3°, 4° e 5° della scuola primaria. «l laboratorio è pensato come lo spazio entro cui è possibile soffermarsi e potenziare abilità non solo legate alla scrittura, lettura e calcolo ma anche al mondo affettivo, sociale e alla sfera dei sentimenti, rafforzando l’interazione con gli altri.  Attraverso il gioco da tavola, i bambini imparano il rispetto delle regole, l’attenzione sostenuta, la capacità di concentrazione, migliorando le competenze logico linguistiche; nel lavorare alla costruzione di un proprio gioco da tavola i bambini migliorano la propria capacità di immaginazione e cooperazione.

A noi mancavano gli incontri in cui costruire loro stessi il loro gioco da tavola, le loro regole, i loro obiettivi. I bambini hanno continuato a partecipare attivamente alle attività riprogrammate, nelle quali sono stati proposti giochi con cui interagire online. Si sono focalizzati aspetti che a scuola, orientati al risultato, stavamo un po’ lasciando sullo sfondo.  I bambini hanno messo in atto delle modalità di attivazione e comprensione che, dal vivo, venivano più frequentemente veicolate dall’operatore. Certo le difficoltà ci sono state, inutile negarle: un gruppetto vivace che ha riproposto le sue dinamiche… sì! I bambini restano bambini!!»

 

L’autostima conquistata

Questa riflessione ci sollecita alla riflessione di quanto il tempo sospeso della didattica a distanza, non sia per loro affatto sospeso: i nostri bambini continuano a crescere e vanno sostenuti, aiutati, stimolati su tutti i fronti.

Elisabetta Fraietta è psicologa e si occupa del laboratorio proposto per i ragazzi della scuola media, apre la sua riflessione proprio da qui. «Se ci fermiamo a pensare allo scopo del progetto e a come in questo periodo sempre più bambini e ragazzi si trovano in forte difficoltà, la possibilità di oltrepassare le difficoltà legate ad un contatto attraverso incontri online è stata fonte di nuovi spunti… Inizialmente con un po’ di timidezza siamo riusciti a riprendere le fila delle nostre attività, quelle dove loro si sentono protagonisti senza essere giudicati… tanto da connettersi 10 minuti prima in attesa che ci siano tutti… uno spazio di confronto, di gioco e scambio di opinioni… il cercare insieme come o cosa fare durante questi mesi di “reclusione”… far vedere le parti più intime di se stessi, ascoltare gli altri, dare consigli e proporre soluzioni… nello stesso tempo essere contenti di aver trovato degli “amici”, che non ti giudicano, ma che ti supportano facendoti vedere quanto di bello di noi stessi… il leggere nei loro occhi e nella loro voce il dispiacere nell’ultimo incontro, chiedere ulteriori incontri perché, anche se un’ora, in quell’ora riescono a mettersi in gioco, superando delle difficoltà…

Sono grata a loro per il lavoro svolto perché vuol dire che gli obiettivi preposti inizialmente sono stati raggiunti. Uno dei ragazzi mi ha detto che attraverso la frequentazione del laboratorio la sua autostima è aumentata e con essa sono migliorati i suoi voti a scuola».

Il laboratorio Scuola di tutti

Anche lo spazio e il tempo di “Scuola di tutti”, laboratorio per lo sviluppo delle competenze emotive e relazionali, nella fase di lockdown non si sono fermati, anzi!, proprio a conferma del bisogno rimasto maggiormente  insoddisfatto in questi mesi. Rosanna di Cosmo, psicologa psicoterapeuta, che da 2 anni segue quest’attività, ha riscontrato da parte dei ragazzi un desiderio di preservare gli incontri se non addirittura la proposta di farne di più. «La Scuola di Tutti», racconta, «è uno spazio che esula la didattica, l’impegno, la fatica. I ragazzi hanno sentito la spinta a volersi prendere il loro spazio, in cui incontrarsi, parlare, scambiarsi idee ed interessi, poter parlare apertamente dei propri pensieri e sentimenti. Hanno vissuto esperienze in casa e condiviso le stesse con foto e video. Ciò ha creato uno spazio di respiro di contatto, di gioia di condivisione, in cui poter esser-ci. I ragazzi hanno imparato che, anche attraverso uno schermo, potevano scoprire tanti aspetti di se stessi e dell’altro costruendo un dialogo di accoglienza e curiosità. Hanno scoperto di avere molte cose in comune, si sono divertiti ad interrogarsi sulle rispettive conoscenze ed interessi. Hanno scelto di condividerle e di continuare a coltivarle insieme. Si sono entusiasmati ad inventare idee su come sfidarsi giocando. Ci sono stati momenti in cui sono emersi sentimenti negativi e vulnerabilità, ma è stato bello vederli pronti a darsi consigli reciproci di incoraggiamento e sostegno. Hanno sentito di volerlo e poterlo fare in uno spazio di accettazione, rispetto ed accoglienza. Hanno creato anche un loro gruppo WhatsApp di scambio di giochi e interessi. Si sono così sviluppate alleanze e amicizie. Al termine degli incontri hanno svelato dispiacere e il desiderio di mantenersi in contatto, di non lasciarsi… andar via!».

 

Essere riusciti a costruire relazioni, autenticità e coinvolgimento attraverso una piattaforma online offre spunti di approfondimento importanti. La nostra presenza è stata una goccia, perché fatta di pochi incontri e perché arriva a pochi ragazzi, al contempo è un mare: i ragazzi che hanno partecipato sono i ragazzi che hanno mostrato in questi anni qualche difficoltà. I loro passi significativi, che abbiamo potuto sollecitare, ci raccontano delle potenzialità che possiamo rendere realtà, grazie alla nostra resilienza. Questa resilienza diventa modello per loro per fare altrettanto e rendere i problemi opportunità!

 

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