Il “dentro” e la quarantena nell’infanzia
di natiperleggere
Come trovare qualcosa di buono nella reclusione necessaria di questi mesi. Ce lo spiega Francesca Ciabotti, pedagogista marchigiana che invita a focalizzare l’attenzione sui pensieri positivi e “interattivi”. “Non dobbiamo avere l’ansia di riempire le loro giornate, i bambini ci stanno insegnando il significato della resilienza”.
La situazione difficile che stiamo vivendo ha avuto un enorme impatto sulla vita e la quotidianità dei bambini, che vedono sacrificati non solo i loro bisogni di educazione, movimento e gioco all’aperto, ma drasticamente ridotte anche le relazioni sociali, a causa del cambiamento delle abitudini. Sembrerebbe davvero difficile trovare qualcosa di buono in questa drammatica, ma forse qualche aspetto di riflessione positivo, nel presente e per il futuro, c’è…
Il DENTRO, memoria del FUORI – Ricordiamoci dell’ importanza di portare fuori i bambini quando la crisi sarà passata. I bambini in questo momento sono in casa e gli spazi privati delle loro abitazioni, con le caratteristiche e diversità che li connotano, saranno l’unica dimensione su cui si giocherà, per un tempo che ancora non sappiamo quanto lungo, la loro prospettiva di crescita e di benessere. I bambini sono dentro, ma il desiderio e la necessità del FUORI si fanno in questi giorni più acuti, se ne coglie e percepisce con maggiore consapevolezza la mancanza e la necessità per tutti. Se questa situazione innaturale del corona virus può insegnare qualcosa a noi adulti è la conferma dell’ importanza dell’esterno, del bisogno di Natura nella vita dei nostri bambini. Speriamo di ricordarcelo quando tutto questo sarà trascorso. ANCHE IL FUORI È LA NOSTRA CASA.
I BAMBINI, INSEGNANTI DI RESILIENZA – Il secondo aspetto positivo è la possibilità di osservare alcune competenze dei bambini di fronte al cambiamento. La loro forza e adattabilità mette in campo grandi risorse evolutive: in particolare il gioco, l’immaginazione, la creatività, la curiosità e una maggiore flessibilità e fluidità del loro modo di pensare di fronte alle perturbazioni; si tratta di un pensiero esplorativo e interrogativo, aperto alle nuove sollecitazioni della realtà mutata, con uno stupore e una voglia di conoscere che rimangono attivi anche in condizioni diverse da quelle solite. Dobbiamo avere fiducia nei nostri bambini e sapere che, se saremo loro accanto e in ascolto, i più piccoli sapranno resistere bene a questa condizione di sospensione da alcune esperienze fondamentali. I bambini guardano avanti. Dentro le case, con le loro domande, sorrisi, malinconie, turbolenze motorie, giochi chiassosi e fantasiosi, risate, litigi, vicinanza, i bambini ci stanno insegnando il significato della resilienza.
NIENTE ANSIE PER LA SOLITUDINE SOCIALE – C’è un terzo aspetto su cui vorrei riflettere insieme ai genitori che leggeranno questa newsletter ed è legato alla preoccupazione relativa alla solitudine sociale forzata in casa dei bambini, privati delle comunità del nido e della scuola dell’infanzia e della possibilità di frequentare, come era abitudine, amici della stessa età e altri adulti, le educatrici, gli insegnanti, i nonni, i parenti. Quello che osservo in questi giorni è che, per essere presenti e rinsaldare legami, la loro giornata è invasa forse un po’ troppo da attività video, proposte, giochi, giochini veicolate attraverso lo schermo da adulti sicuramente pieni di buone intenzioni ma che comunicano anche una eccessiva ansia di presenza e controllo dei tempi e del fare dei bambini. Ma questa solitudine va sperimentata. Donald Winnicott, un grande pediatra e psicoanalista britannico è stato tra i primi ad ipotizzare la capacità del bambini di stare da soli come “qualità” , più che necessario malessere. Lasciamo dunque spazio, senza connotazione negativa o paure di improbabili traumi, alla possibilità e capacità dei bambini di stare anche più da soli in questo difficile periodo e invece di preoccuparci eccessivamente osserviamo, silenziosi e partecipi, i loro comportamenti solitari nella pausa sociale obbligata che stiamo tutti vivendo.
COME CAMBIA LA PROSPETTIVA SPAZIALE – Occorre cercare di reinventare e riscoprire gli spazi della casa, insieme a nuove regole condivise di utilizzo familiare. Il bambino deve costruire una nuova temporanea mappa degli spazi a sua disposizione. La proposta che vi faccio è quella di una ricerca di nuovi equilibri tra due prospettive spaziali, quella adulta e quella infantile, con l’obiettivo di farvi scoprire nuove e inattese potenzialità dei metri quadri di cui potete disporre. Vorrei chiarire che la casa non va data “in mano” ai bambini, ma è necessario armonizzare i loro diritti con le esigenze dei componenti della famiglia. I bambini non hanno bisogno di spadroneggiare in tutta la casa ma, sicuramente, in questo periodo di quarantena è necessario individuare e reinventare alcuni spazi di libertà e sperimentazione dove i bambini possano esercitare le loro potenzialità e il loro modo di conoscere e imparare , che ha bisogno di contatto con la realtà materica delle cose e di esperienza diretta per osservare, esplorare, meravigliarsi e porsi domande, mettendo in relazione corpo, mente e cuore. Concordiamo con i bambini un tempo per il movimento libero casalingo: piccole corse nei corridoi e salti dal letto , capovolte sul piumone; sdoganiamo arrampicate sui divani e tavoli della cucina e partitelle con palla morbida nell’entrata di casa. In questi giorni il bambino ha diritto ad un angolo segreto dove rintanarsi e nascondersi e giocare. Mettiamo a disposizione dei bambini balconi, terrazzi e finestre delle nostre case, che durante la quarantena possono assumere davvero un ruolo strategico, diventando spazi di soglia tra dentro e fuori, di comunicazione e incontro necessario con l’aria fresca , il cielo, le trasformazioni atmosferiche e la luce della giornata, le tracce viventi, vegetali e animali e i suoni di Natura presenti intorno alle vostre abitazioni. Si tratta di lasciarsi trasportare in un esercizio esplorativo multisensoriale per scoprire quello che c’è e accade fuori e rimanere fiduciosamente attaccati al mondo.
Francesca Ciabotti
Pedagogista dell’infanzia marchigiana, appassionata di natura . Formatrice nei nidi e scuole dell’infanzia, coordina la rete agrinido della Regione Marche, fa parte della redazione della rivista “Bambini” edizioni Spaggiari e della Segreteria della Associazione Gruppo nazionale Nidi e Infanzia, amica e collaboratrice della Associazione “Bambini e Natura”.
Immagini di Alain Cancellieri , illustratore
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