La testimonianza di un insegnante di SORA: “Il punto di forza di PRIMA I? Da voce ai bambini”

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Di seguito riportiamo la testimonianza che un’insegnante di Sora ha voluto regalarci sul progetto PRIMA I e sulle attività svolte dagli operatori nelle scuole, insieme ai bambini. Un feedback importantissimo per tutti noi che riteniamo “la comunità educante” punto di forza di questo percorso e del successo di tutte le azioni a contrasto della povertà educativa minorile. E non solo: è un parere colto anche con l’occhio attento del genitore visto che questa docente è anche mamma di un bimbo che frequenta i nostri laboratori. Eccolo di seguito:

“La scuola dell’infanzia di oggi, mi piace vederla, da due punti di vista sia da insegnante e sia da adulta, cioè non solo come luogo di apprendimento ed acquisizione di conoscenze prettamente scolastiche, ma anche come luogo di attività creative e ricreative. Per i bambini avere la possibilità di esprimersi attraverso il gioco e di tirar fuori un eventuale talento è una grande opportunità.

Il progetto P.R.I.M.A.I., ha proposto ad alcune scuole dell’infanzia nell’anno scolastico 2018/2019 questo progetto: coinvolgere tutti i bambini in un percorso educativo e creativo.

Il Progetto ha messo a disposizione dei laboratori moltissimi operatori, ognuno con le proprie competenze. Per le scuole che partecipano, può essere molto importante questa iniziativa; è un modo per “dare voce ai bambini”.

Spesso, si pensa che i bambini non siano in grado di apprendere questo tipo di attività, perché troppo piccoli. A mio avviso, credo che sia proprio in questa fascia di età, dai tre ai cinque anni, che si possa “imparare giocando”.

Infatti, come afferma la pedagogista, educatrice, neuropsichiatra infantile Maria Montessori in un saggio di pedagogia “la mente del bambino”, i bambini, nei primi anni di vita hanno una “mente assorbente”, una mente che <<è creatrice, ciò significa che il bambino è un soggetto psichicamente attivo, che interagisce con il proprio ambiente circostante e che attraverso l’esperienza e la vita stessa raggiunge anche gli apprendimenti più complessi e realizza se stesso>>. Secondo la Montessori, il bambino deve essere “libero”, nel senso che :<<il bambino rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi non quando viene coartato (limitato) da qualche schema educativo o da una disciplina esteriore>>. Il progetto P.R.I.M.A.I. traduce in pratica vissuta tutto questo. I bambini si sperimentano in situazioni e stimolazioni differenti che arricchiscono i colori emozionali della loro esperienza a scuola.

Un’ altra indicazione della scienziata, che trovo molto interessante, concretizzata attraverso le attività messe in campo dal progetto, è la seguente: i bambini “se vivono in un ambiente in cui si sentono curati, integrati, amati e necessari, impareranno a trovare l’amore nel mondo”.

Questa è una sfida che ogni bambino può vincere: arrivare ad utilizzare la propria “ENERGIA CREATIVA”. Vedere ogni giorno i bambini confrontarsi, con il sorriso sulle labbra, con le attività che stanno affiancando quelle curriculari restituisce ancora di più il senso dello stare insieme e di fare parte di una Comunità educante.

Questo obiettivo può essere raggiunto, da tutti i bambini, attraverso questi laboratori: di creatività digitale, di psicomotricità, di musicoterapia e di teatro. I bambini così si devono impegnare ad interagire con gli altri bambini (teatro), ad usare la propria fantasia ed approcciarsi al mondo digitale (creatività digitale), a muoversi e conoscere il proprio corpo (psicomotricità), ad ascoltare ed ascoltarsi (musicoterapia).

Questi laboratori sono uno stimolo per tutti i bambini ma sento forte anche l’energia per noi insegnanti”.

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