Radici e ri-partenze

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Di nuovo al lavoro per combattere la povertà educativa

La scuola ricomincerà a breve, gli insegnanti si incontrano per programmare le attività del nuovo anno scolastico. Il team del progetto Radici di Comunità è al lavoro per implementare le proposte previste per questo secondo anno di attività. Si moltiplicano in questi giorni gli incontri per valutare organizzare e pianificare. La povertà educativa è un problema sotto gli occhi di tutti e i nostri operatori sono costantemente al lavoro, affinando le strategie per combatterla. Il 4 settembre si è svolto un incontro preliminare presso l’I.C. Uruguay tra i referenti delle associazioni che partecipano al progetto, gli insegnanti e i dirigenti scolastici. L’appuntamento è servito a fare il punto sulle attività svolte durante l’anno appena trascorso e a raccontare le proposte per questo nuovo ciclo. Il 5 settembre un incontro analogo si è svolto presso l’I.C. Gentileschi, il 6 presso l’I.C. Subiaco.

VALUTARE

Il momento della valutazione è al centro delle nostre azioni.

Definire degli obiettivi ambiziosi ma allo stesso tempo concreti. Avere un quadro chiaro dei bisogni e delle criticità che caratterizzano i diversi contesti. Conoscere i destinatari delle nostre azioni e le persone con cui interagiscono. Monitorare costantemente l’andamento delle azioni programmate. Valutare il successo delle singole azioni e ridefinire in maniera strategica gli obiettivi.

Le azioni svolte nei diversi plessi hanno avuto un buon successo nei primissimi mesi del progetto. Le criticità rilevate riguardano la difficoltà di coniugare i tempi della didattica con quelli dei laboratori nella fase finale dell’anno scolastico. Il progetto, infatti, si è avviato in alcuni plessi proprio negli ultimi mesi della scuola. Nonostante una partenza “in corsa”, però, i primi incontri sono serviti ad avvicinare alunni e insegnanti ai temi proposti e alla specifica metodologia educativa messa in campo.

Tra i percorsi sinora realizzati presso l’I.C. Uruguay, il laboratorio rivolto alle classi quinte della scuola primaria sulla scoperta dei propri talenti è stato molto apprezzato, anche grazie alla scelta di coinvolgere i genitori nella fase di restituzione.Il laboratorio di continuità tra scuola primaria e secondaria ha registrato un’ampia partecipazione, sebbene alcune criticità siano emerse nella coordinazione tra gli insegnanti dei diversi ordini.

Molto apprezzato anche il percorso “La scienza: un gioco da ragazzi!”, svoltosi solo in alcune classi della scuola secondaria Bartali e presso l’I.C. Subiaco. Divertirsi facendo giochi matematici si è rivelato un obiettivo tangibile, anche se un maggior numero di incontri sarebbe servito a dare più respiro alle azioni svolte. Del resto, come riportano gli operatori dell’associazione Aurora, coordinare e gestire molti percorsi in parallelo nell’arco di due soli mesi non è impresa da poco. Se poi si vuole dare una degna conclusione anche a un breve percorso, lo sforzo per tutti i partecipanti è notevole.

Grazie a una buona sinergia e al coinvolgimento attivo delle insegnanti nell’elaborazione delle attività proposte si è riusciti a organizzare una serie di eventi di restituzione: rappresentazioni teatrali, eventi con proposta di giochi costruiti dai bambini, esposizione delle poesie scritte dai bambini, realizzazione di un video sul cyberbullismo, restituzione dei propri talenti e mostra con genitori e nonni. Questo ha permesso di coinvolgere anche i genitori e le famiglie, interessate a conoscere e partecipare a un’esperienza significativa per i propri bambini.

PROGRAMMAZIONE

Avere un buon piano e obiettivi chiari è fondamentale per la buona riuscita delle nostre azioni. Negli incontri svolti i referenti di progetto hanno nuovamente presentato le attività realizzabili, hanno ascoltato e registrato le esigenze e i bisogni emergenti della scuola per arrivare a una programmazione specifica.

Quali sono le esigenze della comunità educante?

Quale significato dare all’espressione povertà educativa?

Studio ROS, quale ente valutatore d’impatto del progetto, domanda agli insegnanti quali sono le esigenze insoddisfatte della scuola e propone loro di approfondire meglio questo tema con interviste e focus-group che verranno proposte e organizzate nel corso dell’anno. Un importante risultato è quello di aver raccolto la disponibilità e l’intenzione degli istituti coinvolti a svolgere incontri periodici di programmazione: questo permetterà di rimodulare in itinere i percorsi in base alle specifiche esigenze dei partecipanti.

Presso l’I.C. Gentileschi la programmazione sarà molto articolata, riguarderà sia bambini che adulti e comprenderà Laboratori di L2 per minori, orientamento scolastico per le classi terze, laboratorio di educazione all’alimentazione, laboratori sull’educazione all’affettività, corso per i genitori sull’uso critico dei social network e media, laboratorio “La scienza: un gioco da ragazzi!”, laboratorio di empowerment femminile. Vale la pena segnalare l’attenzione posta qui al rapporto scuola-genitori, sia attraverso percorsi specifici, sia con l’organizzazione di momenti di incontro calendarizzati durante tutto il corso dell’anno scolastico.

Presso l’I.C. Subiaco, oltre a presentare il piano delle attività per quest’anno, si è discusso della possibilità di organizzare un evento di inizio-anno con i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio “identità e appartenenza” e hanno proseguito il percorso con gli insegnanti approfondendo storia e cultura del territorio sublacense. L’evento avrà luogo dopo la metà di ottobre, coinvolgerà diverse classi dell’Istituto, genitori e altre realtà locali.

TEMATICHE

Ecco alcuni temi e proposte emersi dagli incontri. Quello della povertà educativa come condizione che investe non solo il piano culturale, ma anche il livello emotivo.

  • La disgregazione delle famiglie e lo stato di isolamento, la voglia e la necessità di far parte di una comunità. Le azioni del progetto come possibilità concreta di dare ai bambini la parola attraverso i percorsi immaginati, rendendoli protagonisti e facendo loro esprimere le proprie idee.
  • Le nuove dipendenze digitali, come portare l’attenzione su un uso consapevole dei mezzi tecnologici, dai telefono cellulari ai videogiochi. Offrire la possibilità di vivere esperienze autentiche per contrastare gli effetti negativi di un uso acritico della tecnologia: la distrazione a scuola, la conoscenza “mordi e fuggi” e la difficoltà ad interiorizzare, la competizione esasperata, il senso di isolamento, l’aumento dell’incidenza dei disturbi dell’apprendimento.
  • Il teatro come strumento per dare vita a questioni della vita di classe e della didattica, per drammatizzare e analizzare le dinamiche del gruppo classe.
  • La valorizzazione delle risorse del contesto, attraverso la scoperta del territorio e delle narrazioni importanti per una comunità. Promozione della ricchezza culturale come prevenzione della povertà educativa.
  • La relazione tra scuola e famiglia. Resta un problema scarsa partecipazione alla vita scolastica dei figli e alle proposte di incontri e seminari organizzati dalla scuola. soprattutto i genitori che presentano più segnali di difficoltà, disagio, deprivazione.

CONCLUDERE E RICOMINCIARE

Similmente a quello che avviene nei processi di ricerca-azione, la chiusura di un ciclo significa ripartenza, sulla base delle osservazioni e del bagaglio di conoscenze acquisito si costruiscono nuove ipotesi di lavoro. Il nuovo anno scolastico è alle porte, le associazioni che si raccolgono intorno al progetto “Radici di Comunità”, coordinate da Sarah Parisi del Cemea del Mezzogiorno, sono pronte ad avviare una serie di azioni nei territori di Roma, Subiaco e Latina.

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